Tu sei qui: Cronaca17enne di Cava legato e stuprato: è di Agerola uno degli autori
Inserito da (redazionelda), mercoledì 20 luglio 2016 11:41:20
E' originario di Agerola uno dei due uomini arrestati ieri per una violenza sessuale di gruppo a un 17enne in un centro massaggi di Cava de' Tirreni. Si tratta di Simeone Criscuolo, 49enne cuoco da tempo residente a Vicenza dove lavora. Con il 51enne cavese Giuseppe Alfieri, gestore dell'attività di massaggi ieri finito in manette dopo la denuncia della giovane vittima. A Criscuolo i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore sono risaliti esaminando il cellulare sequestrato ad Alfieri nella perquisizione dello scorso maggio. Hanno scoperto che nei giorni antecedenti alla violenza vi era stato tra i due uno scambio di messaggi, hanno verificato che il 49enne era già finito a Vicenza in inchieste su pedofilia e prostituzione minorile (patteggiando una pena di due anni) e infine hanno mostrato la sua foto al 17enne cavese, che lo ha riconosciuto.
Nei loro confronti il giudice delle indagini preliminari Stefano Berni Canani ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di violenza sessuale di gruppo su minore e realizzazione di materiale pedopornografico, perché quello stupro sarebbe stato anche filmato, come era già accaduto per altri abusi sessuali di cui lo stesso ragazzo, e un suo amico sedicenne, sarebbero stati vittima nei mesi precedenti. Ad Alfieri sono infatti contestati anche ulteriori episodi, massaggi erotici in cui avrebbe coinvolto i due minori con la scusa di realizzare video promozionali per la sua attività e che poi risultano sfociati in palpeggiamenti e masturbazioni.
L'adescamento. «Siete due bei ragazzi, venite a posare per la mia pubblicità e vi do dieci euro». È iniziato così, secondo quando hanno raccontato i minori, l'adescamento con cui Alfieri li ha attirati nel centro di via Talamo. Era l'autunno dello scorso anno, ma dopo i primi massaggi la situazione è degenerata, sono stati spinti con forza sui lettini e costretti a subire la masturbazione. Poi sarebbero iniziate le minacce, lo spauracchio di quei video pubblicati integralmente su internet. Il 17enne ha spiegato così i suoi ritorni nel locale, fino all'aprile di quest'anno quando si è consumata la violenza di gruppo. È stata la madre, una professionista del posto, a rivolgersi ai carabinieri dopo le confidenze del figlio. Negli ultimi tempi aveva notato i segni di un disagio, si era insospettita per quei dieci euro che venivano dati al ragazzo dopo il massaggio e un po' per volta era riuscita ad abbattere il muro di pudore.
Il racconto raccolto dal sostituto procuratore Elena Guarino è agghiacciante. L'adolescente ha spiegato di essere entrato in una stanza della struttura e di essersi trovato davanti quattro persone: Alfieri, un altro uomo poi identificata in Criscuolo, e due uomini travisati da maschere e parrucche: uno anziano, l'altro più giovane e vestito da donna. Gli hanno mostrato un cartello ("benvenuto tra noi"), poi hanno subito chiuso la porta a chiave e lo hanno buttato sul lettino da massaggio. «Mi hanno legato le mani, non potevo muovermi» ha raccontato agli inquirenti. E da quel momento è cominciato l'inferno. Hanno abusato di lui a turno: palpeggiamenti, rapporti orali, infine una penetrazione anale compiuta dal travestito mentre un altro - secondo l'accusa Criscuolo - filmava la violenza. «Io gridavo, piangevo - ha spiegato il ragazzo - ma loro hanno continuato. Mi hanno detto di non muovermi e di stare zitto».
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