Tu sei qui: PoliticaLa proposta: intitolare a Lorenzo Mansi strada fra Ravello e Scala
Inserito da (redazionelda), domenica 13 ottobre 2019 11:07:26
Con colpevole ritardo, a quasi mezzo secolo dalla morte, Ravello ha ricordato Lorenzo Mansi, tra suoi i sindaci più longevi. Guidò la Città della Musica dal 1948 al 1971, dal periodo posta bellico e repubblicano, al boom economico, al '68, all'inizio degli anni Settanta. Ieri sera poco meno di un centinaio di persone si sono ritrovati all'hotel Giordano per la presentazione del volume "Don Lorenzo Mansi sindaco di Ravello" realizzato dal giornalista toscano Silvano Polvani, edito dalla casa editrice Effigi di Arcidosso. L'incontro, organizzato in collaborazione tra il Comune di Ravello e l'associazione Ravello Nostra, ha visto la partecipazione del figlio di Lorenzo Mansi, Luigi, ingegnere e presidente della Nuova Solmine S.p.a., importante azienda chimica di Scarlino, in provincia di Grosseto.
Ai saluti del sindaco Salvatore Di Martino sono seguiti gli interventi dell'autore, intervallati da letture di Enzo Del Pizzo, del funzionario dell'Archivio di Stato di Salerno Salvatore Amato, che ha offerto un prezioso contributo di carattere storico istituzionale sul contesto politico e sociale del lungo periodo che ha riguardato la vita e l'azione politico-amministrativa di Lorenzo Mansi, tracciando la figura dell'uomo d'altri tempi, di tutt'altro mondo e modo politico, che ha amministrato con tenacia, risollevando Ravello dalle conseguenze della guerra, proiettandola verso lo sviluppo.
Presenti in sala il parroco emerito del Duomo di Ravello, monsignor Giuseppe Imperato, i professori Lorenzo Imperato e Salvatore Sorrentino, che dei governi di Lorenzo Mansi furono componenti (proprio Sorrentino sarebbe stato il suo successore dal 1971), lo storico medico condotto di Ravello Pasquale Correale, le cui testimonianze sono impresse nelle pagine del volume. «Non intendiamo decantare un eroe ma ricordare il contributo politico e civile di un'uomo di idee di azione» ha ribadito Polvani.
Dal sindaco Salvatore di Martino la proposta di intitolare a Don Lorenzo Mansi il tratto di strada che collega Ravello a Scala. Un'iniziativa già accolta di buon grado dal sindaco del paese dirimpettaio Luigi Mansi.
«Lorenzo Mansi ha sicuramente svolto un ruolo importante sia per l'epoca storica in cui è vissuto, nel dopo guerra, quando le condizioni die paesi erano misere un grosso sacrificio che ha fatto e qui voglio mettere in evidenza Noi sindaci abbiamo passione, andiamo avanti come carri armati non pensiamo alla famiglia, molto spesso sono i familiari a pagare, tra virgolette, la nostra passione, questo darci a piene mani nell'interesse della collettività, nel bene o nel male, si possa condividere o meno il percorso di uno di noi, però è vero che ce la mettiamo sempre tutta». Di Martino si rivolge ai sindaci emeriti presenti in sala a partire da Salvatore Sorrentino, poi a Paolo Imperato (al suo fianco nel ruolo di moderatore della serata) e a Paolo Vuilleumier presente in platea. Unico assente Secondo Amalfitano.
«Molto spesso il confronto tra di noi è duro, aspro, come lo è stato ai tempi di Don Lorenzo Mansi, le battaglie politiche erano tremende anche allora, ma da una parte e dall'altra c'era la passione, la voglia di fare bene» ha ammesso Di Martino.
Emozionati le foto in bianco e nero, di una Ravello d'altri tempi, quella amministrata da Lorenzo Mansi, prese dall'album di famiglia e fatte scorrere sul grande schermo in sala.
