Tu sei qui: Storia e Storie Quel concerto di Claudio Lolli a Ravello a metà degli anni ’70
Inserito da (redazionelda), giovedì 30 agosto 2018 15:49:14
di Bruno Mansi
Il 17 agosto di quest'anno è morto a Bologna Claudio Lolli. Aveva 68 anni. Dopo la camera ardente al Comune di Bologna (Città dalla quale non si era mai staccato) lunedi 20 si sono tenuti i funerali. Mentre scrivo questo mio ricordo penso che molti di coloro che lo leggeranno non sappiano chi sia Claudio Lolli e non abbiano mai ascoltato una sua canzone o letto una sua poesia. E questo è un segno di questi nostri tempi.
Claudio Lolli era un poeta, uno scrittore, un musicista. Era anche un insegnante di liceo.
Era un cantautore nel senso più alto del termine. Era un cantautore di quella generazione del '68 da cui proveniva e che ha cantato e rappresentato per tutta la vita. I sogni, la rabbia, le paure, la gioia e la ricerca di una felicità possibile in questa vita e la voglia di cambiare un mondo che non ci piaceva.
Era un duro e puro che non è mai sceso a patti con la propria coscienza e a compromessi con l'industria discografica.
Ha continuato a insegnare per poter tutelare la sua libertà intellettuale e Politica.
L'ho conosciuto a una festa de l'Unità a Ravello a metà degli anni settanta (non ricordo bene l'anno).
Aveva accettato il mio invito a tenere un concerto a Ravello per la festa de l'Unità per poco più di un rimborso spese.
Conoscevo la sua poesia, la sua militanza, le sue canzoni.
Una in particolare: "Quando la morte avrà" che Lolli aveva dedicato al padre, ha accompagnato molti anni della mia giovinezza.
Il testo racconta il conflitto col padre che molti di quella generazione hanno sofferto. E' un testo che si dovrebbe insegnare a scuola.
Non eravamo in tanti ad ascoltarlo e cantare con lui quella sera. Per lo più giovani e giovanissimi."
Dopo il concerto ci intrattenemmo a mangiare un panino con un po' di vino, raccontandoci le nostre speranze. La rivoluzione-Il comunismo-La felicità. Le utopie di due giovani coetanei. Ho scoperto adesso che aveva due anni più di me.
Dopo quella sera non ci siamo più incontrati. Ho continuato ad ascoltare le sue canzoni, leggere le sue poesie. Sono stato felice quando nel 2017, dopo un lungo periodo di silenzio, ha ricevuto il premio "Tecno".
Adesso dopo Ivan Della Mea, Pierangelo Berti (anche loro cantori di quella storia) se ne è andato anche lui.
E come dice un mio amico e compagno di poco più vecchio di me, oramai le bombe si fanno sempre più vicino e prima o poi colpiranno. Ma saremo colpiti con la consapevolezza di aver lottato per i nostri sogni.
E il rammarico di un mondo che diventa sempre più cattivo-egoista e incompatibile con la ricerca della felicità.
Addio Claudio. Riposa in pace. Le tue canzoni terranno ancora compagnia ai nostri sogni.
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