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Storia e Storie

Il mistero della stella di Betlemme e la recente congiunzione tra Giove e Saturno

Inserito da (redazionelda), mercoledì 20 gennaio 2021 16:11:44

di Giuseppe Gargano

 

Dal Vangelo secondo Matteo (II, 1-11): «Nato Gesù in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco, i Magi arrivarono dall'oriente a Gerusalemme e domandarono: - Dov'è nato il re dei Giudei? Poichè abbiamo visto la sua stella in oriente e siamo venuti per adorarla... Allora Erode, chiamati in segreto i Magi, volle sapere da loro minutamente da quanto tempo la stella era loro apparsa; poi, invitandoli a Betlemme, disse: - Andate e fate diligenti ricerche del fanciullo; e quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinchè io pure vada ad adorarlo -. Essi, udito il re, partirono; ed ecco la stella, che avevano veduto in oriente, li precedeva, finchè, giunta sopra il luogo ove era il fanciullo, si fermò. Vedendo essi la stella, furono ripieni di una grande gioia; ed entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre e, prostratisi, lo adorarono; aperti poi i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra».

 

Questo è il racconto evangelico dei Magi che presenta maggiori riferimenti alla stella di Betlemme. In questo passo, l'espressione "in oriente" costituisce un errore di traduzione dal testo greco, per cui dev'essere sostituito con "alle prime luci dell'alba" (cfr. W.F. ALBRIGHT e C.S. MANN, The Anchor Bible, New York 1971; W. KELLER, La Bibbia aveva ragione, Milano 1962). Esaminando attentamente il racconto di san Matteo, si può rilevare che - in quel tempo - furono poche persone a vedere la stella; sicuramente Erode e gli abitanti di Gerusalemme non l'avevano vista. Per quanto riguarda la stella, bisogna distinguere due momenti: il primo, in cui essa guidava i Magi verso Gerusalemme ("li precedeva"); il secondo, in cui essa si trovava probabilmente allo zenit, cioè nel punto più alto del cielo ("si fermò"). Un altro riferimento alla stella si trova in una fonte non biblica, nel Protovangelo di Giacomo, in cui si legge: «Ed egli (Erode) interrogò i Magi e disse loro: - Che segno avete visto che riguarda la nascita del nuovo re? - E i Magi dissero: - Noi abbiamo visto come una stella indescrivibilmente grande abbia brillato in mezzo a queste stelle, oscurandole, tanto che esse non brillavano più, e così noi abbiamo saputo che un re era nato per Israele. E siamo venuti ad adorarlo -. E i Magi andarono. Ed ecco, la stella che essi avevano visto in oriente li precedeva, finchè essi giunsero alla grotta. Ed essa si fermò sopra il capo del fanciullo». Perchè questa stella così luminosa non fu vista da nessuno a Gerusalemme?

Dopo aver illustrato le fonti che parlano della stella, cerchiamo di stabilire la più probabile data in cui nacque Gesù e a quale possibile fenomeno astronomico era collegata la stella. Gesù venne alla luce al tempo di Erode e, secondo lo storico Giuseppe Flavio, il re sarebbe morto dopo un'eclisse di Luna visibile da Gerico e alcuni giorni prima di Pasqua. L'eclisse dovette essersi verificata nella notte tra il 12 e il 13 marzo del 4 a.C., mentre la Pasqua avvenne l'11 aprile. Così la morte di Erode sarebbe accaduta tra il 12 marzo e l'11 aprile del 4 a.C. La nascita di Cristo avvenne prima di questa data; infatti, secondo Matteo (II,19), quando Erode morì, Gesù era in Egitto con i genitori per salvarsi dalla "strage degli innocenti" ordinata dal re. Siccome questa strage colpiva solo i bambini di età dai due anni in giù, allora in quel tempo Cristo non poteva avere più di due anni. Un'altra informazione sulla data della Sua nascita ci viene fornita da san Luca (II, 1-2): «In quel tempo fu emanato un editto da Cesare Augusto per il censimento di tutto l'impero. Questo primo censimento ebbe luogo quando Quirino era governatore della Siria». Quirino, comunque, divenne governatore della Siria solo dopo il 6 a.C. E' possibile, però, che anche qui vi sia un errore di traduzione dal testo greco, per cui la frase originale diverrebbe: «Questo fu il censimento precedente a quello fatto quando Quirino era governatore della Siria» (cfr. F.F. BRUCE, New Testament History, London 1969; E.V. HULSE, Nature, 268, 566, 1977). Questo censimento fu ordinato nell'8 a.C. dall'imperatore Augusto e, tenendo presente che a quell'epoca le comunicazioni erano alquanto lente, è possibile che in Israele il censimento sia stato effettuato l'anno seguente (7 a.C.).

