Tu sei qui: CronacaAmalfi, indagini archeologiche al Chiostro del Paradiso: rinvenute 24 sepolture
Inserito da (redazionelda), sabato 30 novembre 2019 14:30:33
Nel corso dell’incontro svoltosi ieri nella Sala Conferenze di Palazzo "Ruggi", a Salerno, l’archeologa Silvia Pacifico della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino, diretta da Francesca Casule, ha relazionato circa i primi risultati restituiti dalle importanti indagini archeologiche in corso al Chiostro del Paradiso del Duomo di Amalfi.
L’attività interessa l’ala nord del chiostro, l’antico cimitero die nobili amalfitani, fatto realizzare tra il 1266 ed il 1268 dal vescovo Filippo Augustariccio.
L’intervento, motivato dall’urgenza di esplorare un sito ad alto potenzialità archeologica e di sicura natura funeraria prima del ripristino di una adeguata pavimentazione, ha richiesto la presenza stabile sul cantiere, oltre all’archeologo, anche di un paleopatologo. «La superficie da esplorare si estende per 12 metri in senso Est-Ovest per quattro in senso Nord-Sud» si legge da una nota prodotta dalla Soprintendenza che offre ulteriori dettagli.
Le tombe sono larghe 60 centimetri, cui vanno aggiunti doppi muretti di circa 20 centimetri ciascuno.
L’esplorazione è iniziata lunedì 18 novembre e nei primi cinque giorni, lavorando in estensione, si sono rimessi in luce i perimetri di 24 sepolture, disposte in file di 4 in senso Nord-Sud per 6 in senso Est-Ovest. Di alcune di queste tombe si è già iniziato lo scavo, partendo da alcune situazioni che presentavano particolarità costruttive o segni di interventi strutturali o, ancora, condizioni di conservazione tali da differenziarle. In particolare, si sono indagate le T 13 e T 19. La prima presenta un’apertura a pozzetto (60 x 60 centimetri) e una parte laterale volta ancora parzialmente in situ; la seconda, esplorata fin quasi al fondo, ha consentito di individuare la tipologia generale, che si è in seguito rivelata standard: grandi tombe a cassa in muratura di pietre interamente intonacate, lunghe 1,90 centimetri, profonde circa due metri, larghe 60 centimetri. Alla profondità regolare di 50 centimetri le tombe presentano tre tramezzi in pietra, distanziati regolarmente tra di loro, incassati nelle pareti e dunque contestuali alla loro costruzione. Sarebbero, verosimilmente, apprestamenti atti a favorire la deposizione dei corpi su barelle lignee e, a decomposizione avvenuta, il successivo riuso della struttura per altri membri della famiglia. Si tratta infatti di un cimitero privilegiato, destinato a conservare la memoria familiare più che quella dei singoli individui, come del resto testimoniato dai numerosi stemmi e dalle sculture funerarie raccolte nel chiostro nel corso dei secoli.
È l'antico cimitero dei nobili di Amalfi che fu realizzato tra il 1266 e il 1268.
Il fascino degli inconfondibili archi intrecciati, sostenuti da 120 esili colonnine, regala il forte sapore d'Oriente.
Lungo la galleria sinistra del chiostro, candido peristilio dai cui archi trapela all'interno il verde del piccolo giardino mediterraneo, sono esposti vari sarcofagi, tra i quali spiccano quelli raffiguranti il Ratto di Proserpina e l'Unione di Marte con Rea Silvia della seconda metà del II secolo d. C.
Sullo stesso lato si possono ammirare i frammenti in marmo con decorazioni a mosaico degli antichi amboni della cattedrale, commissionati dall'Arcivescovo Dionisio (1174-1202) e realizzati da artisti attivi nella stessa Amalfi.
Proseguendo la visita, possiamo fermarci un momento al centro del suo lato nord per riprendere una caratteristica inquadratura del campanile della cattedrale
(1180-1276) con la torre campanaria ornata di maioliche policrome in stile moresco.
Sul fondo sono visibili le cappelline funerarie del chiostro: di grande interesse quella con l'affresco del Cristo Pantocrator della seconda metà del Duecento e subito dopo quella con la Crocifissione attribuita a Roberto d'Oderisio, il principale pittore attivo in Campania a metà del Trecento, che fu efficace divulgatore dello stile giottesco.
Si prosegue fino in fondo per entrare nella basilica del Crocifisso passando attraverso la cappella gentilizia dei Corsano con l'interessante ciclo di affreschi di XIV secolo, purtroppo molto deteriorato, attribuito alla bottega del Cavallini, in cui figurano la Dormitio Virginis e schiere di santi e profeti.
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