Tu sei qui: PoliticaRavello, primi veleni di campagna elettorale. Ulisse Di Palma si difende: «E’ vergognoso ascoltare certi toni»
Inserito da (redazionelda), martedì 28 settembre 2021 09:14:59
«E' vergognoso non tanto ascoltare ciò che in queste sere è stato detto da alcuni dei componenti di un'altra compagine, bensì i toni utilizzati e nemmeno dai vecchi volponi, ma da persone di giovane età che così si sono espressi. Questa cosa deve far riflettere molto. Questa non è Ravello, questi non siamo noi». E' quanto si legge da una nota della lista "Ravello va oltre" capeggiata da Ulisse Di Palma, pubblicata ieri sul proprio canale social.
Uno scritto corposo, di indignazione, che replica alle imputazioni mosse nel corso del comizio di domenica sera dalla lista "Rinascita Ravellese" di cui Di Palma è stato fondatore nel 2016 per poi scegliere la propria strada.
Il riferimento dello scritto, nella fattispecie, è all'intervento, dirompente, della giovane candidata Vittoria Cioffi (visualizzabile in video al link di seguito).
«Invece che sparare a zero, pensiamo piuttosto a riappropriarci di quella serenità già messa a dura prova dalla pandemia - prosegue la nota di Ravello va oltre -. Pensiamo piuttosto a darci una mano l'un l'altro.
Pensiamo a tenerci strette le persone sulle quali siamo più che certi di poter contare, che ce l'hanno dimostrato, non con i proclami, ma con i fatti. Non abbiamo bisogno più di lupi, che all'occorrenza si travestono da agnellini né di iene sotto mentite spoglie (nemmeno tanto mentite).
Quello che ci stanno illustrando è un mondo capovolto, che vale esattamente quanto valgono le stesse persone che ce lo stanno descrivendo ed è dettato unicamente da una sete insaziabile di potere!».
In premessa Ravello va oltre spiega i motivi di alcune scelte e soprattutto lo stile che ha deciso di adottare: «La sete di potere, una malattia incurabile per alcuni.
Si tratta di una sete che annebbia la vista, acuisce l'odio, fomenta il rancore, distrugge le amicizie, dimentica il rispetto.
Si soprattutto il rispetto della libertà di opinione e di pensiero.
Quella libertà che abbiamo conquistato con grande sacrificio nel corso dei secoli.
Oggi è inconcepibile che possa esistere l'assoggettamento ad un'unica linea di pensiero è inconcepibile solo pensare di doversi uniformare nel rispondere solo e sempre di sì.
E' inconcepibile che chi si allontana da un gruppo, perchè ormai disilluso, disincantato, che ha preso amaramente coscienza di non avere il giusto spazio, stanco di essere continuamente denigrato, sia privo di decidere di tagliare i ponti con una strada che ha pur percorso per un tratto e scegliere di cambiare.
La vita è fatta di cambiamenti e il cambiamento va accettato a patto di restare sempre se stessi, perchè la dignità non va barattata con niente e nessuno.
C'è chi dà valore al potere gestendolo alla "sua maniera", c'è chi sempre e solo nell'interesse dei cittadini, opera diversamente, includendo e non dividendo, che nella scala dei valori dà il giusto peso alle persone.
Noi di Ravello va oltre non siamo quelli del potere ad ogni costo, non lo saremo mai».
Rivolgendosi direttamente al capogruppo di "Ravello va oltre", Ulisse Di Palma, Di Martino ha detto: «Ho letto questo post. Dici che hai rancore quando accadono certe cose. Ma il rancore ce l'hai tu - esordisce Di Martino rivolgendosi a Di Palma -. Perché non ho capito: dici che la vita è fatta di cambiamenti e lo sappiamo. E tu di cambiamenti, caro Ulisse, ne hai fatti tanti. Hai girato tutto l'arco costituzionale e non. Te lo ricordo. Quindi fare i cambiamenti è lecito, quando si giustificano, però. Tu sei stato con Salvatore Sorrentino, con Paolo Vuilleumier, con Nicola Amato con Secondo Amalfitano e con Salvatore Di Martino. Guarda caso sei sempre andato via. Evidentemente c'è qualcosa, a meno che non siamo tutti e cinque pazzi evidentemente c'è qualcosa che non va in te e non in noi. Io sono stato sempre da questa parte, tu evidentemente il cambiamento lo hai fatto. E quando dici che sei libero di cambiare: certo che sei libero di cambiare, non c'è bisogno che ce lo dici? Vuoi andare indietro negli anni parlando della guerra, della conquista, della libertà, ecc... sei libero, però devi rendere il conto. Quando fai questi passaggi, in politica si rende il conto. Dici: "io sono andato via per questi motivi". E non puoi dire a cinque mesi dalla fine del mandato elettorale che sei andato via perché nessuno ti ha fatto fare niente. Non è vero! Perché neghi a te stesso, neghi tutto quello che è stato fatto quando dicevi "noi abbiamo fatto". Se è vero che noi abbiamo fatto, ti stai buttando del fango addosso da solo. E quindi viene meno anche il tuo diritto di ergerti così come scritto in questo post».
