Tu sei qui: Lettere alla redazioneFedeltà, lealtà e... coerenza
Inserito da (redazionelda), venerdì 30 gennaio 2015 16:43:17
di Luigi Mansi *
Nei giorni scorsi, mentre a Ravello impazzava la polemica sulla vicenda della mancata riconferma dell'On. Brunetta a Presidente della Fondazione Ravello, negli stessi momenti in cui apprendevo tale "esaltante ravvedimento" da parte dell'ente Comune, ascoltavo con lo stesso interesse gli interventi per la fine dei lavori del Congresso Nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà a Milano, devo ammettere, con una particolare esaltazione dovuta anche alle notizie che arrivavano dalla Grecia. Human Factor è il titolo che si è dato alla tre giorni milanese e "il fattore umano" è diventato un po' il Leitmotiv dell'intera manifestazione. Ho trovato molto interessante un passaggio (se non ricordo male introdotto da Pippo Civati) sul concetto di fedeltà e quello di lealtà in politica. Si ragionava sul fatto che molti credono che fedeltà e lealtà siano sinonimi. La discussione mi ha indotto a un profondo ragionamento sul fatto che la fedeltà, come dire, presenti meno connessioni di carattere morale mentre la lealtà esige, probabilmente, anche una condivisione e soprattutto una certa coerenza nel mantenere in maniera netta gli ideali o quanto meno la linea politica per i quali si decide di essere leali fino in fondo, perché, evidentemente, si condividono fortemente ed anche idealmente quei principi ai quali si intende restare leali, nella vittoria così come nella disfatta. Dunque, ne consegue, che la fedeltà si può vendere più facilmente al miglior offerente e si presta a farci salire o scendere (dipende dai momenti storici) dal carro dei vincitori, perché, in profonda antitesi alla sua etimologia, la fedeltà ha spesso un prezzo. Oggi, più che mai, in politica e di conseguenza nella società civile avremmo molto più bisogno di esempi di lealtà che di fedeltà. Ho preso spunto da questo ragionamento perché domani, mentre a Roma si eleggerà il Presidente della Repubblica, a Ravello ci saranno le elezioni per il Presidente della Fondazione. E, immagino, che a giochi fatti molti parleranno e "fedelmente" saliranno sul carro del vincitore. C'è invece chi lealmente ha portato avanti una propria linea sulla vicenda Fondazione Ravello e non è certo la maggioranza né tantomeno la dirigenza locale del Pd. Costoro, infatti, dalla vicenda della cittadinanza onoraria a Brunetta in poi hanno dimostrato un atteggiamento abbastanza "ballerino".
Diceva Hemingway: "chi dice tre volte io è un idiota". Dovrò passare necessariamente per un idiota ma è doveroso dire che è il gruppo consiliare Ravello nel Cuore - di cui faccio parte - che ha da sempre sollevato la necessità della centralità del Comune all'interno della Fondazione; è il gruppo consiliare di cui faccio parte che ha proposto da ormai quasi quattro anni, attraverso continue interrogazioni, la modifica dello Statuto della Fondazione nonché la modifica dell'articolo 61 dello Statuto Comunale per rendere così possibile una centralità del Comune all'interno della Fondazione e altresì per dare possibilità anche alle minoranze di esibire un proprio rappresentante all'interno del Consiglio di Indirizzo; è il gruppo consiliare di cui io faccio parte che ha più volte proposto che la presidenza della Fondazione sia espressione del Comune di Ravello e andasse al Sindaco stesso in quanto rispondente ai cittadini di Ravello (non a bieche logiche di Palazzo) e in quanto legittimato dal mandato popolare a presiedere un ente (ormai è chiaro) estremamente invadente nei confronti della politica ravellese. Ho la sensazione che dopo quattro anni di minoranza, pur commettendo molti errori, il capogruppo Di Palma ed io siamo stati leali nei confronti dei nostri elettori, del nostro gruppo e al nostro programma. Qualcun altro è stato fedele fino a un certo punto, da ora in poi si vedrà....
*Consigliere Comunale "Ravello nel Cuore" e coordinatore SEL Costa d'Amalfi
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