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Lettere alla redazione

Nuovo statuto Fondazione Ravello, l’analisi dell’avvocato Della Pietra: «Comanda chi finanzia»

Habemus Papam... ma a quale costo?

Inserito da (redazionelda), giovedì 15 aprile 2021 10:56:22

Riceviamo e pubblichiamo lettera a firma dell'avvocato Lelio Della Pietra, già componente il Consiglio Generale d'Indirizzo della Fondazione Ravello, che in concomitanza con designazione del nuovo presidente dell'ente che organizza il Ravello Festival, fa un'analisi dello statuto e delle modifiche approvate il 4 novembre scorso.

Segue testo.

 

 

Caro Direttore,

se ventisette mesi di commissariamento generati da un'incauta visione (o da errati calcoli politici) possono non aver avuto effetti particolarmente negativi (e anzi di ottimo livello è stato l'ultimo Festival, cui sono seguiti diversi eventi in streaming, seppure di rara noia), lo stesso non può dirsi quanto al nuovo Statuto della Fondazione, al quale nessuno che ha cuore la Città di Ravello (per non dire della sua centralità, come si vedrà sbandierata solo a parole) avrebbe dovuto dare il proprio assenso.

La designazione del Presidente, allora, torna utile per un'analisi dello strumento regolamentare svolta con l'obiettività del giurista, una specie di Aguzzate la vista de LaSettimana Enigmistica, a un solo fine e in un'unica ottica: verificare se i contenuti dello Statuto corrispondano agli interessi di Ravello, del Comune che tanto ne ha perorato l'approvazione, della Comunità locale.

Dopo di che ciascuno trarrà il giudizio appropriato.

 

Quelli che una volta erano i soci Fondatori, e cioè Regione Campania, Provincia di Salerno e Comune di Ravello, d'ora in poi vengono indicati come Fondatori Promotori, in modo da distinguerli da altri soggetti, definiti Fondatori e Partecipanti, che alle condizioni dettate dall'art. 2 possono aderire alla Fondazione; gli scopi della quale sono delineati nell'art. 3, che si distingue dal precedente per le seguenti finalità (che prima erano diversamente specificate, o non erano previste):

"b) promuovere e realizzare, a tutela della vocazione di Ravello e a beneficio dell'immagine della Campania nel mondo, il Festival musicale, quale importante rassegna di attività concertistiche, operistiche e/o di balletto, nonché le ulteriori iniziative culturali, scientifiche e artistiche che valorizzino i siti storico-artistici di Ravello";

"d) gestire [...] i compendi di beni facenti parte del proprio patrimonio, ovvero ad essa affidati o conferiti in uso, così da poter realizzare l'attuazione del Progetto Ravello";

"e) promuovere, sviluppare ed incentivare, anche ospitando stage e tirocinii, attività formative, in particolare nello specifico ambito del management culturale e turistico":

"f) compiere ogni attività connessa agli scopi indicati".

Per la realizzazione di questi, e degli altri indirizzi che già si rinvenivano nello Statuto, la Fondazione può compiere tutte le attività che attualmente sono specificate nel prosieguo dell'art. 3, operando ovviamente "[...] nel perseguimento delle finalità statutarie e secondo criteri di efficienza, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ottimizzando l'impiego delle risorse" (comma 4).

L'art. 4 descrive dettagliatamente le fonti di approvvigionamento economico, e si conclude con il divieto "alla Fondazione di distribuire, anche in modo indiretto, ai fondatori e agli amministratori, utili e avanzi di gestione, nonché altri fondi e riserve", disposizione che dovrebbe vietare il trasferimento al Comune di Ravello di risorse non utilizzate dalla Fondazione (come pure si era immaginato: Fondazione Ravello: risorse rimanenti per opere pubbliche e tablet, Il Vescovado del 12.12.2020).

Sorvolando sulla parte, molto analitica, dedicata all'amministrazione e ai bilanci (art. 5), l'art. 6 stabilisce (al 1° comma) che "sono organi della Fondazione:

  1. a) il Presidente;
  2. b) il Consiglio di Indirizzo;
  3. c) il Consiglio di Amministrazione;
  4. d) il Revisore dei Conti".

Per la medesima disposizione, inoltre, la "Fondazione si dota di un Direttore Generale, ai sensi dell'art. 12 del presente statuto, nonché di un Direttore Artistico".

