Tu sei qui: Eventi e SpettacoliA Scala il desiderio d'essere umani
Inserito da (redazionelda), domenica 9 settembre 2018 18:08:03
di Miriam Bella
"Il giorno in cui scoprii di provare odio, decisi che non avrei più odiato nessuno, nemmeno chi mi aveva imprigionato."
Oleg Mandic, l'ultimo dei bambini usciti da Auschwitz, conclude così il suo intervento tenutosi ieri a Scala, il comune più antico della Costa d'Amalfi, in occasione di "Scala incontra New York".
L'evento, che porta la firma di Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, e scalese di origine, è giunto quest'anno alla diciassettesima edizione, sempre con lo scopo primario di commemorare le vittime dell'undici settembre del 2001. E il ricordo, a Scala, avviene attraverso la parola ed è occasione di confronto fra ospiti illustri, rappresentanti del mondo artistico e culturale di calibro internazionale. Accanto al già citato Mandic, solo per riportarne alcuni, il fotografo Oliviero Toscani, illuminante e provocatorio, il critico d'arte Philippe Daverio, un piacere sentirlo parlare, Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, secondo il quale è giunto il momento di rivedere l'antico motto latino per cui "Si vis pacem, para bellum" (Se vuoi la pace, prepara la guerra), poiché se davvero si desidera la pace è per la pace che bisogna lavorare, Carlo Verna, presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti, che citando il Manifesto di Assisi del 2017 ricorda a tutti di "Non scrivere degli altri quello che non vorresti fosse scritto di te", sottolineando così il peso e la responsabilità delle parole e di chi le usa; ancora, Andrea Iacomini, portavoce del Comitato Italiano per l'Unicef con cui abbiamo realizzato un'approfondita intervista che leggerete a breve, Muhammad Yunus, premio Nobel per la Pace nel 2006 ed Emilio Isgrò, noto come "l'artista delle cancellature".
Ciascuno con la propria storia, ciascuno con una parola scelta per ricordare una delle vicende che più ha segnato noi e il nostro tempo.
A concludere la serata ci ha poi pensato Al Bano, che con i suoi brani più noti, insieme all'Inno di Mameli e al "Va, pensiero", ha fatto cantare gli oltre duemila accorsi in piazza da tutta la Costiera per la sua esibizione, non risparmiandosi neanche, a fine concerto, i meritati bagni di folla. "Scala incontra New York", si dimostra a conti fatti un'iniziativa dal nome solo all'apparenza altisonante, e forse per qualcuno pretenzioso fatto il confronto fra la piccola cittadina e la "grande mela", mentre nel concreto non è che un momento - magari ce ne fossero di più - per gettare un ponte fra realtà diverse, per far riflettere mettendo in risalto ciò che ci rende simili, a discapito di ciò che ci allontana, un ponte fatto di accoglienza.
Perché, come spesso ha ribadito anche il Papa che di San Francesco porta il nome, è necessario ricordare oggi più che mai che, al di là di ogni differenza, siamo tutti esseri umani.
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