Tu sei qui: Lettere alla redazioneAmalfi, Don Luigi Colavolpe: «La verità sul Seminario di Amalfi»
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), lunedì 28 aprile 2025 08:44:23
In seguito alla recente inaugurazione della nuova Casa Religiosa di ospitalità "Sacrum Seminarium Domus Mariae" ad Amalfi, e al dibattito che ne è seguito sui social e sui media locali, Don Luigi Colavolpe, già responsabile del Seminario, ha ritenuto opportuno intervenire per ristabilire con chiarezza la verità sulla storia dell'edificio e sulle scelte che ne hanno segnato il destino negli ultimi vent'anni.
Con la sincerità e l’autorevolezza che gli sono proprie, Don Luigi ripercorre in questa lettera i passaggi fondamentali della vicenda, offrendo una ricostruzione basata sull’esperienza diretta e sui documenti dell’epoca, con l’intento di far luce su fatti spesso travisati o dimenticati.
Una testimonianza preziosa, rivolta a tutta la comunità di Amalfi, per comprendere appieno le motivazioni che hanno portato alla nascita di un progetto che coniuga fede, accoglienza e valorizzazione del patrimonio ecclesiastico.
Di seguito il testo integrale.
La verità sul Seminario di Amalfi
Premetto che non sto su Facebook e quindi non ho potuto immergermi nel fiume di pensieri e di parole generosamente riversate dai miei carissimi concittadini in occasione dell’inaugurazione della nuova Casa Religiosa di ospitalità "Sacrum Seminarium Domus Mariae".
Ne ho solo sentito parlare ed ora penso che sia giusto intervenire per ristabilire la verità, chiedendo scusa di non poter documentare ciò che affermo, perché mi sto godendo il riposo, reclamato dagli anni, e non sono più nella possibilità di accedere facilmente all’archivio diocesano .
La storia del Seminario incomincia nei primi anni del 2000, quando la Provincia comunicò che rinunciava a utilizzare il Seminario per il Liceo Scientifico e l’Istituto Tecnico per Ragionieri, perché l’edificio non aveva i requisiti richiesti dalla legge.
Sorse, quindi, il problema del suo riutilizzo. La preoccupazione era quella di non far fare ad esso la fine del fabbricato dell’ex Orfanotrofio: erano ancora i tempi in cui qualcuno poteva insinuare in chi, purtroppo, ne aveva bisogno che era loro diritto occupare impunemente i fabbricati della Diocesi, disponendone a proprio piacimento. Lo "scempio" (l’espressione fu del Prof.Pietro De Luca!) aveva messo gli occupanti in una situazione di convivenza umiliante, da terzo mondo, ed era stata sanata dalla Diocesi a suon di lire e di euro per dare loro una sistemazione più dignitosa.
Per evitare una seconda edizione di ciò, che era accaduto, si pensò di dare subito al fabbricato del Seminario una nuovo utilizzo consentito dalla legge : fu così che ci fu detto che l’unico modo di trasformare l’uso di un fabbricato, catastalmente denunciato come "Seminario", era quello di crearvi "Una casa religiosa di ospitalità", che per legge doveva e deve accogliere "a pagamento chiunque lo richieda nel rispetto del carattere religioso dell’ospitalità" (Legge 24 novembre 2001, n. 17)-
L’Amministrazione del Seminario si attivò subito per redigere un progetto a cura dell’Architetto Quaglia, che fu presentato per le dovute autorizzazioni all’Ufficio Tecnico del Comune di Amalfi, dove tuttora è sepolto.
Nelle more sorse il problema dell’Istituto Tecnico per il Turismo, che era stato sfrattato dalla Villa Savo, per cui sia la Provincia di Salerno, nella persona dell’Assessore Provinciale per l’edilizia scolastica, sia il Comune di Amalfi , sia anche la Scuola unitamente al Comitato delle famiglie , costituitosi allo scopo, pregarono il nostro Arcivescovo di rinunciare alla realizzazione del progetto, già in itinere, per dare all’Istituto per il Turismo la possibilità di non chiudere i battenti.
