Tu sei qui: CronacaIl rapinatore 15enne tolto alla famiglia. «Il recupero possibile solo grazie alla comunità»
Inserito da (redazionelda), venerdì 4 gennaio 2019 12:42:42
Quindici anni, armato di coltello, rapinava i coetanei di soldi e telefonini. Cresciuto senza il padre e con una situazione familiare definita dai servizi sociali «multiproblematica con conseguente comportamento deviante del minore», è stato scarcerato dopo una perizia psicologica che ha accertato che al momento della commissione dei reati, il 15enne - assistito dagli avvocati Angelo Gesummaria e Oscar Farace di Minori - non era in grado di intendere e di volere. L'adolescente, però, non tornerà a casa poiché come sancito dal tribunale «il nucleo familiare ha dimostrato di non sapere contenere gli atteggiamenti irregolari del ragazzo». È una storia di degrado familiare e sociale quella finita davanti al tribunale per i minori che, mostrando ancora una volta una grande sensibilità e attenzione nei confronti del soggetto da recuperare, ha ritenuto che nel caso specifico il luogo più idoneo per il «recupero» dell'adolescente, obiettivo primario da conseguire, non fosse la famiglia, luogo nel quale è maturato il comportamento deviante del 15enne, ma la comunità dove, attraverso un percorso educativo di studio e volontariato, il ragazzino potrà gradualmente reinserirsi nel tessuto sociale.
La vicenda da mesi è al vaglio della Procura del tribunale minorile e dei servizi sociali che stanno tentando in tutti i modi di recuperare il 15enne. È il dicembre 2016 quando il ragazzino, iscritto al primo anno dell'istituto agrario di Salerno e sospeso dalla scuola dove aveva reso la vita impossibile ai suoi compagni, finisce in una comunità educativa di Pontecagnano, suo luogo di residenza, su disposizione del tribunale per i minori. Lì intraprende un percorso di studio e di volontariato: nella relazione, con la quale viene motivata la sospensione del minore dalle lezioni, i servizi sociali evidenziano «il difficoltoso inserimento nel nuovo contesto scolastico e le complicate relazioni con i compagni»; in un primo momento vengono sospesi persino gli incontri tra l'adolescente e la madre. Poi, pian piano, il ragazzino sembra riacquistare la serenità perduta soprattutto attraverso il volontariato presso un'associazione di soccorso e un'altra destinata alla cura degli animali randagi.
Le speranze di recuperare l'adolescente, però, cominciano a infrangersi lo scorso febbraio: in compagnia di un coetaneo, anche lui identificato dagli inquirenti, comincia a rapinare alcuni ragazzini dell‘oratorio di Pontecagano minacciandoli allo scopo di farsi consegnare soldi e telefonini. Sono le denunce dei genitori delle giovanissime vittime, un 13enne e un 12enne, a portare a galla la vicenda: il 15enne ed il suo coetaneo non esitarono a puntare alla gola dei minorenni un coltello per «convincerli» a consegnargli quello che avevano.
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