Tu sei qui: Eventi e SpettacoliPalazzo Rufolo: 'alla luce’ i segni di un’opulenza
Inserito da (redazionelda), domenica 1 novembre 2015 09:56:21
Sono stati presentati ieri sera i lavori di restauro delle facciate sud occidentali di palazzo Rufolo. E' stato un gioco di luci a svelare le tracce medievali, le geometrie tufacee, tirate fuori dagli intonaci ottocenteschi e ricostruite dai restauratori in nove mesi di lavoro. La dimora di quella che fu la più celebre delle famiglie di Ravello nel medioevo torna a mostrare i suoi fregi, le quattro trifore con archi e decorazioni in tufo nero, segni inconfutabili della sua opulenza. «Longanesi sosteneva che alla manutenzione spesso si preferisce l'inaugurazione - ha detto il presidente della Fondazione Ravello, Domenico De Masi, nel corso della presentazione del restauro delle facciate del complesso monumentale - Il primato di Ravello è che qui stasera si è inaugurata una manutenzione. Il protagonista assoluto di tutto questo è Secondo Amalfitano che ama questa villa più di ogni altro ravellese». Dichiarazioni di facciata, per un evento di facciata: già sabato prossimo, infatti, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ravello potrebbe riunirsi per ridiscutere del cambio alla direzione di Villa Rufolo.
De Masi, che in mattinata ha presieduto un consiglio di indirizzo presso la sala Frau in viale Wagner, ha ricordato l'importante ruolo sociale svolto a Ravello nel 1800 da due grandi personaggi quali Lord Grimthorpe (Villa Cimbrone) e Neville Reid, filantropo e ultimo proprietario del monumento oggi riportato al suo antico splendore. «Due inglesi che hanno portato qui il meglio del mondo e che qui hanno educato un sacco di gente», ha detto il presidente di Fondazione Ravello che poi ha ricordato l'impegno per acquisire un altro storico manufatto della città della musica: la Rondinaia di Gore Vidal. «Quando con Amalfitano ci impegnammo per far vendere la Rondinaia alla Regione - ha ricordato De Masi - Vidal disse che non si fidava del pubblico. Oggi Villa Rufolo rifiorisce e male fece a non vendere alla Regione. Oggi ci sarebbe anche una fondazione in suo nome». All'evento hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco Paolo Vuilleumier, Gennaro Miccio dell'Alta Sorveglianza del Ministero dei Beni Culturali, il Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Salerno e Avellino, Francesca Casule, il commissorio straordinario dell'EPT di Salerno Angela Pace. «Bisognerà ricominciare con De Masi tutti insieme» ha detto la Pace che dal prossimo mese di gennaio sarà chiamata a ridiscutere con la Fondazione del contratto di locazione di Villa Rufolo (che oggi incassa un milione di euro rispetto ai 650mila circa del 2007, primo anno di gestione Fondazione) in scadenza a febbraio.
Prima della visita e la scoperta dei restauri e degli interventi realizzati in associazione temporanea di impresa da Salvatore Ronga srl, Dielle lmpianti srl e Impresa edile Ferrigno Michele sas, è stato il direttore di Villa Rufolo, Secondo Amalfitano, a illustrare con l'ausilio di immagini la metamorfosi del monumento. «Oggi trionfano le istituzioni pubbliche - ha detto Amalfitano - Perché in questa avventura c'è tanto di pubblico: dagli accordi fatti con enti e università fino al supporto offerto negli interventi di restauro dalle istituzioni coinvolte come il comune, la soprintendenza. Saccheggiata dopo la morte di Nevile Reid, Villa Rufolo ha vissuto un periodo di declino e di abbandono per l'assenza di un progetto.
E quello che oggi è Villa Rufolo rappresenta il frutto di un progetto complessivo ma più ancora di un lavoro di squadra: dopo oltre cento anni dalla morte di Nevile Reid (1892) oggi, Villa Rufolo, ha un progetto complessivo che stiamo realizzando tassello dopo tassello facendo seguire agli annunci puntuali realizzazioni. Abbiamo trovato tracce di interventi provvisori e precari per fronteggiare infiltrazioni e umidità, gli infissi che non tenevano neanche più l'acqua e il freddo, parti pericolanti di cornicioni, balconi costruiti per ricavare bagni, colonne fecali e tubi di scolo che passavano tra i fregi delle trifore riportate alla luce. Insomma questo monumento dal punto di vista statico non stava affatto messo bene ed a confermarlo sono state le indagini fatte con infrarossi e termo camere. Insomma durante i lavori abbiamo riletto il monumento acquisendo tanti altri elementi che se approfonditi ci consentiranno di riscrivere la storia del monumento». Presenti, con orgoglio, il restauratore e conservatore Luigi Criscuolo, presidente regionale dell'Associazione Nazionale Restauratori "La Ragione del Restauro" con lo storico e critico dell'arte Pasquale Ruocco, le uniche due professionalità che hanno partecipato ai lavori, "mettendo le mani" sulle pietre della storia. Criscuolo ha mostrato al presidente De Masi i frammenti originali di tarsie tufacee utilizzati per la tompagnatura delle antiche trifore medievali.
Al termine in centocinquanta intervenuti hanno potuto ammirare, dal giardino, la fattura dei nuovi restauri. La serata si è conclusa in dolcezza con un buffet di dolci realizzati dal maestro pasticciere Salvatore De Riso.
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