Tu sei qui: ChiesaFunerali Vito Mirra, l’omelia di Padre Francesco Capobianco
Inserito da (redazionelda), mercoledì 30 marzo 2016 14:03:55
Si pubblica la toccante omelia di Padre Francesco Capobianco in occasione del rito funebre del caro Vito Mirra, officiato stamani in una chiesa del Convento di San Francesco gremita di persone, parenti, amici e semplici concittadini che di Vito hanno apprezzato le doti umane. Di seguito testo integrale.
Nel pomeriggio di Pasqua mi sono intrattenuto solo con Vito. Dovevamo rivederci nel giorno successivo. Ora lo rivedo in questa Chiesa, che lui ha frequentata, silenziosamente e umilmente orante.
Sperava di farcela: nel colloquio, ogni tanto interrotto da pesanti ma fugaci assopimenti, emergevano pensieri vaganti sul passato e sul presente: orgoglio e amore per i figli, ricordi di amici nella vita e nella politica, senso di impotenza, ma anche di serena rassegnazione spirituale e religiosa. Poi qualche espressione che lasciava presagire il distacco.
Non molto tempo fa, facemmo visita a Vito con il caro Prof. Lorenzo Imperato: anche in quella circostanza l'animo di Vito era rivolto al passato e all'intera esistenza, quasi stanco di leggere e di saltare il presente e proiettarsi nel futuro; però sempre in primo piano i suoi adorati figli.
Quando morì Giovanna, Vito mi rimproverò in maniera burbera, come al solito, ma affettuosa, per non aver officiato i funerali di Giovanna. Ero in ospedale. Mi disse: allora celebrerai i miei funerali, ma senza parole, solo preghiere. Mi schermii. E così è stato.
Mi pregò di scrivere un pensiero per la sua cara Giovanna e pensando a lui lo vidi come una roccia che con dignità e compostezza sostenne Giovanna in tutti i momenti scanditi da un percorso inesorabile. Con la stessa dignità, compostezza, forza, Vito ha continuato a stare accanto ai figli, che del padre hanno respirato l'esempio, l'amore e la dedizione, e pur nella sofferenza, che ha scarnificato il suo corpo, Vito ha conservato il sorriso dello spirito e lo sguardo dell'amore paterno.
Vito, tenace e avveduto nella sua professione, generoso nel mettersi a disposizione del prossimo, fedele e innamorato della famiglia, pur profondamente toccato dalla scomparsa della sua cara Giovanna, che ha frenato il suo respiro e ha inciso sulla sua tenuta psico-fisica, (Vito) lascia nell'animo dei suoi figli un solco vivo, fatto di esemplarità, di onestà profonda, di senso religioso della vita: in questo solco costruito vissuto e donato i figli Pasquale Marcello Michele si muoveranno per avvertire e sentire vicino il loro papà: Il sofferto ricordo, il respiro e la condivisione della sua sofferenza colmerà il vuoto che lascia un padre.
E' duro, spinoso evidenziare i sentimenti per una persona cara che non vediamo più nella sua fisicità, ma che rimane nel profondo del cuore.
Se puntiamo lo sguardo sull'umano, se teniamo fisso e circoscritto lo sguardo sulla realtà che ci attraversa e che ci scorre accanto, vediamo che la vita spesso si vela di tristezza di dolore di mistero ed esplode spontaneo il grido di Giobbe: perché, perché, o Dio?
Ma consoliamoci: la morte è una caduta, che la fede interpreta come caduta fra le braccia del Dio vivente che si chiama Padre. Consoliamoci: perché anche se l'uomo naviga per mari stranieri verrà sempre a far naufragio nel mare del Signore. Consoliamoci: perché la Pasqua, che abbiamo appena celebrato ci dona la certezza pacificante che noi risorgeremo perché Lui, il Cristo, è risorto; noi avremo la beata vita eterna, perché è Lui ad attenderci!
Ringraziamo la sorella di Giovanna, Anna Maria, che con estrema generosità, pazienza e senso cristiano del servire, ha accudito amorevolmente il caro Vito. Il Signore le renda merito!
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