Tu sei qui: NecrologiScala dice addio a Peppe 'O Capitano: da pizzaiolo a imprenditore alberghiero a Treviso
Inserito da (redazionelda), venerdì 2 dicembre 2016 14:27:29
«Oggi ci lascia un grande Scalese, che ha sempre portato in Alto il nome di Scala. Riposa in pace Peppe O' Capitano». Attraverso questo messaggio postato ieri sera su facebook era stato l'assessore del Comune di Scala Salvatore Bottone a dare notizia della morte di Giuseppe Ingenito, il re della pizza a Treviso. La sua una storia da Libro cuore: in Veneto ci era andato, come tanti giovani della costiera in cerca di successo, a vent'anni.
Erano i mitici anni Sessanta, quelli del boom economico, con l'Italia che cresceva a dismisura. Era un bravo e volenteroso pizzaiolo Giuseppe, capace di crearsi, mattone su mattone, quel futuro tanto sognato tra i monti rigogliosi della sua Scala, il paese del cuore, mai dimenticato, tanto da condurre un albergo col nome del suo paese: l'hotel Scala. Non vi era estate in cui Peppe, "'O Capitano" non trascorresse le vacanze nella piazza del Municipio per la consueta partita a carte con gli amici di sempre davanti il bar caffetteria, lì dove il tempo sembrava essersi davvero fermato.
Stamani il quotidiano "La Tribuna di Treviso" racconta che a storia della pizza a Treviso l'hanno fatta lui e Alfonso Mansi. Fu proprio lo storico titolare della pizzeria "da Fausta" a chiamare Giuseppe Ingenito a lavorare a Treviso. Erano compaesani, entrambi di Scala, Giuseppe "Beppe" (poi diventato un più trevigiano "Bepi").
La pizza, a Treviso, nasce così. È il 1958 quando Ingenito mette piede per la prima volta davanti al forno della Fausta, ci lavora alcuni mesi poi si getta a scoprire il territorio e soprattutto le località turistiche dove la piazza diventa emblema di convivialità e italianità a prezzo popolare: Lignano, Caorle, Udine e Montebelluna. Poi ritorna a Treviso, ancora con Mansi. Nel 1970 apre "la Carla". Il locale porta il nome della moglie che ha conosciuto proprio a Treviso: mente lui creava pizze sul bancone della Fausta lei lavorava a due passi, per la pasticceria Casellato. È un amore fortissimo e interminabile. Insieme creano uno dei locali che diventa punto di riferimento culinario della città ma soprattutto creano una famiglia. I figli Francesco e Lisa nascono e crescono tra ricette, convivialità, giovialità.
«Era una uomo capace, allegro, sempre pronto» raccontano i tantissimi amici che "Bepi" aveva conquistato a Treviso dove nel tempo divenne anche personaggio di riferimento diventando proprietario dell'Hotel Scala e lanciandosi (sempre con Alfonso Mansi) nell'avventura del Treviso Calcio.
Tante le passioni, due su tutte: la Juve e la moto. Da anni era membro del Bmw club di Treviso con cui condivise l'ultima "zingarata" l'anno scorso, prima di scoprire il male che lo ha portato alla morte ieri pomeriggio al Ca'Foncello di Treviso. Viveva a Santa Maria del Rovere dove saranno anche celebrati i funerali. Lascia un vuoto grandissimo in città e in famiglia. «Un papà dal cuore d' oro e un uomo buono di animo che ha sempre aiutato molta gente e non si è mai tirato indietro» lo ricordano i familiari fino all'ultimo con lui.
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