Tu sei qui: Eventi e SpettacoliRavello, i capolavori della Scuola Napoletana e le Sonate Beethoven nel week-end dell'Annunziata
Inserito da (redazionelda), venerdì 20 settembre 2019 09:02:15
I chitarristi Rosario Ascione e Giuseppe Aversano proporranno per il concerto di stasera (venerdì 20 settembre), all'Annunziata un programma ideato come omaggio alla Scuola Musicale Napoletana. Napoli nella prima metà del Settecento era senza dubbio una delle città più vivaci dal punto di vista musicale. Lì si trasferirà Giovan BattistaPergolesi dove ebbe modo di studiare composizione con alcuni dei più celebri autori della Scuola musicale napoletana, come Francesco Durante. Attivi a Napoli furono anche Domenico Cimarosa, una delle figure centrali dell'opera buffa del tardo Settecento e Pietro Domenico Paradies, noto per il suo stile colto e raffinato, dotato di fantasiosa inventiva e ricco di virtuosismi.
Oltre a pezzi di tutti questi importanti compositori, Ascione e Aversano ci proporranno la trascrizione per chitarre del largo dall'Inverno di Antonio Vivaldi e un interessante brano di Erik Satie dal titolo "Le Piccadilly", un pezzo da cabaret scritto in stile ragtime. Introduce poi l'antologia conclusiva di canzoni popolari napoletane e celtiche la tarantella op. 18 di Raffaele Calace che sarà eseguita su chitarra e cavaquinho.
Sarà Interamente dedicato a Beethoven il concerto che il pianista calabrese Giuseppe Maiorca terrà sabato 21 settembre al complesso monumentale dell'Annunziata con l'esecuzione di tre delle 32 sonata del genio tedesco.
Composta negli anni 1798 e '99, quando Beethoven cominciava a temere per il suo udito, la Sonata in do minore op. 13 «Patetica», fra le composizioni pianistiche del cosiddetto primo periodo beethoveniano, è il più fulgido esempio del focoso temperamento del giovane compositore di Bonn e, allo stesso tempo, la più ricca di ambizioni sinfoniche. Temperamento e ambizioni che inducono Beethoven a forzare i limiti naturali della tastiera e a piegarne la materia sonora alle sue urgenti necessità espressive. Sarà lo stesso autore a dare il titolo di «patetica» all'op. 13.
La Sonata op. 54 è una delle più sorprendenti che Beethoven abbia scritto. Non piacque quando fu pubblicata (1806), non piacque in genere ai commentatori del secolo scorso e ancora oggi fa fatica ad entrare in repertorio. Tra le due grandi sonate beethoveniane del 1804, la Waldstein e l'Appassionata, troviamo questa piccola opera senza titolo e in due soli movimenti. Fu pubblicata a Vienna nell'aprile del 1806, senza dedica e col titolo di Sonata op. 54. Per lungo tempo fu fonte di infinite discussioni sulla sua forma e sulla sua origine. Al di là di qualsiasi valutazione di merito, molto probabilmente si è trattato di una scelta di estrema libertà da parte di Beethoven, con la stesura di una forma svincolata dalle convenzioni e fondata su un'idea di fantasia.
Scritta tra il 1803 e il 1804 e pubblicata nel 1805, la Sonata in do maggiore op. 53 «Waldstein» rappresenta, insieme all'Appassionata, il punto culminante della cosiddetta «seconda maniera» beethoveniana, in cui profondità dell'ispirazione e virtuosismo strumentale si fondono in un unico, possente blocco di stupefacente modernità. Conosciuta anche come Waldstein-Sonate, dal dedicatario, il conte Waldstein, protettore del compositore negli anni giovanili di Bonn.
Il calendario della stagione concertistica 2019-2020, diretta da Antonio Porpora Anastasio - è disponibile su www.ravelloarts.org
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