Tutte le cariche statutarie devono essere conferite nel rispetto del d.lgs. 39/2013, che contiene norme in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico; il che la dice lunga sul fatto che la Fondazione Ravello è considerata un ente sì di diritto privato, ma saldamente posto sotto il controllo della Regione Campania.

 

Il Presidente della Fondazione, che presiede anche il Consiglio di Amministrazione (come prescrive il 1° comma dell'art. 7), una volta era nominato dal Consiglio di Indirizzo, mentre per il futuro riceverà l'investitura "dal Presidente della Regione Campania, sentito il Sindaco del Comune di Ravello, tra personalità che, per prestigio, professionalità ed esperienza, possano efficacemente contribuire al perseguimento delle finalità dell'Ente".

Il suo incarico avrà durata triennale, rinnovabile per un uguale periodo, e i suoi compiti sono stati fissati ricopiando quelli del vecchio Statuto.

Quanto al Consiglio di Indirizzo (confermato come organo della Fondazione sebbene nel corso dell'ultimo quadriennio sia stato additato come l'origine di tutti i mali della stessa, e se ne fosse prospettata la sostituzione con un comitato dipersonalità), ricordo che in passato era formato da quattro componenti di nomina regionale, dai tre designati dal Sindaco di Ravello, dai due dalla Provincia di Salerno, e uno ciascuno dai soci ordinari Ministero e Azienda del Turismo di Salerno, oltre a due cooptati da parte dei componenti designati dai soci fondatori; tutti restavano in carica per un intero quadriennio.

Recita, oggi, l'art. 8 dello Statuto: "Il Consiglio di Indirizzo della Fondazione è composto come di seguito indicato:

  1. a) Presidente della Regione Campania o suo delegato che lo presiede;
  2. b) Presidente della Provincia di Salerno o suo delegato;
  3. c) Sindaco del Comune di Ravello o suo delegato;
  4. d) quattro esponenti del mondo della cultura, di cui due nominati dal Presidente della Giunta regionale della Campania e uno ciascuno dal Presidente della Provincia di Salerno e dal Sindaco del Comune di Ravello. Essi restano in carica per la durata del mandato dell'Amministrazione di appartenenza o designante".

Quest'ultima previsione pone in strettissimo collegamento il designante e il designato, facendo cadere il secondo non appena dovesse venire meno il primo, a ulteriore dimostrazione, qualora ve ne fosse bisogno, della completa politicizzazione della Fondazione; appare, inoltre, incomprensibile con riguardo agli "esponenti del mondo della cultura", i quali dovrebbero partecipare a quel consesso a termine, per cedere il posto ad altri esponenti che evidentemente rappresenteranno lacultura delle amministrazioni che verranno dopo.

I compiti del Consiglio di Indirizzo benché ridotti (ad esempio, non approva più i bilanci della Fondazione) restano fondamentali poiché "determina le priorità, le linee programmatiche e gli obiettivi della Fondazione e formula indirizzi sulle attività, i programmi e gli obiettivi della Fondazione, anche su proposta del Presidente della Fondazione" (art. 8, comma 3), sui cui, come su tutti gli altri argomenti, "delibera a maggioranza dei presenti. In caso di parità prevale il voto del rappresentante della Regione" (comma 6).

Un po' di numeri ...per aguzzare la vista!

Nel precedente Consiglio di Indirizzo il Comune di Ravello contava su tre rappresentanti; nel prossimo ne avrà soltanto due, e se mai quei due riuscissero a spuntare la parità dei presenti (vuol dire che degli altri cinque dovrebbero essere assenti tre), comunque soccomberebbero di fronte al voto della Regione, le cui scelte sono dunque destinate a prevalere sempre!

Se è stato un affare sarà il tempo a dirlo, ma così sembra piuttosto una fregatura.

E che il timore sia fondato lo si vede da una piccola differenza, così minuscola che a prima vista potrebbe anche sfuggire.

Il Consiglio di Indirizzo era presieduto dal Presidente della Fondazione, ma da oggi lo presiederà il Presidente della Regione Campania (o un suo delegato); il Presidente della Fondazione è nominato dal Presidente della Regione, sebbene sentito il Sindaco di Ravello, ma gli è sottratta la presidenza del Consiglio di Indirizzo; l'operatività di quest'organo, insomma, sarà sempre al servizio (anche attraverso la prevalenza del voto del Presidente) dei desiderata della Regione.

