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Racconti d'aMare

Dalle lunghe navigazioni ai momenti di vita a bordo: tra sfide, emozioni e cambiamenti epocali

Il ritorno a casa del Comandante Barra: emozioni, sfide e ricordi di un uomo di mare

Dalle rotte alternative al Canale di Suez, imposte dalle tensioni geopolitiche, alle intense giornate scandite da compiti e imprevisti: il mare è un mondo unico, fatto di simbiosi tra uomini e navi. Un viaggio tra sfide professionali, emozioni personali e aneddoti che raccontano la realtà di chi vive e lavora negli oceani del mondo, con il cuore sempre rivolto alla famiglia e alla sua terra natale.

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 29 novembre 2024 14:48:40

Di Salvatore Barra, Capitano Superiore di Lungo Corso

 

LO SBARCO

Nel corso di quest'ultimo imbarco, abbiamo compiuto tre navigazioni lunghissime di oltre un mese e percorso una distanza di circa 25.000 chilometri per tratta. In precedenza non avevo mai fatto esperienze del genere in quanto, come si sa, la via maestra per andare dall'Oriente al mare Mediterraneo è il Canale di Suez, dopo il passaggio dello stretto di Bab el-Mandeb e attraversato il Mar Rosso. La MSC, a causa delle note e pericolose situazioni geopolitiche in corso nell'area mediorientale della Penisola Arabica, area di frequenti attacchi missilistici e (qualche) sequestro di navi da parte delle forze yemenite degli Houthi, ha deciso di far bypassare la Penisola Arabica, Golfo Persico compreso, deviando di fatto la maggior parte delle navi, da e per il Mar Mediterraneo, via stretto di Gibilterra, Capo di Buona Speranza ed oceani Atlantico/Indiano. Scenario inimmaginabile fino a qualche mese fa.

Durante le traversate, i giorni trascorrono regolari ma mai monotoni; scanditi dai servizi di guardia e dalle tante incombenze quotidiane cui sono sottoposti gli "abitanti" delle navi. Sarebbe troppo lungo elencarle. In principio il nostro lavoro si basa soprattutto sulla gestione della sicurezza della nave, del suo equipaggio, del carico che si trasporta, prevenzione dell'ambiente circostante dall'inquinamento, salvaguardare la proprietà della nave che ci è stata affidata. In navigazione siamo particolarmente attenti al meteo e alla sua evoluzione; alle correnti marine; al traffico navale e ai tanti pescherecci, che spesso seguono regole "ad personam"; monitoriamo costantemente la posizione nave e l'E.T.A., ora stimata di arrivo; gli elementi di assetto (pescaggi) e stabilità; prepariamo ed inviamo via e-mail, con largo anticipo, l'ampia documentazione all'autorità marittima del porto di destinazione, necessaria per l'accettazione della nave in porto; si controllano gli inventari e quindi si inoltrano le richieste di carburanti, viveri, cibo, pezzi di ricambio e tutti i materiali necessitanti agli uffici preposti. Il cuoco di bordo ha i suoi grattacapi giornalieri per la preparazione del (o dei) menù, perché deve tenere conto delle diverse esigenze che può avere un equipaggio misto, composto da etnie, religioni e culture diverse. Un bravo cuoco riesce sempre ad accontentare tutti.

Alla fine, un giorno che si passa a bordo non sarà mai uguale a quello precedente né a quello successivo. I continui cambiamenti della posizione geografica della nave, specie in latitudine, comportano rapidi e frequenti cambiamenti climatici, con relativi cambi di abbigliamento e ripercussioni sulle condizioni di salute. Infatti, il vestiario che portiamo da casa prevede capi per tutte le stagioni.

Gli spostamenti in longitudine, invece, determinano i cambiamenti di fusi orari e quindi ogni giorno, o al massimo due, bisogna spostare l'orologio di un'ora in avanti o indietro, secondo la rotta che segue la nave. Navigando verso est un'ora avanti e verso ovest indietro. Tutto questo provoca notevole stress e nervosismo, insonnia quando si riposa e sonno quando si lavora; inappetenza quando si mangia e fame nel tempo libero. Difficile da capire e da spiegare.

Un tempo vi era più vita sociale a bordo. Le "salette di ricreazione" erano come i "dopolavoro" sociali/aziendali di un tempo: luoghi ove si giocava a carte fino a tarda sera, si dialogava e si condividevano parte delle esperienze personali intime o lavorative, storie sentimentali passate o attuali, confidenze di famiglie; le salette erano luoghi ove si andava oltre il lavoro, ove si costruivano amicizie lunghe e durature. Sulle navi moderne, con l'avvento prepotente di Internet, le salette, pur essendo belle ed accoglienti, sono quasi sempre vuote.

Altro luogo importante erano le stazioni radio, gestite dai "marconisti", ufficiali radiotelegrafisti. La domenica pomeriggio nella stazione radio si radunava gran parte dell'equipaggio, tifosi di calcio, per ascoltare "Tutto il calcio minuto per minuto". In altre occasioni giochi olimpici, campionati del mondo, partite di coppa, notiziari, ecc. Spesso la ricezione del segnale radio non era molto chiara, per cui tutti ascoltavamo in religioso silenzio. Eventuali commenti spettavano solo al comandante, mentre per tutti gli altri ogni tentativo di proferir parola veniva tacitato con un "zitt" collettivo. Nel passato la radio era l'unico strumento che ci permetteva di rimanere collegati con il mondo, persino le telefonate si facevano per mezzo di "ponti radio" tramite stazioni radio terrestri collegate con la radio di bordo.

