Tu sei qui: ChiesaScala: suor Celeste Crostarosa beata il 18 giugno a Foggia
Inserito da (redazionelda), domenica 10 gennaio 2016 15:13:35
Campane a festa questa mattina a Scala e in tutta la Diocesi Amalfi-Cava dei Tirreni per l'annuncio della beatificazione di suor Maria Celeste Crostarosa, monaca fondatrice, nel 1731, a Scala, dell'ordine delle Suore del Santissimo Redentore. Il 18 giugno prossimo, a Foggia, città in cui sono custodite le spoglie della venerabile, la cerimonia di beatificazione presieduta dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nata a Napoli il 31 ottobre 1696 e morta nel capoluogo pugliese il 14 settembre 1755. Fu dichiarata Venerabile da Leone XIII nel 1901.
La notizia della beatificazione, resa nota il 15 dicembre scorso, aveva già generato grande entusiasmo nella comunità del Monastero di Scala presso cui le suore la invocano tuttora nelle preghiere la loro "Santa Priora".
«E' una gioia immensa per noi - ci ha detto la superiora, Madre Imma Di Stefano - abbiamo aspettato anni questo momento. Saremo sicuramente presenti a Foggia il 18 giugno e siamo in attesa di ricevere il programma ufficiale per poterci organizzare. Ci saranno anche consorelle dell'Ordine provenienti anche dall'estero. In questi mesi di preparazione cercheremo di diffondere quanto più è possibile l'immagine e la spiritualità di Suor Celeste, una grande donna che nel 1731 fu mandata via da Scala e che solo a Foggia portò a compimento ciò che il Signore le aveva chiesto. Sicuramente scriveremo una biografia che chiunque leggerà dovrà rimanere colpito. Sicuramente organizzeremo qualche momento celebrativo importante anche a Scala. Nel corso della beatificazione sapremo anche quale sarà il giorno indicato per la memoria liturgica visto che la morte di Suor Celeste avvenne il 14 settembre, nella ricorrenza dell'Esaltazione della Croce».
Raggiante anche il sindaco di Scala Luigi Mansi: «Saremo a disposizione della grande famiglia delle Redentoriste per tutto ciò che riguarderà l'organizzazione della trasferta a Foggia. Scala sarà presente anche attraverso la sua nutrita comunità religiosa e civile, a dimostrazione della traccia importante lasciata da Suor Celeste Crostarosa nella nostra Città.
Che da sempre vanta una forte vocazione religiosa e mistica con il beato Gerardo Sasso, il nostro compatrono Sant'Alfonso Maria de' Liguori ebbe a Scala, nella Grotta a lui dedicata, la celeste apparizione della Vergine Maria. Figure importanti che qui lasciato una preziosissima eredità religiosa da custodire e divulgare».
Giulia Crostarosa - questo il vero nome - fu accolta, giovanissima, nel Conservatorio delle Carmelitane di Marigliano. Sei mesi dopo vestì l'abito assumendo il nome di Maria Candida del Santo Deserto. Con lei vi fu ammessa la sorella Orsola. Alla chiusura di quel monastero, determinata da una faida tra signorotti locali, Giulia e Orsola, insieme con un'altra sorella, Giovanna, destinata anche lei a prendere i voti, si trasferirono a Scala, sulla Costa d'Amalfi, nella comunità delle Suore della Visitazione. Vi giunsero il 9 gennaio 1724, dopo un difficile e travagliato viaggio in calesse lungo i sentieri impervi della Costiera. Candida rifece il noviziato e si chiamò Suor Maria Celeste. "Il Signore - riferisce una breve nota informativa di Cristina Santacroce (La Domenica, n. 1, 4 gennaio 2004) - la colmò di grazie straordinarie: fu dotata del dono della profezia, della scrutazione dei cuori e dei miracoli".
Il 25 aprile 1725 la Crostarosa ebbe la prima delle sue visioni: il Signore le dettò le regole di un nuovo ordine religioso: "... per brevissimo atto vidde nostro Signore Gesù Cristo che univa le sue santissime mani, piedi e costato con quelle della conzaputa religiosa: ma non come corpo umano, ma di una bellezza e sblendore divino che lingua umana mai potrebbe dichiarare. [...] E allora li fu dato ad indennere un nuovo istituto, che avrebbe il Signore posto al mondo per mezzo suo e che, nella sua vita erano contenute tutte le leggi del loro vivere e delle loro regole. [...] Gli dichiarò in un istante tutti j significati dei vestimenti e delle azioni di detta regola e lo spirito in che era contenuta.