Il particolare giorno in cui si venera la nascita del Signore, il 25 dicembre, fu stabilito nel 336 d.C. per rendere cristiana la festa pagana del solstizio d'inverno, dedicata al dio Sole Invitto. In realtà Cristo non dovette nascere d'inverno ma tra marzo e novembre, cioè nel periodo in cui i pastori della Palestina tengono le greggi all'aperto: «Vi erano in quella regione dei pastori che pernottavano in mezzo ai campi per far la guardia al proprio gregge» (Luca, II, 8).

Ritornando alla stella di Betlemme, bisogna dire che essa non doveva essere una cometa e neppure una nova (stella che esplode alla fine della sua esistenza e diventa assai luminosa per un certo tempo), altrimenti sarebbe stata vista da tutti gli abitanti di Gerusalemme. Ad ogni modo, esaminiamo alcune comete e novae avvistate in quel tempo. La famosa cometa di Halley, che è stata vista l'ultima volta nel 1986 e che ripasserà vicino al Sole fra 51 anni (periodo di 76 anni), apparve nel 12 a.C., come confermano le cronache cinesi. Pertanto, la sua apparizione avvenne prima del censimento di Augusto (8 a.C.) e quindi certamente prima della nascita di Gesù. L'astronomo salernitano Alfonso Fresa suppone che la stella di Betlemme potrebbe coincidere con la cometa di Finsler, apparsa nel marzo del 5 a.C. (cfr. A. FRESA, La stella dei Magi e la cometa Finsler, "Coelum", I-II, 1955).

Nell'aprile del 4 a.C. vi fu una nova nella costellazione dell'Aquila ma essa non coincide con la stella dei Magi perchè fu vista in concomitanza con la morte di Erode.

La caratteristica cometa presente nei nostri presepi tradizionali è opera di Giotto, il quale dipinse la cometa di Halley, apparsa nel 1301, nel famoso affresco della Natività, conservato nella Cappella degli Scrovegni a Padova. Nelle raffigurazioni più antiche, invece, la stella di Betlemme era rappresentata semplicemente da un astro ad otto raggi. Così avviene nella Natività affrescata nella cappella mediana di Santa Maria de Olearia a Maiori, opera datata 1110, nonché nel presepio di fine XII secolo dipinto sulle pareti della cripta di San Nicola in Santa Maria Annunciata di Minuta (Scala).

Se la stella dei Magi non fu né una cometa né una nova, allora cos'altro poteva essere? Fin dal XVII secolo il celebre astronomo Keplero aveva pensato alla congiunzione (avvicinamento apparente nella volta celeste) di due o tre pianeti. Infatti, il Protovangelo di Giacomo (papiro Bodmer V) afferma che, in occasione della nascita di Gesù, furono visti sorgere insieme due pianeti e uno di essi fu interpretato dai Magi come l'astro che annunciava il lieto evento. Inoltre, le cronache della Worcester Priory (1377), riferendosi ad una congiunzione fra Giove e Saturno avvenuta nel 1285, commentarono: «Essa non avveniva dal tempo dell'Incarnazione» (cfr. R.R. NEWTON, Medieval Chronicles and the Rotation of the Earth, 961, Baltimore and London 1972).