L'11 luglio 1982 ho seguito la finale della Coppa del Mondo di calcio tra Italia e Germania, mentre la nave era in sosta nel porto di Dar es Salaam, in Tanzania; allora non c'era ancora la TV. L'11 settembre 2001 apprendemmo la triste notizia dell'attentato alle Torri Gemelle di New York dal notiziario radio pomeridiano. Ogni notte, dalle 00:00 alle 06:00, la Radio Rai trasmetteva il "Notturno Italiano". Successivamente, complice l'estendersi di Internet, Radio Rai internazionale ha gradualmente perso la sua centralità fino ad essere completamente dismessa.

Con le applicazioni di Internet abbiamo potuto continuare a seguire i maggiori avvenimenti sportivi trasmessi da Radio Rai, campionato di calcio compreso, in modo perfetto e senza disturbi. Ma il sogno è durato poco; infatti, attualmente, tutte le dirette dei principali avvenimenti sportivi - inclusi Europei di calcio e Giochi olimpici, disputati nel corso dell'estate precedente - non sono stati trasmessi in chiaro. Radio Uno trasmetteva solo una monotona e ripetitiva sequenza di canzoni di musica leggera. Chi ha deciso tutto questo, non lo so; certamente ci saranno state ragioni economiche. Magari nessuno avrà pensato alle migliaia di marittimi italiani sparsi nei mari più remoti del mondo. Tuttavia, sport a parte, notiziari e programmi vari si possono seguire regolarmente.

Nel mese di Giugno si sono svolte le elezioni europee. Anche questa volta, a me e a migliaia di marittimi italiani imbarcati, sparsi nei mari del mondo, nonostante le moderne tecnologie elettroniche, non è stata data la possibilità di votare. Spero in seguito venga trovata una soluzione affinché anche la gente di mare possa esercitare il diritto di voto, come "Dovere Civico" sancito dalla costituzione - Art. 48.

 

RITORNO A CASA

I marittimi imbarcati, maturato il periodo di lavoro previsto dal contratto di arruolamento, presentano la richiesta di sbarco ai rispettivi Ufficiali Capiservizio, i quali provvedono a consegnarle al Comandante, che a sua volta le inoltra via e-mail all'Ufficio Equipaggio. A questo punto - confermata l'operazione di avvicendamento - l'Ufficio Equipaggio avvia le procedure di imbarco per il personale che dovrà sostituire gli sbarcanti, mentre il Comandante della Nave provvederà alle procedure di sbarco con le Autorità locali (Dogana, Sanità, Polizia di Frontiera) del porto di sbarco, ed all'emissione dei biglietti aerei, secondo le varie destinazioni.

Qualche giorno prima dello sbarco, come da rituale, gli sbarcanti sono presi dalle operazioni di "stivaggio e pesatura" dei bagagli, lottando con la bilancia per rimanere nei limiti di peso imposti dalle compagnie aeree ed evitare costose multe, oltre agli innumerevoli controlli cui siamo sottoposti al passaggio delle frontiere portuali ed aeroportuali.

Prima di lasciare la Nave, l'atto finale del passaggio di consegne con il personale nuovo imbarcato, i saluti e gli auguri di rito.

Così è stato anche per me. Lo sbarco è il momento delle emozioni forti e contrastanti: la gioia del ritorno a casa e la tristezza di lasciare un ambiente in cui si è vissuta intensamente una parte della propria vita. Nave e marinai vivono una speciale simbiosi, difficile da capire per i non addetti, che il tempo non potrà mai cancellare. Per questo si dice: "Marinai una volta, Marinai per sempre".

Il viaggio Busan - Seoul - Dubai - Napoli è stato lunghissimo e, tra un sonnellino ed uno spuntino, riemergevano forti i ricordi delle recenti esperienze fatte, su tutte la visita degli studenti dell'Istituto Nautico di Ashdod (Israele) e gli elementi eccezionali, estremi e pericolosi dei due super tifoni "Trami" e "Kong-rey", che hanno incrociato la nostra rotta nel Mar Cinese Meridionale, con una pressione minima centrale di 920 HPA e venti che spiravano ad oltre 200 KMH in prossimità dell'Occhio, provocando onde alte fino a 13 metri, tali da farci rallentare e mantenerci ad una distanza di sicurezza di circa mille chilometri, per evitare situazioni spiacevoli e pericolose.

Da Dubai ho preso il volo per Napoli. Nonostante la stanchezza del viaggio e del cambio dei fusi orari (otto), sull'aereo non riuscivo a dormire; immaginavo solamente il momento bellissimo e, sempre unico, di riabbracciare i propri cari dopo tanti mesi di lontananza e di andare a pregare e ringraziare Sant'Andrea Apostolo, 'O Vicchiariello, protettore di Amalfi, cui spesso mi rivolgo per invocare la Sua protezione, nel giorno della Sua festa, sulla Sua Tomba, sita nel Duomo di Amalfi.

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