Tu sei qui: Storia e StorieSant’Andrea e la Manna, straordinarie storie di fede
Inserito da Giuseppe Gargano (redazionelda), domenica 29 novembre 2015 11:13:34
di Giuseppe Gargano
L'agiografia insegna che a numerosi Santi sono spesso associati segni, miracoli o strani fenomeni, la cui spiegazione scientifica è allo stato inesistente. Il nostro Apostolo Andrea è collegato ad un avvenimento che si verifica sin dall'epoca del suo tradizionale martirio a Patrasso in maniera assolutamente aperiodica. Si tratta della comparsa improvvisa e senza periodicità di un liquido al quale fu associato il nome di "manna", sicuramente in memoria della manna biblica. Il fenomeno continuò a manifestarsi dal IV secolo a Costantinopoli, dove fu trasferito il corpo del Primo Chiamato per essere tumulato nella chiesa dei Ss.Apostoli. L'8 maggio del 1208 le sacre spoglie dell'Apostolo furono tumulate nella cripta della cattedrale di Amalfi, trasportate dal cardinale amalfitano Pietro Capuano, il quale, legato pontificio alla IV crociata, le prese, insieme a tante altre reliquie di Santi, dalla chiesa dei Ss. Apostoli, in virtù di una "pia fraus", come giustamente sostiene lo storico austriaco Werner Maleczek.
Il fenomeno della manna tornò a manifestarsi ad Amalfi la sera del 29 novembre 1304, quando un vecchio indicò al sagrista la presenza di un liquido strano sparso al di sopra della tomba di Sant'Andrea. Da allora in poi la manna fu sempre raccolta ad ogni sua apparizione e conservata in ampolle di vetro. Essa veniva somministrata agli ammalati, che spesso guarivano, come confermano varie testimonianze cronachistiche.
Si è a conoscenza che ci furono ciechi che ottennero la vista, storpi che camminarono, malati terminali che tornarono in piena salute. Alcuni lustri visitatori vollero di persona conoscere i segreti taumaturgici di questo liquido miracoloso: Santa Brigida di Svezia, il viaggiatore inglese Thomas Hoby (amico dei duchi Piccolomini di Amalfi), il vicerè di Napoli de Castro, che offrì capitali per gli addobbi artistici della cripta, Torquato Tasso, il quale nella "Gerusalemme Liberata" scrive: «il divo che Amalfi di manna instilla».
Ci sono giorni stabiliti per la raccolta della manna, la quale può o non può manifestarsi oppure apparire in quantità minime (una goccia). Questi giorni sono il Natale, la Pasqua, l'Immacolata le vigilie relative alle festività del Santo (26 giugno e 29 novembre). Nel corso del XVI secolo il fenomeno addirittura cessò a tal punto che fu completamente dimenticato.
La statistica relativa alle effusioni della manna, puntualmente registrata dai parroci, evidenzia che la quantità più consistente si mostra il 28 gennaio, la ricorrenza del definitivo ritrovamento del cranio del Santo, nascosto in altro luogo della cripta, allo scopo di conservare una cospicua reliquia nel caso l'intero corpo fosse stato prelevato da invasori stranieri.
Varie testimonianze supportate da analisi dirette, effettuate da esperti studiosi stranieri del passato, hanno messo in evidenzia che il misterioso liquido sarebbe una sostanza oleosa di tipo organico inodore, incolore, insapore ma forse in qualche situazione profumata.
La manna può anche essere raccolta in circostanze particolari e occasionali. Quando l'arcivescovo Ercolano Marini giunse ad Amalfi nel 1915 per assumere la guida dell'archidiocesi, fu subito interessato da un caso straordinario: un giovane aveva tentato il suicidio per amore ed era rimasto in coma. L'arcivescovo, allora, convocò nella cripta alcune donne; insieme pregarono a lungo fino a quando sulla tomba dell'apostolo non si manifestò la manna. Essa, raccolta, fu fatta bere al moribondo, il quale miracolosamente uscì dal coma e tornò definitivamente alla vita terrena.
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