Tu sei qui: Storia e StorieUn ricordo di Michele Prisco
Inserito da Bruno Mansi (redazionelda), giovedì 19 novembre 2015 11:44:42
Di Bruno Mansi
Sono 12 anni, quest'anno, dalla scomparsa di Michele Prisco (19 Novembre 2003).
E, voglio partire proprio da questo suo pensiero per tentare di riannodare i fili dei ricordi e riuscire a scandire le tappe di un'amicizia sincera durata quasi vent'anni.
Perché, citando Enzo Biagi, "I ricordi sono la nostra fortuna: in loro c'è tutta la bellezza del mondo".
Incominciando dal ricordo di quel 19 novembre del 1997 giorno del suo settantasettesimo compleanno. Non sapendo di quella ricorrenza avevo organizzato a Palazzo Della Marra la presentazione del suo libro "Il Pellicano di pietra" da poco in libreria. Neanche quella volta volle sottrarsi all'invito. Al suo arrivo a Palazzo Della Marra (come spesso accadeva era Rino ad andarlo a prendere a Napoli) ci informò del suo compleanno. Gino preparò subito una torta; ed insieme alla presentazione del libro festeggiammo anche il suo compleanno. A rendere ancora più piacevole l'occasione contribuì anche la presenza di due suoi amici storici: Luciano Vecchi giornalista, scrittore e regista RAI e il pittore Paolo Signorino.
Era stato proprio Paolo Signorino a farci conoscere alla metà degli anni '80. Stavamo preparando la sua cartella di serigrafie "Omaggio A Ravello". Paolo conosceva Prisco e il suo legame particolare con Ravello da molti anni e su sua proposta pensammo di affidargli i testi della cartella.
Conoscevo Michele Prisco di fama e avevo letto parecchi suoi libri, ma non avevo ancora avuto occasione di incontrarlo.
Andammo a trovarlo a casa sua a Napoli per sottoporgli il progetto e mostrargli i disegni. Rimase entusiasta e accettò la proposta. Da quel giorno si stabili tra noi una sincera amicizia: complice anche il suo amore per il mio paese.
Andavo a prenderlo a Napoli sia per un concerto, sia per una mostra o semplicemente per il piacere di passare una giornata insieme a Ravello. Di frequente con noi c'era anche Paolo Signorino.
Per il matrimonio della figlia Caterina volle farsi realizzare le bomboniere in ceramica da Marco e Piero Cantarella che aveva conosciuto ad una loro mostra al Chiostro Di San Francesco e che apprezzava molto. A volte era accompagnato da Annella, l'altra figlia, anche lei giornalista e scrittrice. In occasione di una mostra di pittura di Paolo Signorino alla galleria Il Punto passammo una splendida giornata a Villa Eva ospiti di Brunella e Paolo Caruso. Dopo pranzo, come era suo solito, Paolo ci deliziò col suo repertorio di canzoni napoletane accompagnandosi con la chitarra.
A volte andavo a trovarlo a "La casarella" suo "buen retiro" di Vico Equense, dove era molto benvoluto e dove riposano le sue spoglie insieme a quelle della moglie Sarah.
Nel '92, insieme a Gore Vidal e Massimo Bignardi, scrisse un bel testo per la mostra di Mario Carotenuto: "Il Sogno Di Ravello".
Ad Amalfi, al salone Morelli, venne a presentare il libro "L'Ansa Della Luna" di Massimo Bignardi di cui ero editore.
Le occasioni di incontro con Michele Prisco sono state veramente molte. Nonostante la differenza di età eravamo riusciti (grazie a lui) a trovare una bella sintonia. Era un uomo colto, gentile, di provenienza borghese, che non metteva disagio e che anzi riusciva a non far pesare né la sua cultura né (per me) la sua superiorità intellettuale.
Nonostante fossi un attivista e militante comunista non parlavamo quasi mai di politica. Ci accomunava invece la passione per la pittura e l'amore per la musica. Naturalmente la letteratura era al centro delle nostre conversazioni.
Michele Prisco è stato uno di quegli incontri importanti, che ti aiutano a crescere, capire e vedere il mondo in modo diverso.
Mi piace concludere questo mio breve ricordo di Michele Prisco con la frase finale di un suo racconto dedicato a Ravello in occasione di una mostra da me organizzata a Villa Rufolo. "L'Incanto Di Ravello" è il titolo di quel racconto.
"E si compongono, luci e suoni e profumi, in un'unica inesprimibile atmosfera di sogno ch'è, semplicemente, l'incanto di Ravello".
"Perché se il ricordo resta costante e inalterato sino a farsi continuo diventa pure un modo di rianimare il passato e ancor più la vita."
Michele Prisco da "Le parole del silenzio"
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