Tu sei qui: PoliticaPer non dimenticare
Inserito da (redazionelda), giovedì 26 marzo 2015 00:04:57
di Andrea Reale*
"Per non dimenticare" recitava il titolo del convegno dedicato a Stefania Venturini, un titolo che esprime una necessità morale oltre che politica. Oggi che tutto pare messo in discussione, che non esistono più certezze di alcun tipo, men che meno in politica, è indispensabile conservare memoria della storia, dei valori unificanti, delle lotte di un popolo che liberando se stesso ha ridefinito la propria identità, e che nella libertà democratica ha ritrovato una dimensione collettiva di dignità e di sviluppo.
Sembrano vicende lontane, eppure sono invece vicinissime, non tanto in termini di anni trascorsi quanto di attualità di quei valori e di quelle esigenze. I grandi ideali politici, il liberalismo, il collettivismo, il socialismo riformista sembrano a molti formule vuote o utopistiche, invece sono il sedimento che sta alla base del progresso storico dell'occidente e non solo, sono ciò che ha mosso la storia, il pensiero e la vita dei nostri padri e predecessori, nel segno dell'edificazione di una società modulata sui bisogni di tutti.
A Minori (ma non solo a Minori) Stefania Venturini è stata tutto questo: ha rappresentato l'impegno per un mondo più umano, più aperto, più responsabile e più ricco di partecipazione. Ha incarnato i principi di una società improntata alla solidarietà e alla giustizia, alle ragioni dei deboli, e lo ha fatto con il suo lavoro quotidiano, di donna oltre che di amministratore. Perché, come donna, Stefania è stata un'educatrice e una madre, ed ha apportato in politica una sensibilità innovativa, coniugando la responsabilità quotidiana ad una prospettiva di impegno personale nel costruire per tutti un futuro di fiducia e di speranza.
Erano tempi in cui le donne in politica erano rare, almeno nelle piccole realtà locali come la nostra, e quelle poche erano necessariamente animate da una passione e da una volontà più forti del pregiudizio, più determinate degli uomini, appunto per fuoriuscire da uno stereotipo e farsi carico del cambiamento sociale. Stefania era così: attenta nell'ascoltare, nel comprendere le ragioni di chi le si rivolgeva, ma al contempo ferma nel far valere gli ideali che la animavano, e di cui ha reso partecipi le persone e le comunità con cui interagiva, arricchendole e migliorandole.
Chi la ha conosciuta (ma a Minori, da una certa età in poi, non c'è nessuno che non l'abbia conosciuta) rammenta e apprezza ancora la sua apertura al dialogo, al confronto, il suo spirito analitico ma non pedante, la profondità del suo pensiero e parimenti la sua capacità di interloquire con tutti, anche con i più umili. Se oggi la nostra città e tutto il territorio vivono in pieno una rinnovata cultura della libertà e del rispetto, specialmente dal punto di vista della condizione femminile, è in buona parte grazie anche al coraggio civile di Stefania Venturini e di non molte altre donne come lei.
Conservarne con cura la memoria equivale, per Minori, a guardarsi allo specchio per i riconoscere i tratti migliori della propria fisionomia: la semplicità unita alla tenacia, la modestia coniugata con l'assunzione di un ruolo responsabile nell'interesse dell'intera collettività. La sua guida non va dimenticata, perciò, allo stesso modo in cui non possiamo dimenticare o ignorare ciascun frammento di un passato che determina il presente e si riverbera nel futuro, e che dunque in ultima analisi passato non è, proprio come la figura di Stefania Venturini non potrà mai in alcun modo sottrarsi alla nostra riconoscente percezione per stemperarsi nell'indifferenza e nell'oblio. Grazie a Stefania per averci reso partecipi della sua forza dolce, e grazie a voi tutti per essere qui oggi a parlarne e a ricordarla.
*sindaco di Minori
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