Si addivenne così alla stipula di un contratto con la Provincia, con il quale il Seminario si impegnò a effettuarvi i lavori necessari per renderlo idoneo all’attività scolastica, dietro compenso di euro 300.000,00 annui. In collaborazione con la scuola il Seminario fece redigere un nuovo progetto, mentre i lavori furono eseguiti, senza nulla risparmiare, pur di soddisfare tutte le esigenze della didattica. Alla fine, i tecnici della Provincia, intervenuti per un sopralluogo finale, definirono l’edificio "il migliore di tutta la Provincia".
Ci si aspettava, perciò, che all’Amministrazione del Seminario fosse riconosciuto il merito di aver rispettato i patti e di aver dato all’Istituto per il Turismo una degna collocazione. Purtroppo, non fu così, perché la Provincia, incurante delle ingenti spese fatte ( con un mutuo, non ancora spento, erano stati spesi circa euro 3.000.000,00! ) , fece sapere che non poteva prendersi in carico l’edificio, adducendo come pretesto che non erano stati eliminati tutti i gradini, che dalla piazza portavano al primo piano. In realtà il motivo era un altro!
Fu per l’Amministrazione del Seminario un’autentica doccia fredda e la conferma, che, purtroppo, la favola del lupo e dell’agnello era sempre attuale.
I Sindaci della costiera tentarono anche di far cambiare parere alla Provincia, riunendosi sotto la Presidenza del Sindaco di Cetara, Prof. Secondo Squizzato. Ad essa partecipai anche io , in rappresentanza del Seminario, e mi resi conto del vero motivo per cui Amalfi veniva privata di un degno edificio scolastico. Erano presenti anche la Preside della Scuola e il Presidente dell’Istituto, nonché il Sindaco di Amalfi: tutti, però, si dovettero inchinare al parere del più forte. Alla fine, mi dovetti alzare per stringere la mano al rappresentante della Provincia e dirgli con calma: "un tempo bastava una stretta di mano per sentirsi impegnati a rispettare una promessa fatta, adesso ho appreso che un contratto sottoscritto e registrato lo si può benissimo strappare". Magra soddisfazione!
Passarono degli anni, quando, sotto le elezioni Regionali, ci fu un ulteriore tentativo di riaprire la questione, ma era troppo tardi e non c’erano i presupposti per dare fiducia alle tiepide richieste, che provenivano all’Amministrazione del Seminario, anche perché gli attori erano sempre gli stessi, non più credibili. Ho trovato tra le carte un appunto preparato dall’Economo del Seminario per la Redazione de "Il Vescovado", allora diretto da Emiliano Amato. Lo riporto, anche se non so se fu poi pubblicato, perchè serve per far comprendere la situazione, che nel frattempo si era creata :
"Devo, purtroppo, smentire alcune voci messe in giro sui social. Tengo a precisare che, dopo che la Provincia di Salerno anni fa non ha più inteso rispettare il contratto precedentemente stipulato, l’amministrazione del Seminario è stata costretta a pensare alla valorizzazione del fabbricato in altro modo consentito dalla legge, stipulando un nuovo contratto con il Sig. Savarese Luigi di Sorrento, contratto, che ha il dovere di onorare per non procurare ulteriori danni all’Ente".
Dopo aver subito un collasso di tre milioni per avere un fabbricato idoneo solo per la scuola, non ci si poteva buttare in un’altra avventura, soprattutto perché la Diocesi doveva dare l’esempio di saper rispettare i contratti sottoscritti e registrati.
Questa è tutta la verità! Vorrei solo aggiungere una chiarificazione riguardante due post, che mi sono stati recapitati e che ultimamente sono stati pubblicati da "Il Vescovado".