Esaminiamo ora alcune congiunzioni planetarie verificatesi nell'intervallo temporale in cui dovette avvenire la nascita del Messia, cioè tra l'emanazione dell'editto di Augusto (8 a.C.) e la morte di Erode (4 a.C.). Innanzitutto, nell'8 a.C. vi fu una congiunzione tra Marte, Giove e Saturno e nell'anno seguente una congiunzione tripla (cioè che avvenne tre volte) tra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci. In questo secondo caso i due pianeti si avvicinarono fino ad 1 grado l'uno dall'altro (una distanza celeste pari al doppio del diametro della Luna Piena). Questo avvicinamento avvenne tre volte in quell'anno: il 29 maggio, il 29 settembre e il 4 dicembre (cfr. C. PRITCHARD, Mem. R. Astron. Soc., 25, 119, 1856). L'astronomo Sinnott esaminò circa 200 congiunzioni tra il 12 a.C. e il 70 d.C. ma nessuna si verificò prima della morte di Erode (cfr. R.W. SINNOTT, Sky and Telescope, 36, 384, 1968).

Allo stato attuale delle conoscenze l'evento astronomico che con maggiore probabilità può coincidere con la stella di Betlemme è senza dubbio la tripla congiunzione di Giove e Saturno del 7 a.C. Vediamo perchè. Innanzitutto, bisogna tener presente che i Magi dovevano essere sacerdoti del culto persiano di Zoroastro e studiavano sia l'astronomia che l'astrologia. Il loro luogo di provenienza doveva trovarsi tra la Caldea e l'Assiria, una regione in cui erano noti i libri profetici di Israele. Una tavoletta cuneiforme, rinvenuta a Sippar (presso Babilonia), riporta chiaramente la tripla congiunzione del 7 a.C. Ora è necessario fare alcune considerazioni di carattere astrologico intorno a detta congiunzione. In primo luogo, il fenomeno avvenne nella costellazione dei Pesci, la quale era associata al popolo ebraico. In secondo luogo, il Sole attraversa tale costellazione tra l'inverno e la primavera: ciò dal punto di vista astrologico indicava la fine di un'era e l'inizio di un'altra. In terzo Luogo, Giove era simbolo di regalità e Saturno proteggeva Israele. Queste considerazioni spiegano perchè l'evento non fu notato a Gerusalemme; infatti la sua interpretazione era possibile solo a quelli che osservavano sistematicamente il cielo. Il luogo di nascita, Betlemme, doveva essere noto ai Magi, che avrebbero potuto leggere le profezie bibliche diffuse a Babilonia; ad esempio, gli scritti del profeta Michea, il quale afferma: «E tu, Betlemme, non sei l'ultima città della Giudea, perchè da te nascerà colui che regnerà in Israele».

A questo punto tentiamo una ricostruzione logica dei fatti. I Magi, dopo aver previsto e interpretato il sensazionale fenomeno celeste, decisero di partire per Gerusalemme. Essi dovettero farlo dopo la prima congiunzione del 29 maggio e, supponendo che fossero originari di Sippar, il viaggio sarebbe durato alcuni mesi. Così essi giunsero a Gerusalemme per la congiunzione di settembre, quando i due pianeti erano molto vicini allo zenit. Abbiamo visto che il Protovangelo di Giacomo sostiene che la stella li precedeva; infatti, nel corso del viaggio, i due pianeti si spostavano apparentemente rispetto alle costellazioni. Ciò è dovuto al moto orbitale dei pianeti intorno al Sole. Inoltre, il medesimo Protovangelo afferma che la stella si fermò "sul capo del fanciullo". Naturalmente questa è una scena ideale che, in realtà, può essere spiegata come l'avvicinamento dei due pianeti al punto più alto del cielo (zenit).

Una congiunzione ancor più stretta tra Giove e Saturno si è verificata nei giorni intorno allo scorso 20 dicembre nella costellazione del Sagittario; la loro distanza astrale è stata ben più ridotta rispetto a quella del 7 a.C.: soltanto 7 primi, rendendo fusi in un unico corpo celeste i due pianeti nella visione ad occhio nudo. Nessuno se ne sarebbe accorto, tranne gli astronomi, se l'evento non fosse stato preventivamente annunciato dai media.

Così si adempiva il disegno divino: Dio fatto Uomo era apparso soltanto agli umili pastori e agli scienziati (scienza e umiltà), non ai potenti; Dio si era servito di un fenomeno naturale per condurre i tre sapienti alla Grotta, affinchè adorassero il Salvatore del Mondo e diffondessero la Buona Novella agli uomini di buona volontà.

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