Gli disse che in questa regola non vi dovean essere né titoli di fondatori né fondatrici: ma egli dovea essere la pietra fondamentale del ordine e gli semi evangelici della sua divina parola erano la calcina ed il cuore della religiosa la terra di questa edificio ed il suo divin Padre l'operaio di quello" (dall'autobiografia). Il 13 maggio 1731, festa della Pentecoste, con l'autorizzazione del vescovo mons.
Antonio Santoro, la Crostarosa fondò il monastero del SS. Salvatore: le suore Visitandine professarono la nuova Regola e indossarono l'abito rosso col mantello azzurro. Nei suoi confronti, tuttavia, serpeggiava una certa ostilità, tale da contagiare persino mons. Tommaso Falcoia - divenuto vescovo di Castellammare di Stabia -, colui che l'aveva indotta a venire a Scala ed era stato fino a quel momento la sua guida spirituale.
La Provvidenza aveva, però, fatto incrociare il percorso della religiosa con quello di un giovanissimo sacerdote napoletano, don Alfonso Maria de' Liguori, futuro santo e dottore della Chiesa, giunto a Scala nel 1730 sia per riprendersi dallo stress causatogli dall'intenso lavoro apostolico, sia per predicare alla popolazione, in particolare ai pastori della montagna. Egli ebbe modo di conoscere la Crostarosa, di ascoltarla. Era prevenuto, come rileva mons. Cesario D'Amato ("Scala un centro amalfitano di civiltà", 1975), ma dovette ricredersi quando lei gli confidò di aver ricevuto, in uno dei rapimenti in estasi, un messaggio dal Signore, che proprio a lui affidava il compito di dar vita a una Congregazione di sacerdoti e laici per l'evangelizzazione e la salvezza dei più poveri.
Superate le perplessità, convinto della buona fede e della sincerità della Crostarosa, don Alfonso si decise a lasciare Napoli e a ritirarsi, con quattro suoi compagni, a Scala, dove fondò la Congregazione del SS. Salvatore, alla quale la Santa Sede cambiò il nome in Congregazione dei Padri del SS. Redentore. Si concretizzava così la "profezia" di Suor Maria Celeste, avvalorata dai segni miracolosi apparsi per più giorni, nel 1732, nell'Ostia consacrata ed esposta nella chiesa del monastero. Di essi è notizia in varie relazioni. Ne furono testimoni i vescovi Santoro e Falcoia, don Alfonso Maria de' Liguori, le religiose, i canonici, il popolo.
La strada che conduce alla santità è lunga, difficile, piena di ostacoli. Lo prova il fatto che Suor Maria Celeste, forse per pura cattiveria, forse per invidia, fu presa di mira con la diffusione di voci calunniose, che le costarono, il 25 maggio 1733, un provvedimento di espulsione dal monastero. Si ritirò a Pareti di Nocera Superiore dove, da Superiora, riuscì a ripristinare in quella Comunità la buona disciplina e la religiosa osservanza, che lasciavano alquanto a desiderare (cfr. Autobiografia capp. 53-55, pagg. 269 e segg., Editrice San Gerardo, Materdomini/AV,1998). Nel 1736 si trasferì a Roccapiemonte e due anni dopo a Foggia, dove fondò il monastero "del SS. Salvatore". Vi rimase fino alla morte, avvenuta il 14 settembre 1755.
A Scala, intanto, la sua opera aveva messo buone radici. Il 18 giugno 1733, un mese dopo che lei era andata via, le suore rinnovarono i voti davanti al vescovo Santoro, secondo la Regola dettata dalla Crostarosa, anche se attribuita a mons. Falcoia. "Alfonso, da parte sua - nota don Andrea Colavolpe - aveva continuato il cammino, con maggiore libertà ed autonomia dopo la morte del Falcoia avvenuta il 20 aprile 1743, ed aveva portato l'Istituto maschile a piena fioritura, al punto da ottenere l'approvazione di papa Benedetto XIV il 9 febbraio 1749, col solo cambiamento del nome 'del SS. Salvatore' in quello 'del SS. Redentore'.
Il Santo si adoperò perché anche il monastero di Scala ricevesse l'approvazione e l'ottenne dallo stesso Pontefice l'8 giugno 1750. Con il sigillo di Roma il monastero di Scala diveniva il tronco originale, da cui doveva ramificarsi l'Ordine Monastico delle Redentoriste", presente oggi nei vari continenti.
Suor Maria Celeste Crostarosa fu dichiarata Venerabile da Leone XIII nel 1901. A Scala, nel "suo" monastero, le suore la invocano tuttora nelle preghiere. A Foggia il popolo la ricorda come la "Santa Priora".
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