«Ravello è stata costruita da Lorenzo Mansi, ha fatto tantissime opere per il paese ma a mio avviso ha saputo mantenere indenne l'identità di Ravello, in un periodo particolare quando la gente stava senza casa, senza la possibilità di raggiungere i posti dove viveva, Don Lorenzo Masi si è dato molto da fare» ha aggiunto il primo cittadino, sottolineando affinità e tratti comuni tra la sua esperienza amministrativa e quella del suo predecessore che nel 1962 conferì la cittadinanza onoraria a Jacqueline Kennedy, lui nel 1994 a Hillary Clinton tratto comune: lui ha realizzato una grande opera, la Ravello-Chiunzi e di Martino il tunnel che ha liberato il centro storico dal traffico veicolare.
Luigi Mansi, visibilmente commosso, ha ringraziato, a nome di tutta la famiglia (in sala oltre alla sorella Angela, la moglie e i figli Antonella e Lorenzo), quanti hanno risposto all'invito di ricordare suo padre, omaggiando chiunque ne ha fatto richiesta, del prezioso volume realizzato per iniziativa degli altri due figli Luigi, Angela e Plinio, si propone come una testimonianza, un contributo per le nuove generazioni, di esempio a quanti vorranno dedicarsi alla causa della società civile. Prima di chiudere i lavori, l'ex sindaco Paolo Imperato ha richiesto la necessità di approfondimento di altri tratti e aspetti dell'azione di Lorenzo Mansi.
Stasera seconda presentazione del volume a Scala (Aula consiliare ore 18,00).
Foto: Emanuele Anastasio
Biografia
Lorenzo Mansi era nato a Scala 20 luglio 1907, era divenuto ravellese quando i due comuni furono uniti; rimase ravellese, quando Scala si ricostituì nel 1946.
È stato commissario prefettizio di Ravello negli anni 1942/1943 e sindaco dal 1948 fino alla morte nel 1971. A tutt'oggi è nella coscienza di tutti il "sindaco storico" di Ravello che deve molta riconoscenza all'opera di quest'uomo al governo del paese per quasi un quarto di secolo, così tanto tempo, da imprimere sul territorio il suo progetto, la sua visione, che in una continuità a tanti apparsa infinita, ha permesso di strappare "La Bellissima" dalla condizione d'isolamento in cui si trovava.
La ricostruzione della sua biografia, come appare nel volume, non solo contiene la documentazione di rito, ma si è avvalsa di testimonianze di chi negli anni della sua sindacatura lo ha conosciuto ed ha con lui condiviso la gestione del comune. Si riscontrano ancora oggi, a quasi cinquant'anni dalla sua scomparsa, riconoscenti ricordi. Il volume propone le cronache dei consigli comunali dai quali si evince lo stile impresso nel governo della città, con coraggio e lungimiranza, anche prendendo decisioni impopolari ma per il bene comune.
Decisionista e leader concreto. Queste le caratteristiche principali dell'uomo e dell'amministratore dal fare autoritario. Tra le opere strategiche realizzate la strada Chiunzi-Ravello. La sua opera maestra, da lui concepita e realizzata. Era solito dire che questa sarebbe stata il polmone di Ravello, perché avrebbe dirottato sulla città il traffico turistico proveniente dall'Autostrada del Sole e dall'Aeroporto di Capodichino, potendo così Ravello godere di quello sviluppo economico, turistico e agroindustriale, sino ad allora negato. Poi, sfruttando i "cantieri scuola di lavoro" per operai dell'edilizia, fece costruire la Strada Gradillo-Piazza Fontana-Toro: è stata questa l'opera pubblica che ha gettato le basi per la Ravello turistica di oggi. Nella sua lunga gestione da sindaco partorì molte opere dotando la città di tutte quelle infrastrutture necessarie per una decorosa vita dei Ravellesi e per lo sviluppo del paese.
Nel 1953 accompagnò il presidente della Repubblica Luigi Einaudi alla visita di Ravello, nell'agosto del 1962 conferì la cittadinanza onoraria a Jacqueline Kennedy, curando personalmente la sua permanenza, comprendendo quali potessero essere, data la sua risonanza mediatica, le possibili ricadute turistiche per la sua Ravello.
Da giugno del 1970, sua ultima campagna elettorale, lavorò a una legge speciale per Ravello, per un rilancio del turismo moderno a Ravello.
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