Tu sei qui: Salute e BenessereSanità: la Campania ultima nella rete dell’emergenza-urgenza secondo l'indagine Agenas
Inserito da (PNo Editorial Board), martedì 26 marzo 2024 16:03:38
Essere veloci nel primo intervento può significare la differenza tra la vita e la morte, specialmente quando si tratta di patologie gravi come gli infarti e gli ictus. Le cosiddette Reti tempo-dipendenti, che comprendono quelle cardiologiche e quelle legate all'Emergenza-urgenza, rivestono un ruolo cruciale in queste situazioni.
Secondo la terza "Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti" condotta dall'Agenas nel 2023 e presentata ieri, 25 marzo, i Pronto soccorso rappresentano proprio la spina nel fianco di varie Regioni, in primis la Campania.
In Italia le differenze sono lampanti: le regioni del Nord si distinguono per la loro maggiore tempestività nell'assistenza e nella presa in carico dei pazienti, mentre il Sud e le aree interne del Paese tendono ad avere performance più scarse, come evidenziato dal caso della Campania, che risulta ultima per le prestazioni dei Pronto soccorso.
I tempi di attesa sono elevati nella maggioranza delle regioni, ma il tasso di abbandono dei Pronto Soccorso da parte dei pazienti è alto soprattutto in Campania, Sardegna e Sicilia. Per quanto riguarda la Rete cardiologica, la Campania va un po' meglio: collocandosi a metà classifica. I dati sulla mortalità a 30 giorni dal ricovero per infarto miocardico acuto (IMA) e sulla percentuale di infarti trattati con angioplastica coronarica (Ptca) entro 90 minuti dal ricovero evidenziano una situazione critica, soprattutto nel Mezzogiorno.
«Varie le ragioni del divario di performance tra le regioni, ma molto pesa anche - ha spiegato Francesco Saverio Mennini, capo Dipartimento Programmazione del Ministero della Salute - la mancanza dal 2006 di un Piano sanitario nazionale; in assenza di un tale piano è difficile programmare in maniera corretta in ambito sanitario anche ai fini dell'implementazione delle Reti tempo-dipendenti».
«Questi dati - ha concluso il direttore Dipartimento Area Sanitaria dell'Agenas, Antonio Fortino - non sono solo numeri, ma dietro ci sono delle persone e dei pazienti. Dietro questo lavoro, che proseguiremo, c'è anche una forte spinta etica».
(Foto: Massimiliano D'Uva)
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