Tu sei qui: PoliticaUn Museo del Vino per Tramonti, l'idea di Raffaele Ferraioli [L'INTERVISTA]
Inserito da (redazionelda), lunedì 11 marzo 2019 22:41:26
Un Museo del Vino per Tramonti, il Chiantishire della Costa d'Amalfi. È l'ultima (in ordine di tempo) del mai domo sindaco di Furore Raffaele Ferraioli, uno degli ultimi politici lungimiranti e illuminati della Costa d'Amalfi, che durante la sua esperienza alla presidenza della Comunità Montana ha partorito il progetto della Casa del Gusto proprio a Tramonti. Noi lo abbiamo intervistato.
Sindaco, non più tardi di un paio di mesi fa, nella doppia veste di Sindaco di Furore e di Coordinatore Regionale delle Città del Vino, ha avanzato una proposta di istituzione a Tramonti presso la Casa del Gusto di un Museo del Vino. Ci illustra meglio questa idea?
Il perdurante abbandono o, se si preferisce, il mancato utilizzo di una struttura come la Casa del Gusto grida vendetta. Viviamo in un mondo dove il senso di responsabilità si è molto affievolito, ma chi ancora non ha perduto del tutto il gusto del fare non può assistere a una tale realtà senza indignarsi. Nel mio caso, poi, c'è un ulteriore senso di frustrazione che deriva dall'essere stato io l'ideatore di quella magnifica struttura, destinata a svolgere il ruolo di Vetrina-Laboratorio di tutta la produzione enogastronomica di eccellenza del nostro territorio ed invece chiusa a tempo indeterminato.
So che sono stati esperiti alcuni tentativi di affidamento in gestione senza esiti positivi, così come conosco lo spirito di concretezza dell'attuale Presidente della Comunità Montana Monti Lattari, ente proprietario della struttura e sono sicuro che vorrà porre ogni ulteriore impegno perchè essa decolli e svolga la funzione per la quale è stata realizzata. Con questi presupposti nasce l'idea del Museo Interattivo - Centro di Documentazione e Laboratorio di Ricerca, come risorsa di arricchimento del paniere dell'offerta turistica della Costa d'Amalfi, da una parte, e come supporto alla produzione, alla distribuzione e al consumo dei vini e di tutte le eccellenze gastronomiche campane, dall'altra.
Lei parla di museo interattivo, in che cosa dovrebbe consistere?
Si tratta di superare l'ormai anacronistica concezione di museo inteso come una semplice, ordinata esposizione di "reperti" di valore storico e considerarlo come "luogo d'incontro interattivo", nel nostro caso, fra i produttori enogastronomici di eccellenza e il pubblico. Grazie allo sviluppo tecnologico in continua evoluzione, legato al mondo digitale, è completamente cambiata la nozione di museo ed è andata via via assumendo il carattere di "mostra virtuale" : l'unica che consente il "racconto" e la presentazione completa degli elementi di testimonianza che si vogliono offrire al visitatore. Del resto la coltivazione della vite in Campania fin dalle epoche più remote è ampiamente documentata.
L'area flegrea e quella vesuviana, il Massico, il Cilento, la Terra di Lavoro, il Sannio, l'Irpinia e la nostra Costa d'Amalfi conservano intatta la loro antica vocazione e non difettano di documentazione. A questo proposito c'è anche un interessante lavoro svolto dal Centro di Storia e Cultura Amalfitana alcuni anni fa, su commissione della Comunità Montana, all'epoca da me presieduta, i cui risultati attendono solo di essere di essere utilizzati e divulgati.
Ci vuole solo passione e convinzione nell'andare alla raccolta di oggetti, strumenti e documenti destinati a formare la "testimonianza della realtà storica della vitivinicoltura contadina", notoriamente interdipendente con il territorio, il paesaggio e la vita stessa della nostra gente.
Gli areali, i terrazzamenti costieri, il magistero dei muri a secco, i sistemi di coltura della vite (dall'Alberata aversana al Pergolato amalfitano), le tecniche di riproduzione dei vitigni, la potatura e l'innesto, le pratiche di vinificazione, le cantine, i cellai, i torchi, le bottaie, i palmenti e gli "ngegni", i trattamenti (dalla Poltiglia Bordolese ai moderni prodotti antiparassitari), la pigiatura e la fermentazione del mosto, la spillatura, l'imbottigliamento, le etichette, i tappi, i cavatappi, l'invecchiamento, le botti, le bottiglie e i bicchieri del vino, gli attrezzi di cantina, gli attrezzi per la degustazione costituiscono un patrimonio di grande interesse culturale, a rischio di scomparsa e di oblìo. Il Museo può e deve recuperare, conservare e presentare queste identità a quanti ne sono interessati.
Come pensa debba essere articolato il museo?
Non c'è da inventarsi niente. Basta dare uno sguardo in giro per l'Italia, per non parlare della Francia e di tanti altri paesi europei, prendere esempio da realtà consolidate, come quella di Buttrio (UD) o di Torgiano (PG), per capire che occorre creare dei veri e propri "percorsi":
1- il Vigneto: coltivazione della vite (struttura di supporto: Campo Catalogo dei vitigni autoctoni);
2- la Cantina: vinificazione;
3- l'Enoteca: degustazione (struttura di supporto: Banca del vino).
Accanto al Museo funzionerà il Centro di Formazione e Ricerca, la Biblioteca - Pinacoteca da offrire anche alle scuole, nonché la Banca e la Bottega del Vino con funzioni di commercializzazione di prodotti legati alla cultura del vino.
Ci ha detto che la sua proposta è stata trasmessa agli organismi preposti. Quali altri passi intende compiere perché questo suo ennesimo desiderio possa realizzarsi?
Avendo maturato, nel frattempo, l'idea di allargare l'iniziativa dal livello locale a quello regionale, tornerò alla carica organizzando un apposito incontro qui in Costa d'Amalfi, al quale inviterò a partecipare il nostro governatore, Vincenzo de Luca sempre sensibile alle iniziative miranti allo sviluppo dei territori, il Presidente del Consorzio dei produttori, il Presidente della Comunità Montana, quello del Distretto Turistico, i Sindaci della Costa d'Amalfi , il Presidente dell'Associazione delle Città del Vino, i Presidenti delle Camere di Commercio della Campania, il Presidente della locale Strada del Vino, i Soprintendenti ai Beni Culturali e tutti coloro che in qualche modo hanno competenze e responsabilità in tema di governo del territorio e, come tali, possono essere interessati all'argomento.
Ho già pensato anche al titolo del convegno: "Museo del Vino a Tramonti: risorsa strategica per la Campania". Sono convinto che qualcosa di buono faremo. A questo punto mi sovviene quella famosa frase: "Non sbaglia chi tenta di migliorare la propria condizione e non ci riesce. Sbaglia chi si limita a lamentarsi della precarietà della propria esistenza e non fa niente per superarla."
Grazie sindaco, con la speranza di brindare presto al raggiungimento dell'obiettivo.
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