Tu sei qui: Cronaca"La Città". Amalfi, dopo 41 anni l’Enel si riprende il parcheggio di Pogerola
Inserito da (redazionelda), venerdì 4 ottobre 2019 11:02:31
Dimenticarono di completare la procedura di esproprio ed il parcheggio "free" di Pogerola risulta ora su un terreno privato. Lo stabilisce una sentenza del Tar di Salerno che ha dato ragione al ricorrente: l'Enel Italia Srl. Sia il Comune di Amalfi sia l'Iacp di Salerno sono stati condannati alla restituzione del suolo, perché occupato indebitamente, e al risarcimento del danno, che dovrà essere calcolato dal momento dell'indebita occupazione che risale al 1981. A darne notizia il quotidiano "La Città di Salerno" in un articolo a firma di Massimiliano Lanzotto.
I giudici della Seconda sezione del Tar (presidente Olindo Di Popolo) hanno respinto l'ipotesi difensiva dell'Ente municipale sull'avvenuta acquisizione dell'area parking per usucapione.
Per ricostruire la complicata vicenda amministrativa bisogna tornare indietro di ben 41 anni, al 2 agosto 1978 quando il sindaco dell'epoca firmò il decreto di occupazione temporaneo ed urgente ed affidò l'area all'Istituto case popolari per la realizzazione di un complesso di edilizia residenziale pubblica. Il decreto fissava il tempo di occupazione in tre anni. Entro detto termine andavano costruite sia le case sia il decreto definitivo di esproprio. Nulla è stato fatto. Anzi, è stato realizzato tutt'altro. Soprattutto, la procedura amministrativa è rimasta a lettera morta.
Una prima constatazione fu fatta nel 2002 quando, in seguito ad un sopralluogo, fu accertato che non era stato realizzato il complesso residenziale. Sull'area, infatti, c'è una grossa limitazione urbanistica che la rende incompatibile per la costruzione di civili abitazioni: è attraversata da un elettrodotto che ne impedisce l'intervento edilizio. Il Comune, allora, pensa di sfruttare quell'area, che non ha mai acquisito, per realizzare una piazzola di sosta, un parcheggio per autobus di linea e allargare la sede stradale. Di sicuro è stata realizzata una riqualificazione della frazione collinare, ma gli interventi - secondo i giudici amministrativi - sono stati realizzati senza i necessari titoli. Per dirla in modo più semplice: il Comune è intervenuto su di un terreno che non faceva parte del patrimonio comunale. Dunque, un'occupazione illegittima.
L'Enel Italia, nel frattempo subentrata alla Dalmazia spa, presenta ricorso al Tribunale amministrativo per tornare in possesso dei cespiti di Pogerola, chiedendo anche il risarcimento per il deprezzamento del bene oltre al pagamento delle somme occorrenti per ripristinare lo stato dei luoghi. In particolare, la difesa della società elettrica batte sul cambio dell'originario progetto di pubblica utilità (da case popolari a parcheggio) che invalida l'intero processo di espropriazione. L'Iacp, che si è costituita in giudizio, si è appellato alla cosiddetta "accessione invertita", sostenendo la maturata usucapione del fondo oggetto di causa in favore del Comune di Amalfi. Dunque chiedeva il riconoscimento dell'intervenuta prescrizione del diritto di risarcimento. Lo stesso ha sostenuto la difesa dell'Ente municipale. Ovvero la maturata usucapione e la prescrizione quinquennale della pretesa risarcitoria.
Nel merito della sentenza, i giudici hanno affermato che né il Comune né l'Iacp «hanno fornito riscontri concreti a giustificare l'uno l'esclusiva responsabilità dell'altro». Né lo stesso Comune «nulla ha dedotto circa la sua omessa vigilanza del corretto andamento della procedura espropriativa». Né tanto meno l'Iacp ha dimostrato di aver formalmente restituito il bene al Comune. Ed è per queste motivazioni che il Tar ha ritenuto entrambi gli Enti responsabili, condannandoli al pagamento delle spese per l'occupazione indebita che ha avuto una durata record di 41 anni.
La lunga vertenza giudiziaria e amministrativa, instaurata nel 2004, si è conclusa due giorni fa quando, finalmente, è stata pubblicata la sentenza che accoglie parzialmente il ricorso dell'Enel. Per le casse comunali sono un brutto colpo. Anche se - va ricordato - il giudizio non è definitivo. Il Comune, guidato dal sindaco Daniele Milano, e Iacp possono sempre appellarsi al Consiglio di Stato.
Fonte: "La Città" di Salerno
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