Tu sei qui: CronacaFilippo Nigro (Suburra) incanta i giovani al Premio Fabula di Bellizzi
Inserito da (ranews), martedì 4 settembre 2018 17:31:24
Anche Filippo Nigro si è lasciato travolgere all’onda di giovani creativi rischiando più volte di commuoversi di fronte all’assalto "subìto" per ottenere un abbraccio dal mito di Suburra. È la bellezza delle cose semplici, i piccoli gesti, che contraddistingue il Premio Fabula, l’evento ideato da Andrea Volpe che dal 2008 dà voce alla fantasia dei ragazzi attraverso la scrittura di favole e fiabe. Occhi negli occhi, l’attore italiano ha raccontato tutto di sé, sviscerando i dettagli del suo esordio dietro la macchina da presa, della sua vita privata e dei suoi sogni.
«Da bambino ero un nerd, un sonnambulo, timido e con problemi caratteriali - esordisce Nigro -. Non avrei mai immaginato di poter fare l’attore. In realtà ho iniziato per scherzo ed è stata poi una sorpresa diventarlo veramente. Ad oggi ho accettato tutti i ruoli che mi sono stati proposti, ma credo che quello del pedofilo lo rifiuterei. Tutti i personaggi puoi contaminarli con la tua personalità, sospendere il giudizio nel momento in cui li interpreti, in questo caso sarebbe molto difficile. Non mi sono mai ispirato a nessuno, non ho miti, ma rifarei volentieri un film con Claudio Santa Maria».
Al Premio Fabula c’è anche il tempo per prendersi un po’ in giro. Classe 1970, l’ospite confessa alla piazza di Bellizzi di essersi rasato a 23 anni e di non aver più "controllato", da allora, la ricrescita dei suoi capelli. «Per quanto sia sempre affascinante vestire i panni di una persona che non sei tu, ho chiesto più volte ai registi con i quali ho lavorato di poter indossare una parrucca. Quasi mai hanno accolto la mia richiesta».
E sul futuro annuncia che ha appena terminato di girare la seconda stagione di Suburra, la fortunata serie di Netflix (prodotta da Cattleya con Rai Fiction) ispirata al romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, Non può spoilerare nulla ma si lascia scappare che il suo personaggio sarà tra i protagonisti della terza serie: il politico Cinaglia dunque non morirà. «È un personaggio frustrato, che capisce che essere onesti non solo non paga ma ti fa fare anche la figura dello stupido. Un concetto paradossale che mi ha affascinato e che nella seconda stagione diventerà ancora più evidente quando Cinaglia, grazie alla sua candidatura, riuscirà a toccare con mano il potere venendone risucchiato come nel fenomeno Maelstrom. E poi sarò tra i protagonisti della seconda serie de I Medici. In pentola anche un nuovo progetto televisivo del quale però non posso dire ancora niente».
Prima di lui sul palco anche la testimonianza del colonnello nel ruolo d’Onore dell’Esercito Carlo Calcagni, che nel 1996, dopo una missione di peacekeeping nei Balcani per evacuazioni medico-sanitarie si è ammalato di contaminazione da metalli pesanti e quindi di sensibilità chimica multipla. Un guerriero, un uomo che ama i suoi figli e la vita, che va avanti a muso duro e sorriso, nonostante il dolore, le terapie giornaliere e le centinaia di pillole e ricoveri. «La vita va valorizzata e rispettata anche quando inaspettatamente diventa fragile – ha raccontato -. Il mio motto è "mai arrendersi", tornassi indietro rifarei tutto. Immutato l’orgoglio di essere un soldato per il quale l’uniforme è onore, è Patria, è dovere, è tutto».
Oggi, 4 settembre, tocca al simbolo della comicità italiana, Massimo Boldi, incontrare i giovani creativi di Fabula. Grande attesa a Bellizzi per l’arrivo di chi a dicembre sarà di nuovo nelle sale con il suo amico e collega Christian De Sica con il film "Amici come prima". Tra gli ospiti anche il procuratore aggiunto di Salerno Luigi Cannavale, Salvatore Giello per Kiwanis, l’organizzazione no-profit di volontari che si impegnano per il bene altrui attraverso opere di carità e il chirurgo maxillo facciale Giovanni Giorgetti, responsabile del progetto "New Generation".
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