Per l'art. 9 il Presidente e un componente del Consiglio di Amministrazione sono designati dal Presidente della Giunta regionale; il primo (bontà sua) sentito il Sindaco di Ravello, e il secondo (sempre quale atto di accondiscendenza) sentito il Presidente della Provincia di Salerno; la scelta del terzo componente è stata lasciata al Sindaco di Ravello (senza ascoltare nessuno, per fortuna).

Mentre i componenti del Consiglio di Indirizzo vanno a casa quando vanno a casa quelli che li hanno designati (simul stabunt, simul cadent, mutuando una clausola che nelle società commerciali può legare la sorte degli amministratori), i consiglieri di amministrazione sono inspiegabilmente - sotto il profilo della parità di regolamentazione - svincolati dalle vicende degli enti designanti e restano in carica tre anni, rinnovabili per un solo altro triennio.

All'art. 10 è contenuta l'elencazione dei rilevanti compiti del Consiglio di Amministrazione. In sintesi: approva i bilanci consuntivo e preventivo, accetta donazioni e lasciti, decide acquisti e alienazioni di mobili e immobili "in conformità alle linee programmatiche dettate dal Consiglio di Indirizzo, decide in ordine alle iniziative della Fondazione", nomina e revoca il Direttore Generale e il Direttore Artistico, determinandone il compenso, approva la pianta organica proposta dal Direttore Generale "e formula indirizzi e criteri in materia di assunzione del personale" (per richiamare solo alcune delle funzioni).

Infine, poiché il Consiglio di Amministrazione è validamente riunito solo con la maggioranza dei componenti (due su tre), e delibera validamente con la medesima maggioranza, anche qui è palese la situazione di teorica minoranza del Comune di Ravello.

Annotato che al Collegio dei Revisori dei Conti si è sostituito un Revisore unico (art. 11), l'art. 12 introduce la figura del Direttore Generale, che deve essere scelto "all'esito di procedura selettiva di evidenza pubblica", resta in carica per un triennio e deve operare per la Fondazione "a tempo pieno ed esclusivo" (in chiare lettere, non può ricoprire altri incarichi, autonomi o di lavoro dipendente).

I compiti ricalcano gli stessi che prima erano del Segretario Generale con un'aggiunta (all'art. 12, lett. f), visto che il Direttore Generale "è responsabile della gestione dei beni facenti parte del patrimonio della Fondazione o che alla stessa siano affidati, secondo le indicazioni generali che riceve dal Consiglio di Amministrazione, nel quadro delle linee programmatiche definite dal Consiglio di Indirizzo".

Sarà anche per questa responsabilità che è prevista una retribuzione parametrata a quella della dirigenza pubblica regionale "avuto riguardo a strutture analoghe per organizzazione e budget gestito" (art. 12, comma 6).

Il Direttore Artistico, la cui nomina (di durata triennale) rientra nei poteri del Consiglio di Amministrazione, ma la cui operatività deve andare "in coerenza con le linee programmatiche dettate dal Consiglio di Indirizzo", "elabora il cartellone artistico delle attività concertistiche, e/o di opera e/o di balletto del Festival di Ravello e organizza sul piano artistico ogni altra iniziativa utile a valorizzare l'attività della Fondazione, da sottoporre all'approvazione del Consiglio di Amministrazione"; sceglie, ovviamente, artisti e collaboratori artistici, "cura e coordina ogni altra iniziativa artistico-culturale della Fondazione", è retribuito "sulla base dell'istruttoria del Direttore Generale fondata su analisi di mercato condotte con riferimento ad enti di livello analogo alla Fondazione".

Da ultimo, ai sensi dell'art. 14 "le modifiche dello Statuto sono deliberate dal Consiglio di Indirizzo. La relativa deliberazione deve essere assunta con la maggioranza assoluta dei rappresentanti dei membri Fondatori con il voto favorevole del rappresentante della Regione Campania".

Con l'ennesima disposizione di favore per la Regione il cerchio si chiude, su uno Statuto che in tutta evidenza si ispira al non condivisibile principio che a comandare è chi finanzia!

Scusandomi della ricostruzione pedante, ma necessaria, e con l'auspicio che (anche per sfuggire al costante pensiero della pandemia) possa dar luogo a un dibattito condotto sul piano esclusivamente tecnico, invio i miei consueti

molto cordiali saluti.

Lelio della Pietra

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