Tu sei qui: ChiesaEgitto: dopo 797 anni si rinnova l'incontro tra San Francesco e il Sultano
Inserito da (redazionelda), giovedì 21 luglio 2016 18:16:39
Padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi e della rivista San Francesco Patrono d'Italia, offre, attraverso le pagine di Repubblica in edicola oggi, il reportage dell'ultimo viaggio della delegazione francescana in Egitto a quasi 800 anni dall'incontro tra San Francesco e il Sultano. Noi vi riproponiamo testo integrale che val la pena leggere
Dopo quasi 800 anni, colui che conserva le spoglie mortali di san Francesco, il custode Mauro Gambetti, e il capo Imam di Damietta, hanno rinnovato lo storico dialogo tra il Sultano d'Egitto e il poverello di Assisi. Il contesto di allora era quello delle crociate, oggi quello di forti tensioni diplomatiche. L'intensità spirituale e la consapevolezza storica sono i binari che hanno orientato i diversi colloqui vissuti al Cairo e a Damietta.
La capitale con circa 15 milioni di abitanti è a prevalenza islamica e conta piccole comunità cristiane, a volte nel mirino degli estremisti. In questo contesto ci riceve il Ministro della Cultura, il professor Helmy El-Namnam, alle 9 di sera, nel rispetto del ramadan. Con lui condividiamo i valori che dovrebbero animare la pacifica convivenza tra uomini e culture diverse. Il centenario del viaggio di san Francesco nelle terre del Sultano cadrà nel 2019. Un momento di dialogo ed incontro che vorremmo rivivere nelle zone attraversate da san Francesco. Informato di questo, il Ministro, ha posto al servizio della ricorrenza la sua struttura per organizzare insieme un meeting internazionale.
Ci riceve anche il Ministro per gli Affari Islamici. Ad accogliere la nostra delegazione, composta dal Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, dal sottoscritto e dal nostro collaboratore, dott. Alessio Maria Antonielli responsabile dell'organizzazione eventi, c'è l'Imam emerito del Cairo, una copia del corano e tappeti rossi che ornano uno scalone monumentale. Con Sua Eccellenza ci siamo fermati a lungo. Il ministro, l'Imam dr. Mohamed Mokhtar Gomaa Mabrouk, ci tiene a sottolineare che possiamo lavorare insieme per salvaguardare l'umanità dalla violenza che la contraddistingue in questo momento storico. L'umanità ha un disperato bisogno di dialogo. "Sono preoccupato - ci dice il Ministro - della diffusione di una cultura della violenza che rischia di diventare cultura globale. Ecco perché gli uomini di religione sono chiamati a confrontarsi con questo pericolo per risparmiare il mondo dalle fedi in lotta e dagli uomini in lotta. Vogliamo lavorare senza attendere le posizioni degli altri e siamo contenti di farlo insieme a beneficio dell'umanità".
L'estremismo ha reso il volto dell'uomo disumano, ecco perché abbiamo personalmente davanti a Dio, e collettivamente davanti agli uomini, una responsabilità grande per fermare la violenza e l'estremismo che deteriorano i comportamenti umani; siamo sicuri che non si può lavorare da soli di fronte al pericolo dell'Isis, ma insieme.
Il Custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, ha condiviso queste posizioni. Ha evidenziato che queste sono "parole che irradiano saggezza e luce" ed ha espresso la volontà di cooperare per costruire insieme una cultura di pace. Ciò avverrà già nel prossimo incontro internazionale ad Assisi dal 18 al 20 settembre.
Il momento più denso è stato a Damietta, a 3 ore di auto dal Cairo. Ci accompagnano due giovani Imam del Cairo, collaboratori del Ministro per gli Affari islamici.
Ci troviamo nella sede del Grand Imam Shiek Bakr Abdel Hady; insieme a lui una delegazione di professori della al-Azhar University, tra cui i professori di Sunna Islamica Dr Ismael Abdel Rahman e Dr Mahammad Al-Labban.
Ci riconosciamo fratelli con la gioia dell'abbraccio. "Siamo onorati - ci dice il Capo Imam - di potervi ricevere nella nostra casa: l'Egitto, il paese dell'Università di al-Azhar, che per noi significa moderazione. Ad al-Azhar noi insegniamo che tutte le religioni esistono per il bene e la felicità dell'uomo ed è per questo che da noi non troverete mai persone ostili ma persone in dialogo per il bene dell'umanità".
Al termine dell'incontro abbiamo donato al capo Imam un immagine dell'affresco di Giotto immortalato nella Basilica Superiore tra san Francesco e il Sultano Malik al-Kamil.
Tre consapevolezze portiamo con noi.
La prima è che tutti gli interlocutori, dai Ministri al Grand Imam di Damietta, hanno manifestato disponibilità ad accoglierci e a stringere relazioni di amicizia, nonché a organizzare insieme i prossimi eventi per costruire insieme, rinsaldando la memoria di un incontro cruciale tra mondo islamico e mondo occidentale, tra fede islamica e fede cristiana, momenti di dialogo e progetti di pace.
La seconda è che quando parliamo di Islam parliamo di un caleidoscopio di colori che va dall'estremismo ottuso alla piena disponibilità all'incontro; non è quindi semplice descrivere un mondo che si presenta sotto sfaccettature tra loro a volte incompatibili.
La terza è che tensioni belliche erano presenti nel 1219 e altrettante tensioni sono presenti oggi: non sono esse ad impedire il dialogo.
Gli incontri si sono tenuti il 29 e il 30 giugno 2016.
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