Tu sei qui: Eventi e SpettacoliChamber music in Ravello: all'Annunziata inizio di settimana con Schubert
Inserito da (redazionelda), lunedì 10 settembre 2018 09:16:08
Stasera (lunedì 10 settembre), nella suggestiva cornice dell'Annunziata a Ravello l'Ager Piano Trio propone un programma interamente dedicato a Schubert.
L' Ager Trio, formato dal violinista Ilario Ruopolo, il violoncellista Francesco D'Arcangelo e il pianista Pasquale Russo - presenterà, eseguirà il Trio D.929 op.100, che fa il paio con l'altro trio di Schubert (D.898) scritto anch'esso nel 1827. Con queste due opere Schubert raggiunse una fusione perfetta fra le due diverse facce della musica per organici cameristici con pianoforte nella Vienna della restaurazione: da una parte la musica brillante di semplice intrattenimento e dall'altra la più pura musica da camera ispirato alla lezione di Haydn, Mozart e Beethoven. Rispondendo ad una domanda del suo editore, Schubert affermò che il Trio D.929 non è dedicato a nessuno, se non a chi l'apprezzerà. Il compositore ha voluto così affidare la sua composizione a un pubblico ideale, capace di comprenderla. Schubert morirà appena qualche mese dopo, e questa affermazione suona quasi come un testamento spirituale. Il Trio D.929, di ampia durata (circa 45 minuti) sarà preceduto dal breve "Notturno" D.897. Pubblicato per la prima volta nel 1846 con il titolo apocrifo di "Nocturne", nelle edizioni successive italianizzato in "Notturno", questo brano fu composto probabilmente alla fine del 1827 come primo movimento di un lavoro di più vaste dimensioni.
Mercoledì 12 settembre sarà la volta del pianista pugliese Marco Grieco, con un recital di musiche di Brahms, Schubert e Debussy.
Le Quattro ballate op. 10 appartengono alla produzione giovanile di Johannes Brahms, essendo state scritte nel 1854, all'età di 21 anni. Nel loro insieme, le Quattro ballate compongono un ciclo unitario ispirato alla ballata popolare scozzese Edward, tradotta e divulgata in tedesco da Herder. Lo stesso poema sarebbe stato utilizzato più tardi per un'altra composizione di Brahms.
Poi Grieco si cimenterà nella sonata D. 537 di Franz Schubert. A lungo Schubert verrà associato ad un'idea di musica tipicamente borghese fatta di tenerezza lirica e sentimentale, senza tener conto del lato oscuro e profondo della sua personalità. Oggi fortunatamente questa immagine oleografica di Schubert è completamente dissolta. Emblematica in questo senso è la fortuna critica delle Sonate pianistiche. La Sonata in la minore D. 537 è la prima del gruppo di sette composte nel corso del 1817, di grandissimo fascino e interesse, che mostrano già in assoluta evidenza i più tipici caratteri del linguaggio schubertiano.
Concludono il concerto due pezzi di Claude Debussy. La raccolta Estampes, composta nel 1903, comprende tre deliziosi quadri musicali dal forte carattere descrittivo, frutto della notevole maturità compositiva raggiunta da Debussy in quegli anni. Con una battuta di spirito Debussy annunciò al direttore d'orchestra Andre Messager il titolo delle Estampes: «Quando uno non può pagarsi un viaggio, bisogna immaginarlo con la fantasia». Infatti la suite è composta da 3 brani evocativi di luoghi lontani. Pagodes richiama alla mente dell'ascoltatore l'immagine di meravigliose pagode che si stagliano su un incantevole paesaggio orientale; con La soirée dans Grenade ci troviamo completamente immersi in una calda atmosfera spagnola fin dalle prime note, misteriose e lontane. L'ultima stampa (Jardins sous la pluie) ci riporta al clima parigino. E' questa forse la pagina pianistica più nota di Debussy e conclude la suite con la descrizione musicale di un acquazzone autunnale. Questo meraviglioso brano, grazie all'equilibrio formale e alla scrittura musicale di grande effetto, è da tempo pietra miliare del repertorio pianistico.
Conclude il programma l'ultimo preludio dal secondo libro L.131, Feux d'artifice. Il brano si riferisce ai festeggiamenti della festa popolare francese del 14 luglio, come suggerisce la citazione della Marsigliese che troviamo alla fine del brano.
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