Tu sei qui: PoliticaLiquami fognari nel mare della Costiera, Sindaco Atrani: «Magistratura non è contro amministrazioni locali ma a salvaguardia ambiente»
Inserito da (redazionelda), sabato 13 febbraio 2016 12:50:26
L'inchiesta della magistratura che ha portato al sequestro degli impianti di depurazione di Amalfi e Praiano, a detta del procuratore capo Corrado Lembo non dovrebbe fermarsi ai soli due comuni costieri. Sotto la lente d'ingrandimento, da oltre un anno a questa parte, tutto il sistema di depurazione (se così può essere identificato) della Costiera Amalfitana.
Abbiamo intervistato il sindaco di Atrani Luciano De Rosa Laderchi, impegnato sin dall'inizio del suo mandato per garantire interventi di manutenzione straordinaria delle vasche di sedimentazione comunali anche al servizio dei comuni di Scala e Ravello, con buoni risultati che hanno portato, la scorsa estate al ritorno alla balneabilità delle acque di Atrani.
Sindaco, la sua battaglia per l'ambiente e per il mare parte da lontano, dai banchi dell'opposizione?
Si, è vero, parte da lontano, da quando sono stato eletto in consiglio comunale, assieme agli attuali assessori Siravo e Smeraldo e al consigliere Lauritano, in rappresentanza della lista civica di minoranza. Abbiamo da subito contestato ai vecchi amministratori l'indifferenza verso le tematiche ambientali e abbiamo concentrato la nostra iniziativa sulla raccolta differenziata dei rifiuti e, principalmente, sulla questione della balneabilità. Le nostre interrogazioni erano rivolte a conoscere le ragioni per cui, a fronte di ingenti somme di denaro pubblico per la gestione del sistema idrico integrato (sono finiti nella condotta sottomarina circa 300mila euro in pochi anni!), la situazione era disastrosa.
Cosa è cambiato nel "sistema depurativo" di Atrani, che raccoglie anche i reflui di Scala e parte di Ravello, da quando lei è stato eletto sindaco?
Abbiamo agito su due fronti. Abbiamo affidato all'Ausino s.p.a. il servizio idrico integrato. Il nuovo gestore ha provveduto ad eseguire massicci interventi che hanno interessato, tra l'altro, la pulizia dell'impianto di trattamento primario (sono state prelevate e smaltite circa 62 tonnellate di materiale di vario genere!), il ripristino delle funzionalità del sistema di paratoie (che hanno il compito di indirizzare il refluo nella vasca di dissabbiatura/sedimentazione), la disostruzione dell'imbocco della condotta sottomarina intasata da materiale grossolano. Soprattutto è iniziata la manutenzione ordinaria (e ordinaria sta per quotidiana) dell'impianto. Abbiamo affrontato, con le amministrazioni di Scala e Ravello, la problematica degli scarichi abusivi nel torrente dragone. Abbiamo sottolineato con forza, così come rilevavano le analisi condotte dall'Arpac, che la presenza di escherichia coli cresceva man mano che dal litorale di Atrani si saliva verso i comuni di Scala e Ravello, persuadendo in tal modo le amministrazioni ad intensificare i controlli e ad intervenire in merito.
Tutto ciò ha comportato un visibile miglioramento della situazione che si è concretizzato nel raggiungimento della balneabilità del litorale.
Si è battuto fortemente, la scorsa estate, per vedere l'eliminazione, dopo anni, di quella striscia rossa che delimitava la breve fascia costiera di Atrani. Se l'Arpac ha dichiarato la balneabilità, come si spiegano i rilievi di una concentrazione di batteri fecali 10 milioni di volte superiore al limite massimo?
Premesso che non ho le dovute competenze per dare una risposta, devo tuttavia dire che il miglioramento della qualità delle acque si è "toccato con mano". Le analisi condotte dall'Arpac hanno avvalorato questo miglioramento. Probabilmente, e sottolineo probabilmente, la discordanza di valori potrebbe nascere dalle differenti zone di prelievo dei campioni e dalle correnti marine.
Il progetto del depuratore consortile Ravello-Scala-Atrani, era stato finanche appaltato lo scorso anno per circa 3 milioni dei 35 messi a disposizione dalla Regione per la Costiera. Cosa è poi successo? E' vero che c'è stato un dietro front rispetto a quel progetto e ora si rischia addirittura di perdere i finanziamenti?
Ho partecipato a vari incontri, sia in Provincia che in Regione, sul progetto del depuratore consortile. In una di queste riunioni è stato accennato alla possibilità di rivedere in parte il progetto stesso, ma la cosa è finita lì. La verità è che, pur avendo, sia singolarmente che congiuntamente ai sindaci di Scala e Ravello, più volte chiesto informazioni circa lo stato di avanzamento delle procedure di appalto, siamo fermi a giugno 2015. A tale data risale l'ultima nota di riscontro del provveditorato alle opere pubbliche. Venivamo informati che nel mese di marzo 2015 la commissione giudicatrice aveva redatto la graduatoria delle offerte pervenute. In sede di gara si era accertata la sussistenza, in capo a due concorrenti in graduatoria, delle speciali condizioni che, ai sensi dell'art. 86 comma 2 del d.lgs. 163/2006, fanno obbligo di valutare l'anomalia delle relative offerte e ciò aveva rallentato l'iter. Ci sono stati in seguitoulteriori solleciti volti a conoscere lo stato di avanzamento della procedura e a sottolineare l'indispensabilità e l'urgenza dell'opera per risolvere l'annoso problema della depurazione. A tutt'oggi non abbiamo avuto nessuna risposta.
Con quale stato d'animo vive il Sindaco di Atrani questa situazione che, come annunciato dal procuratore capo Lembo, non si fermerà certo ad Amalfi e Praiano?
Sono sereno, in quanto ritengo che abbiamo fatto tutto ciò che era nei nostri poteri. Sono fortemente convinto che l'iniziativa della magistratura non è rivolta, così come potrebbe apparire, contro le amministrazioni locali, ma, piuttosto, tende a mettere in luce il vero problema, che è la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini. Siamo dalla stessa parte!
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