Tu sei qui: Salute e BenessereCarenza di figure riabilitative in Campania: l’appello di Gambardella (AISIC) a Regione e Atenei
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 2 gennaio 2025 17:34:46
La Regione Campania si trova a fronteggiare una crisi sempre più pressante nel settore della riabilitazione sanitaria. Antonio Gambardella, Presidente dell'Associazione Imprese Sanitarie in Campania (AISIC) e recentemente nominato Coordinatore Nazionale di Conflavoro Salute, ha inviato un accorato appello al Presidente della Regione Vincenzo De Luca e ai Rettori delle principali Università campane.
L'oggetto della richiesta è chiaro: aprire con urgenza nuovi corsi di laurea dedicati alle figure professionali della riabilitazione, come fisioterapisti, terapisti occupazionali, logopedisti e tecnici della riabilitazione psichiatrica. La mancanza di questi specialisti sta vanificando gli sforzi economici e organizzativi della Regione per ridurre le liste di attesa e potenziare i servizi sociosanitari.
"Non basta destinare risorse economiche o aprire nuovi posti di cura - ha dichiarato Gambardella - se mancano i professionisti necessari a garantire i servizi". Particolarmente critica è la situazione dei terapisti occupazionali, figura fondamentale nei centri di riabilitazione, nelle RSA e nei servizi di salute mentale. Attualmente, in Campania, si contano appena 200 terapisti occupazionali, un numero largamente insufficiente rispetto alle esigenze regionali.
L'appello si rivolge anche agli Atenei, invitandoli a incrementare i posti disponibili nei corsi esistenti e a istituirne di nuovi. Una misura urgente, considerato l'avvio strutturato del servizio di cure domiciliari (ADI), che richiede un maggiore impegno riabilitativo direttamente presso le abitazioni dei pazienti.
Secondo Gambardella, la sinergia tra Regione e Università è indispensabile per affrontare questa emergenza occupazionale e sanitaria. "È necessario agire subito per evitare il collasso del sistema di assistenza sociosanitaria", ha concluso.
La lettera mette in luce, infine, il gap con gli standard europei: mentre in Germania si contano oltre 60.000 terapisti occupazionali, in Italia sono solo 2.600, con appena 200 neo-laureati formati ogni anno.
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