Il primo è del Sig.Bartolo Lauro, che " fino al 2015 visse la vicenda in prima persona", nella qualità di Presidente dell’Istituto. A lui bisogna dare atto che, fino all’ultimo, fu lo strenuo sostenitore del sogno di dare agli studenti del Turismo una sede prestigiosa, ma, purtroppo, fu lasciato solo, tradito proprio "dal menefreghismo delle famiglie e degli alunni". Condivido pienamente ciò che ha scritto, ma dissento solo per il fatto che abbia addossato la colpa del "fallimento" anche " a una parte della Curia". Evidentemente non sa tutti i tentativi fatti da essa per far recedere la Provincia dalle sue decisioni, supplicando l’interessamento di Onorevoli, di Assessori Regionali, compresi i vari portaborse, che potevano essere utili allo scopo. Del resto non era interesse della Curia che il Seminario restasse scuola? Da buon imprenditore, può fare benissimo i conti e stabilire in dieci anni quanti euro l’amministrazione del Seminario ci ha rimessi!
Sul secondo post, che lamenta il perché non è stato pensato di trasformare il Seminario in Casa per anziani, dico solo che è un altro sogno, che la Diocesi da anni sta accarezzando: lo sta inseguendo sin dai tempi di Mons.Depalma, che fece redigere anche un progetto, rimasto, però, nel cassetto E’ un sogno, che non si è spento ancora, ma che è stato bloccato per le note vicende col Comune.
Con Mons.Soricelli è stato redatto un nuovo progetto per "casa Albergo per Anziani", approvato anche dalla Soprintendenza, ma il finanziamento non è mai arrivato, anche se più volte cercato e sollecitato. Per esso, la Fondazione Mariano Bianco ha un grosso debito con la Diocesi, che ha anticipato il denaro per incominciare i lavori per la costruzione di un ascensore in roccia. Per il momento, gli anziani, purtroppo, devono attendere e sperare nella Provvidenza.
In ultimo, ho un dovere da compiere verso i Sigg.Savarese e Parlato, perché devo riconoscere loro la riconoscenza di tutta la Diocesi, che ha visto risolto un grosso problema, che rischiava di accrescere lo stato di degrado di un fabbricato storico, vanto della nostra città.
Le proposte di trasformarlo in un albergo a cinque stelle erano piovute in abbondanza, ma furono rifiutate perché non si voleva incappare nei rigori della legge. Sono stati essi solo, che hanno proposto di farne "una casa religiosa di ospitalità" . Il nome stesso dato alla struttura rivela le loro intenzioni : essa deve essere "un seminario", dove si semina il seme del Vangelo e ciò lo vogliono fare in compagnia della Madonna. Il "Sacrum Seminarium" desidera essere anche la "Domus Mariae"
Certamente, con il coraggio imprenditoriale, che finora li ha distinti, hanno dato al turismo di Amalfi una nuova possibilità di attrazione, nella convinzione che non tutti vengono qui solo per vedere le perle della nostra divina costiera, ma possono anche sentire il bisogno di evadere dal chiasso per rifugiarsi in un luogo dove appagare le esigenze dello spirito. Chi partecipa alla Messa del mattino in Cattedrale può testimoniare quanti turisti, di diverse nazionalità, si uniscono alla nostra celebrazione. Amalfi non aveva un luogo, che potesse offrire un tale servizio e la Chiesa Diocesana è lieta di essersene fatta carico.
Abbiamo fiducia che i benpensanti di Amalfi apprezzino questa opera.
L’auspicio è che la struttura, unitamente alla bellezza dei luoghi, possa attrarre l’interesse di associazioni e di movimenti cristiani, che con la loro presenza suppliscano alla "peggiore notizia", che giustamente preoccupa il Sig. Bartolo Lauro, quella di vedere i genitori "rinunciare a migliorare la formazione dei propri figli" in un "territorio sempre meno comunità e sempre più villaggio turistico"
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