Tu sei qui: Eventi e SpettacoliA Ravello week-end di musica da camera all'Annunziata tra Beethoven e i Beatles
Inserito da (redazionelda), giovedì 28 giugno 2018 18:59:18
Il weekend musicale della Ravello Concert Society al Complesso Monumentale dell'Annunziata per questo week-end propone due appuntamenti di sicuro interesse che spaziano dai grandi classici della letteratura pianistica ottocentesca a quelli della musica leggera degli anni Sessanta riscritti in forma classica da compositori contemporanei.
Si inizia venerdì 29 giugno con il recital della pianista Cinzia Dato. La musicista siciliana aprirà il suo concerto con la Sonata n.30 in mi maggiore op. 109 di Ludwig van Beethoven.
E' questa la prima del gruppo delle ultime tre Sonate pianistiche del compositore tedesco (scritte tra il 1819 e il 1822), dove ritroviamo quell'assoluta libertà fantastica che, superando i limiti della tradizionale forma-sonata, caratterizzò il cosiddetto terzo stile di Beethoven, l'ultima fase compositiva segnata dal totale isolamento di Beethoven nei confronti del proprio tempo e di quello che era stato il suo pubblico negli anni della produzione sinfonica e dello slancio contenutistico delle opere di maggior impegno ideale.
Il programma prevede poi Rachmaninoff con due preludi. Il preludio in do diesis minore, Op. 3, No. 2, è una delle più famose composizioni di Sergej Rachmaninov e fa parte di una raccolta intitolata "Cinque pezzi per pianoforte". Il brano venne eseguito per la prima volta dall'autore il 20 settembre 1892 l e rappresentò il debutto di Rachmaninoff come pianista.
Più tardo è il secondo preludio scelto dalla Dato, "A la marcia" in sol minore, il quinto dei 10 preludi op. 23. Pubblicata nel 1904, la raccolta dei 10 Preludi fu pensata per formare, insieme ai 13 dell'op. 32 e al Preludio in do diesis minore op. 3 n. 2, un ciclo di 24 Preludi che abbracciassero tutte le tonalità. A partire da Bach, con il suo Clavicembalo ben temperato, molti musicisti erano rimasti affascinati dalla possibilità di comporre un brano in ogni tonalità del sistema armonico con l'idea di poter sondare le caratteristiche di ogni singola tonalità, come nell'altra celebre raccolta dei 24 Preludi op. 28 di Chopin. In Rachmaninov l'influenza chopiniana è molto forte anche se i suoi Preludi sono più lunghi e strutturalmente più complessi di quelli del compositore polacco. Il n. 5 (Alla marcia in sol minore) è forse il più famoso dei dieci, non solo per il tipo di scrittura pianistica molto robusta, ma soprattutto per il modo in cui è costruito, tipico di Rachmaninov.
La composizione segue infatti una curva espressiva nella quale l'elemento iniziale (eroico e baldanzoso) viene ripetuto ossessivamente in un crescendo dinamico pieno di energia, interrotto da una parte centrale più cantabile.
Il secondo tempo del recital è dedicato a Liszt. Si comincia con i 3 Sonetti del Petrarca S 270b, composti inizialmente per voce e pianoforte, trascritti poi per solo piano ed inseriti nel Les Années de Pèlerinage II. Definite "Diarii di un turista d'alta cultura e di fervida penna", le "Années de pèlerinage" vogliono essere in effetti una descrizione in musica di luoghi e di letture. Liszt scrisse tre di queste raccolte negli anni 1836, 1838/39, 1867/77. La seconda, nata durante il primo soggiorno romano, è articolata in sette episodi, tre dei quali intitolati a sonetti del Petrarca.
L'ultimo brano in programma è il Mephisto Waltz, sempre di Liszt, tratto dal secondo di due poemi sinfonici per grande orchestra, ispirati da due episodi del Faust di Lenau: «Der nüchtliche Zug» (Il corteo notturno), e «Der Tanz in der Dorfschenke» (La danza nell'osteria del villaggio). Liszt stesso trascrisse il secondo in una versione concertistica per pianoforte a due mani, intitolandola Mephisto-Waltz. Il passo del Faust al quale si riferisce è quello della scena in cui Faust, capitando in una osteria dove ballano dei contadini, si invaghisce di una bella ragazza e chiede a Mefisto di conquistargliela. Il diavolo lo accontenta prendendo il violino di un suonatore dell'orchestrina e suonando un Valzer di seduzione, ove si alternano passi fantasticamente demoniaci a languide, sensuali cantilene.
La prima parte del concerto del 30 giugno riprende e traspone per la classica formazione del Trio con pianoforte un successo mondiale dal titolo "Beatles go Baroque" di Peter Breiner. Il progetto originale si riassume in famosissimi brani del celebre quartetto di Liverpool, trascritti nello stile del concerto grosso alla maniera di alcuni dei compositori del XVIII secolo, come Vivaldi, Corelli, Bach e Handel. Il genere musicale del "concerto grosso" è una forma di concerto tipica della musica barocca italiana in cui il materiale musicale è trattato in forma di dialogo tra due sezioni dell'orchestra, il "concerto grosso", ovvero tutti, ed il "concertino", cioè un piccolo gruppo di solisti. Il M° Roberto Vecchio, violoncellista del trio Musikanten, ha voluto a sua volta adattare questi arrangiamenti ad una formazione completamente diversa, il trio con pianoforte, cercando però di non stravolgere lo stile e le atmosfere del pezzo originario. Dei quattro "Beatles go Baroque" arrangiati da Breiner, saranno eseguiti il numero 2, nello stile di Antonio Vivaldi ed il numero 4 nello stile di Arcangelo Corelli.
La seconda parte del concerto propone in prima esecuzione assoluta una serie di pezzi cult dei Beatles trascritti, alla sua maniera, dal compositore italiano Roberto Marino che, a riguardo dice: "... Ho sempre amato i Beatles e la musica di quei tempi. La commissione di questi arrangiamenti da parte del trio Musikanten ha rappresentato per me una emozionante sfida. L'ho affrontata nel mio stile, con un pizzico di humour: il titolo della raccolta (Beatles go Impressionist) cita un divertente esercizio di stile di Woody Allen chiamato "Se gli impressionisti fossero dentisti". Ho voluto intitolarlo così proprio per porre l'attenzione alla mescolanza di stili da me utilizzati citando autori della musica classica sia nella loro cifra stilistica sia citando qualche loro passo. Nel brano "Back in USSR", per esempio, compaiono frammenti di noti pezzi di importanti gruppi progressive degli anni ‘70 che tanto devono ai Fab four come ispiratori della loro musica. Naturalmente lo humour da me usato non è irrispettoso nei loro confronti: si sorride "con" e mai "di". Buon Ascolto!".
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