Tu sei qui: AttualitàUn attimo... una vita
Inserito da (redazionelda), venerdì 26 agosto 2016 10:32:52
di Antonio Schiavo
Ci sono attimi della vita nei quali la nostra spocchiosa prosopopea batte una profonda e dolorosa musata contro l'imprevedibilità e l'imponderabilità del destino. In quegli attimi, quando la terra trema, un fiume tracima o una tempesta travolge tutto, ti trovi a fare i conti con una piccolezza intrinseca che fino ad un momento prima avevi negato a te stesso e soprattutto al cospetto degli altri. E avevi pensato che tutto ti era concesso: costruire ai margini di un torrente, fregartene delle più elementari norme antisismiche, violentare un bosco o un costone di montagna, ritardare interventi necessari.
Poi, d'un tratto, un boato e la debolezza viene a galla, in un nanosecondo tutto quello che hai realizzato letteralmente ti si sbriciola fra le mani.
Lo sguardo attonito e impaurito vaga alla ricerca di qualcosa che ti sostenga e ti tenga aggrappato a quella vita che pensavi insulsamente di poter dominare cadenzandone a tuo piacimento gli eventi.
Oggi Amatrice, Accumoli, ieri l'Aquila e, anco prima, Mirandola, San Giuliano, Assisi, Sant'Angelo dei Lombardi: stazioni di una Via Crucis per un territorio bello e dannato, sedimentato su una crosta terrestre in perenne assestamento e, proprio per questo, memento imperituro per una lungimiranza che non c'è e un'educazione ambientale che non dimora nelle menti nostre e di chi governa le politiche urbanistiche.
Sempre come se fosse la prima volta: dirette televisive che arrancano alla ricerca dello scoop, microfoni piantati sulla faccia terrorizzata di una mamma che cerca disperatamente un figlio forse sepolto fra le macerie, zoommate sulle piccole cose dei nostri piccoli mondi andati in frantumi in quel medesimo attimo. Fra dieci giorni tutto purtroppo tornerà come prima, rimarranno le gesta eroiche e solidali di volontari e Forze dell'Ordine accorsi da tutta Italia, il dolore dei superstiti, lo smarrimento e il senso di colpa dei sopravvissuti. E le promesse reiterate e sempre uguali: «Nessuno sarà lasciato solo!», «Mai più», presto dimenticate nei balletti della politica, nei piccoli cabotaggi parlamentari, nell'enfasi su riforme della tutela del territorio che riforme non sono.
Piomberà il silenzio su Amatrice, su Accumoli, le luci si spegneranno, i volontari - stremati - torneranno a casa.
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