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Storia e Storie

Turismo religioso in Costa d’Amalfi: la storia della traslazione delle reliquie di Sant’Andrea

Inserito da (ilvescovado), domenica 7 maggio 2017 14:54:02

Di Giuseppe Liuccio

 

L'8 maggio Amalfi celebra la Festa per la traslazione delle reliquie del suo Patrono San'Andrea, avvenute proprio l'8 maggio del 1208 per l'impegno e la determinazione del Cardinale Pietro Capuano, uno dei più illustri figli, che ha onorato la città nel corso della sua prestigiosa storia millenaria. Per ricordare l'evento pubblico qui di seguito una parte significativa della mia Lettera postuma al Cardinale, tratta dal mio romanzo epistolare "Terre d'Amore. Cilento e Costa d'Amalfi" (Delta Edizioni), con il quale vinsi l'XI edizione del premio internazionale Francesco De Sanctis.

 

Eminenza Reverendissima,

 

Nelle tue peregrinazioni per il mondo, dove ti portavano i tanti e delicati impegni di missioni importanti e delicate non dimenticasti mai la tua Amalfi. Ne è una prova tangibile la vicenda legata al ritrovamento ed alla traslazione delle Sacre Reliquie del Santo Patrono Andrea. Trovandoti a Costantinopoli sapesti da alcuni sacerdoti amalfitani che nella locale basilica dei Santi Apostoli era custodito il corpo del nostro Santo. Te ne impossessasti, lo conservasti in un luogo segreto, ordinasti a tuo zio Matteo, Arcivescovo di Amalfi, di costruire, a tue spese, la cripta del Duomo e l'8 maggio del 1208, nel corso di una cerimonia solenne, da Conca dei Marini, dove avevi fatto sosta, si snodò un corteo di sette navi tutte addobbate a festa, con al seguito una processione di numerose altre navi e barche... Dalla spiaggia di Amalfi portasti a spalla la sacra urna insieme a tuo zio Matteo e ai vescovi suffraganei fino alla cripta. Fu festa per tutto il Ducato con la città in una apoteosi di canti, luci, fiori ed osanna di giubilo.

Ma, accanto a questa che di sicuro è la tua impresa più memorabile per gli Amalfitani, mi sembra doveroso sottolineare almeno altre tre opere, frutto della tua munificenza, per lo sviluppo civile e culturale della tua Amalfi. Il 20 ottobre del 1208 fondasti una scuola gratuita dove potessero studiare i giovani di Amalfi ed Atrani, sia chierici che laici "ubi scolares Amalfie ed Atrani volentese studere sine pretio"; nel 1212 fondasti l'Abbazia dei Frati Cistercensi, sulla collina del "Falconcello", detta S.Pietro de Toczulo, la cui chiesa fu dichiarata Cappella Palatina da Federico II. Quale e quanta importanza abbia recitato nella storia della città, prima come centro di devozione e di culto San Pietro della Canonica e poi come centro di accoglienza turistica di livello internazionale con il nome di "Albergo dei Cappuccini" è nel vissuto storico e nella memoria di tutti gli Amalfitani; nel 1213 facesti costruire un ospedale con una chiesa annessa che dedicasti a Santa Maria della Misericordia ed affidasti alla cura dei Frati Crociferi. Ma non trascurasti neppur le opere che potevano essere di grande sviluppo per la vita civile e le attività economiche della città. Così, per salvare la tua Amalfi dai danni delle non infrequenti mareggiate facesti costruire un porto nel luogo chiamato S. Caterina.

Ti spegnesti il 30 agosto del 1217 di ritorno da Viterbo, sede allora della Curia Romana. Il tuo corpo riposa nella Chiesa di Santa Maria di Aracoeli a Roma, dove io mi sono recato diverse volte in pellegrinaggio d'amore e di cultura.

Amalfi ti ricorda come uno dei suoi figli più illustri con un busto in bronzo nell'atrio della Cattedrale e con questa lapide: «Al CardinalePietro Capuano - patrizio munifico - diplomatico illustre - che il tramonto delle patrie grandezze - illuminò - con lo splendore del suo nome - e delle sue opere - Amalfi - rievocando le anticheglorie - dopo sette secoli - l'8 maggio1908».

Ci sarebbe molto da dire e da riflettere, in un confronto tra la tua età e la nostra, sulla tutela e salvaguardia dell'ambiente, della regimentazione delle acque, di una politica efficiente per la sanità, sulla tutela e valorizzazione della risorsa mare, sulla diffusione della cultura e la edificazione e difesa di chiese, conventi e monumenti civili e religiosi, ecc. Ma me ne astengo. Una cosa, però, mi sento di dovere e poter dire: mi piacerebbe che Amalfi amasse e valorizzasse di più la sua storia e stimolasse i giovani a riscoprire ed esaltare il proprio vissuto storico, partendo anche dall'insegnamento della toponomastica, anche per onorare degnamente il tuo nome. E non a caso gli Amalfitani anche del recente passato, riconoscenti per l'impegno da te profuso nei vari campi per la valorizzazione del territorio, ti hanno intitolata una strada importante, una specie di aorta che pompa vita nel cuore antico della città. Sale, ferita ardita a divincolare l'abbraccio delle case dallo slargo arioso di via Lorenzo d'Amalfi, per conquistare la valle che fu feconda di industrie e di mestieri. Nei giorni di libeccio vi salgono, a volte, folate umidicce di iodio e sale, mentre in quelli di tramontana vi scendono, sibilando, gli aromi dei Lattari che fanno da quinta in lontananza e si aprono a cordigliera di difesa, man mano che l'orizzonte si dilata, al di là dei tetti rossi delle case a sbalzo a fuga verso Pontone e Scala che incombono minacciose di grazia ardita e di bellezza, già dal Largo dello Spirito Santo. A ben pensare e a saper leggere, ogni metro di questa strada racconta una pagina di storia della città. Di qui la necessità, lo ripeto ancora, di conoscere ed esaltare la toponomastica. D'altronde, è bene anche ricordare e sottolineare che una comunità che non conosce e non ama il proprio passato non ha futuro. Soprattutto se basa le sue fortune economiche sul turismo.

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