Tu sei qui: GourmetLa Cucina deve essere irrazionale, lunga vita al Santarosa Pastry Cup [FOTO e VIDEO]
Inserito da (ranews), giovedì 27 settembre 2018 14:26:50
Di Miriam Bella
Senza un pizzico di cuore e di follia, anche il migliore dei piatti sarebbe carente di quel quid in più che serve a trasformare un cibo in un capolavoro.
Perché se da un lato cucinare è un mestiere che possono fare in tanti, basta attenersi alle ricette, farne un'arte è un privilegio che appartiene a pochi. Questo, per sviluppare uno dei pensieri espressi da Carla Icardi, a capo dei progetti food per la MN Holding, che insieme a eccellenze della pasticceria italiana, quali Alfonso Pepe, Gianluca Fusto, Leonardo Di Carlo, Nicola Pansa, Sabatino Sirica e Sal De Riso, lo chef Gennaro Esposito e, non ultimo, il bar chef Salvatore Calabrese, ha costituito la giuria di qualità del Santarosa Pastry Cup 2018.
Il contest gastronomico, tenutosi il 25 di questo mese fra Amalfi e Conca dei Marini, ha visto i cinque pasticcieri finalisti, selezionati sul territorio nazionale, sfidarsi in una rielaborazione personale della celeberrima sfogliatella che dà nome alla manifestazione. Il tema, da svolgere secondo il proprio gusto - e non parlo solo del palato - era "I sette sensi".
Ciascun professionista ha sottoposto il proprio al giudizio degli esperti e di alcuni fortunati assaggiatori, scelti a caso fra gli intervenuti, che hanno costituito la così chiamata "giuria popolare".
Tra una degustazione e l'altra, molte interessanti riflessioni, in particolare su come nel tempo sia stata e sia ancora necessaria un'evoluzione dell'arte pasticcera che, per parafrasare Gianluca Fusto, da tanti definito l'architetto della pasticceria, deve andare verso una maggiore percezione dei sapori e una minore quantità di zuccheri, creando piatti appaganti, grazie all'esaltazione degli aromi.
Ardua, ça va sans dire, la scelta del pasticcere vincitore, ricaduta però per una decina di punti, com'è Sal De Riso a dichiarare, su Giuseppe Manilia di Montesano sulla Marcellana (SA) e sulla sua creazione, la "Santarosa melata", presentata dalla stesso in duplice versione, impiattata per l'assaggio e in una mini bacheca ad hoc per l'esposizione.
«Lavoravo alla Melata da otto mesi - ci confessa Manilia poco dopo la premiazione -. Avevo in mente una cosa fondamentale: la leggerezza. Per questo ho pensato di abbinare la frutta a un dolce ricco di qualità come la Santarosa. La granulosità della mela, poi, mi ha convinto che questa fosse la scelta migliore, per rendere il dolce godibile fino alla fine, senza appesantirlo e senza che nessun sapore coprisse l'altro, ma perché tutti insieme si esaltassero».
E lo scopo, posso garantire per lui, è stato egregiamente raggiunto, così come quello degli organizzatori del contest, Nicola Pansa, Tiziana Carbone e Antonio Vuolo, che è giunto quest'anno alla sua settima edizione, senza perdere di vista l'entusiasmo e la genuinità dell'esordio.
Chiara Giallonardo, presentatrice Rai e già conduttrice del Santarosa Pastry Cup nel 2015, oltre che di quest'ultimo, ha infatti affermato: «Dopo tre anni ho trovato un Premio cresciuto, ma che ha saputo mantenere l'anima. Oggi abbiamo avuto una giuria di altissimo livello, sembrava incredibile vedere riunite tante eccellenze. La professionalità dei cinque finalisti, anche quella era elevata e sono felice di constatare che il Santarosa Pastry Cup stia diventando un importante riferimento nazionale. Poi, diciamoci la verità, con questo evento unisco l'utile al dilettevole, perché tornare in Costiera per me è sempre meraviglioso».
Lunga vita, dunque, all'unica guerra i cui i danni puoi smaltirli passeggiando fra i sentieri della nostra costa.
Lunga vita al Santarosa Pastry Cup: una sfida all'ultima dolcezza.
(Photo: Emanuele Anastasio)
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