Di Martino cita alcuni passaggi dello scritto di Di Palma: "Noi di Ravello va oltre non siamo quelli del potere a ogni costo e non lo saremo mai" e poi la replica: «Ulisse, tu mi conosci bene perchè siamo stati comunque quattro anni ad amministrare, no? Sai benissimo che io ho anteposto sempre gli interessi della collettività ai miei, da sempre. Ed il potere per me significa fare de bene al paese, impegnarsi perché il paese abbia condizioni floride dal punto di vista economico, dal punto di vista culturale e questa è stata la mia vita, sempre. E di questo penso che mi dovete dare atto. Allora voi di Ravello oltre, in cui ci sono anche altri che stavano con noi, e mi riferisco al consigliere Cantarella il quale decise improvvisamente di dimettersi da capogruppo in un consiglio comunale nel quale tu (rivolgendosi sempre Di Palma, presente) dicesti di tutto contro il Cantarella e secondo me a giusto titolo. Ulisse, anche perché lui come ho già avuto modo di dire, aveva presentato una lettera di dimissioni nella quale diceva che non voleva fare nenache più il consigliere comunale. Quindi si dimetteva da capogruppo e anche da consigliere comunale, cosa che non è avvenuta perché il consigliere comunale ha continuato a farlo e ricordo che tu in una tua nota che è agli atti del comune perché era allegata alla delibera, gliene hai dette di tutti i colori. L'assessore Di Palma disse a Dario: "Tu ti devi dimettere da consigliere comunale"».
Sempre rivolgendosi a Di Palma: «E poi dici di tenerci strette le persone sulle quali dici di poter contare che ce l'hanno dimostrato non con i proclami ma con i fatti. Non abbiamo più bisogno di lupi non so a chi ti riferisci. Alle iene, invece, so a chi ti riferisci e fai un grande errore: perché per intanto offendi una donna e la qualcosa non si fa, io l'ho capita così».
Di Martino cita un altro passaggio specifico del post di Ravello va oltre: "Quello che ci stanno illustrando è un mondo capovolto che vale esattamente quanto valgono le persone che ce lo stanno descrivendo ed è dettato unicamente da una sete insaziabile di potere" e tende a chiarire la madre delle discordie con Di Palma relativamente alla mancata candidatura a sindaco per la compagine di Rinascita: «Ulisse, tu dovresti avere il coraggio, ma sono sicuro che non ce l'hai, di dire a tutto il popolo di Ravello quello che io ho detto l'altra sera in piazza: che io avevo fatto un passo indietro, avevo detto fai tu il sindaco, perché tu dicevi sempre che c'era un patto che abbiamo capito, non era un vero patto, il patto si fa in altro modo, il vero patto è quello del 23 dicembre sul quale eri tornato, hai fatto macchine indietro, ma questo è un altro aspetto. A me non serve il potere, quello che ho fatto, l'ho fatto in piena liberà, senza pensare al potere, ho pensato al benessere della collettività in tutti i miei anni di vita amministrativa. E questo è bene che tu lo sappia e tu fino a qualche tempo fa lo sapevi, me lo dicevi pure tu se non vado errato, Quello che dovresti dire, si è vero tu hai rinunciato, hai detto "rinuncio". Ho detto mettiamo una persona terza e mettiamola al posto nostro e sosteniamola, hai detto che non andava bene nemmeno questo. Troviamo un giovane: non va bene nemmeno questo. Dovresti avere il coraggio di dirlo tu e qualcun altro che era presente lì e che sta adesso nella tua lista di venire a dire queste cose. Se siete degli uomini venite a dire queste cose, in modo che la gente vi premierà pure se le venite a dire ma se non le dite sarete sempre etichettati come de traditori ma non di Salvatore Di Martino ma del popolo di Ravello. E' bene che lo sappiate ed è bene che facciate ammenda di quello che vi sto dicendo. Non è uno sfogo il mio, era un'esigenza per far capire con chi abbiamo a che fare. La sete di potere evidentemente è tua. Io non ho questa sete tanto è vero che ti ho detto: fai tu il sindaco».
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