Tu sei qui: Libri"La mia Avvocata", un libro prezioso di Filippo Civale
Inserito da (LdA Journals), domenica 6 febbraio 2022 18:20:39
di Donato Sarno
Qualche giorno fa il signor Filippo Civale, noto ed energico "giovanotto" maiorese di 85 anni, di cui a giusto titolo più volte ha parlato Il Vescovado, mi ha fatto graditissimo omaggio del libro da lui recentemente scritto ed intitolato La mia Avvocata.
Il libro, giunto in poco tempo alla prima ristampa, è già stato oggetto di recensioni e commenti. Ritengo peraltro doveroso, dopo averlo letto, esprimere anche io a riguardo alcune considerazioni, e ciò sia per ringraziare del dono l'Autore (il quale invero mi aveva in passato comunicato la sua intenzione di scriverlo) sia perché nutro nei suoi confronti una stima davvero sincera.
Due caratteristiche del libro mi hanno colpito. In primo luogo il libro è scritto in modo chiaro e semplice e pertanto si presta ad essere letto con piacere tutto d'un fiato anche da parte di coloro che amano poco o niente la lettura. Inoltre - e questo a mio avviso è il pregio migliore - il libro è in grado di suscitare nel lettore riflessioni ed emozioni. Filippo Civale è nato nel 1936 e dunque appartiene ad una generazione che è cresciuta in un mondo assai diverso dal nostro, in cui non c'erano il benessere economico e le comodità di oggi, ma in cui i ragazzi erano formati nelle famiglie secondo sentimenti e valori condivisi, non ancora soffocati dall'odierno imperante individualismo e dal vuoto di ideali che si registra.
C'era miseria diffusa, specie in tempo di guerra, mortalità infantile, eppure le famiglie erano aperte alla vita e i figli erano numerosi; come evidenzia nel libro con poche ma efficacissime parole l'Autore, non sono le difficoltà economiche a non far nascere più bambini oggi: al contrario sono non di rado la ricchezza e la voglia di divertimento sfrenato a spingere a rifiutare quei soggetti (bambini ed anziani), i quali, proprio perché fragili e bisognosi di aiuto, sono visti come solo fonte di fastidi potenziali o reali.
Di quel mondo antico Filippo Civale ha mantenuto i tratti fondamentali, a cominciare dal tono, sempre educato e rispettoso, con cui si rapporta agli altri e che emerge pure dallo stile del libro. Un tempo i genitori trasmettevano ai figli principi religiosi, li avvezzavano sin da piccolissimi alla preghiera e spesso li ponevano sotto la protezione della Madonna; così capitò a Filippo Civale, quando suo padre e sua madre, incinta di lui di cinque mesi, salirono, entrambi giovani sposi pieni di fede, al Santuario della Vergine Avvocata sul monte Falerzio per affidare a Lei il loro nascituro.
In quel lontano 1936 nacque tra Filippo Civale e la Vergine Avvocata un legame fortissimo, che lo ha accompagnato per tutta la vita e che tuttora lo accompagna. Molte persone restano ammirate nel vederlo salire, a dispetto degli anni e dell'asprezza del percorso, tantissime volte sul quel monte; non dimentichiamoci però che ciò che spinge Filippo Civale alla salita (e il libro ben lo evidenzia) non è solo l'amore per la natura o la voglia di mantenersi tonico e in forma, ma è innanzitutto la devozione grande che egli nutre verso la Madonna, avendo egli recepito e conservato negli anni l'insegnamento dei suoi pii genitori. E come prima i suoi genitori, anch'egli ha raggiunto e superato i sessant'anni di matrimonio, traguardo invidiabile e segno della stabilità delle vecchie famiglie. Ogni salita di Filippo Civale non è un'escursione, è un pellegrinaggio verso la sua Mamma Avvocata.
Io, quando ho un po' di tempo libero, amo salire sul monte Falerzio (purtroppo non mi riesce farlo con la frequenza di Filippo Civale) e lì mi è capitato spesso di incontrarlo, quasi sempre quando lui stava scendendo ed io, poco mattiniero, stavo invece per arrivare: ebbene, tutte le volte che ci siamo parlati, egli non ha sempre trovato il modo per dire qualcosa sulla Madonna Avvocata, evidenziando come in Lei egli ha trovato e trova la forza, e per ringraziarLa dei benefici ricevuti. Quante persone, parecchie all'inizio un po' restie vuoi per pigrizia vuoi per tema della salita, Filippo ha portato sul Monte Falerzio! Lo provano le sentite ed interessanti testimonianze, raccolte nel libro, del dottor Stefano Della Pietra e del dottor Giacomo Cacchione, entrambi trascinati da Filippo Civale innanzi alla Madonna Avvocata, contenti ed arricchiti per l'esperienza fatta. Purtroppo per molti oggi andare all'Avvocata significa solo fare una bella scampagnata, mangiando e bevendo a volta pure oltre misura o addirittura facendo di peggio: Filippo Civale, attraverso il suo libro, ci invita a riscoprire il senso autentico della salita, che è spirituale e che nei secoli ha sempre caratterizzato le salite dei nostri padri. Quel luogo infatti è sacro e ricco di storia, come ci ricordano le notizie opportunamente riportate nel libro da pagina 99 in poi.
Parlavo di emozioni che il libro suscita: in me, che da anni pratico quei luoghi, la lettura delle pagine del libro, le foto ivi contenute, il riferimento a personaggi, quali il vecchio eremita e il monaco don Urbano, hanno fatto rivivere tanti ricordi connessi alla mia adolescenza e alla mia gioventù e, al contempo, hanno rafforzato il desiderio di salirvi il più possibile, ma coll'animo giusto, che è e deve essere quello ,di Filippo Civale. Mi complimento pertanto con lui per il libro scritto ed auspico che quanto prima esso sia pubblicamente presentato nel palazzo Mezzacapo e (perché no?) pure sul monte Falerzio: lo merita l'Autore e lo merita il libro stesso!
Nell'augurare a Filippo Civale di raggiungere e superare in buona salute la veneranda età di sua zia suora, voglio ringraziarlo di cuore per avermi, nella dedica scrittami sul libro, definito suo "collega delle passeggiate solitarie" al monte dell'Avvocata. Anche io, sia pur in numero inferiore, ho portato negli anni più persone sul Falerzio, perché le passioni vanno condivise ed perché andare in compagnia sicuramente è bello e piacevole; ma proprio per la particolarità di quel luogo, posso assicurare che andare da soli è un'esperienza bellissima,che amo fare spesso proprio come l'Autore del libro, giacché il silenzio della natura e la sacralità che ivi si respira, allontanandoci dallo stress del vivere quotidiano, ci liberano dai pensieri inutili, rigenerano l'anima e ci fanno pensare alle cose che davvero contano nella vita. Salire all'Avvocata - come ci insegna Filippo Civale - è percorrere una via che ci purifica e ci conduce fino a Dio.
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