Tu sei qui: PoliticaFondazione Ravello: staff 'a lezione' da De Masi: professionalità e motivazione le parole d'ordine
Inserito da (redazionelda), lunedì 10 agosto 2015 19:00:54
«La fondazione è proprietà dei Ravellesi e deve aprire le porte al paese che lo ospita e che offre le sue bellezze artistiche paesaggistiche e le risorse economiche».
Esordisce con questo concetto il neo presidente Domenico De Masi all'incontro tenuto stamani con lo staff del Festival e della Fondazione Ravello al quale si è "ri"presentato.
«Non c'è bisogno di presentazioni»: lapidario e sarcastico al tempo stesso il segretario generale Secondo Amalfitano che con un sorriso ha introdotto l'ex amico con il quale ha dato vita, nel lontano 2002 all'organismo sempre al centro di turbolenze. Ma stamattina l'aria sembrava più calma che mai, con le armi oramai deposte. Presente in sala anche il componente il cda Paola Mansi.
«Mi terrorizza che a maggio ci siano le elezioni» scherza De Masi, ma non troppo, mentre introduce, col supporto di una dispensa distribuita alla trentina di presenti nella Cappella di Villa Rufolo dei punti salienti di quello che sarà il suo programma di gestione dei prossimi quattro anni. A partire dal suo concetto di ozio creativo, fatto di silenzio, bellezza, cultura, creatività e felicità. Tutte componenti che si fondono in suolo toponimo: Ravello.
E comincia la lezione del sociologo, musica per le orecchie dei tanti collaboratori della prima ora che sotto la direzione di De Masi hanno fatto grande il Festival che oggi prosegue proprio con quella impronta. De Masi risale in cattedra e si riappropria della sua creatura rileggendo l'articolo 7 dello statuto della Fondazione Ravello secondo cui il presidente debba possedere "qualificata competenza manageriale e scientifico-culturale". De Masi chiede se c'e' qualcuno che ha da controbattere: primo messaggio rivolto agli "studenti" dei primi banchi.
La mission della nuova Fondazione sarà sempre la stessa, riassunta in cinque punti: crescita culturale degli operatori della Fondazione, crescita culturale degli abitanti, crescita culturale dei turisti, blocco dell'emigrazione e dell'emigrazione giovanile, "Formula Uno" del progresso campano in campo culturale e turistico.
«Grazie alla progressione delle tecnologie - spiega - possiamo delegare alle macchine cose pericolose e mantenere nell'uomo cose creative. Oggi il 33% dei lavoratori dono creativi, nel 2030 arrivare al 50% e a Ravello si troverà bene perché troverà un'offerta culturale elevata. Per essere molto colti non servono lauree e master ma entrare nella curiosità intellettuale, afferrare al volo queste occasioni preziosissime che il Festival e la Fondazione ci offre». «Vi pare che un giovane debba emigrare da un posto come questo? - chiede - Sarebbe uno svuotamento di intelligenza per il paese. Ho offerto al presidente della Regione una "Formula Uno" perchè Ravello è avanti nel rapporto tra cultura e turismo ma non sufficientemente».
«Sul silenzio Ravello sta cadendo in basso. Basta una discoteca a Minori o un elicottero a sorvolare i cieli. La bellezza è qui, è vero, ma c'è anche una Ravello bruttissima. Sopra e sotto l'auditorium, ad esempio, ci sono cose abominevoli».
De Masi ritorna con le sue massime che lo accompagnano da sempre e, quando parla della felicità, rispolvera l'adagio a lui caro da sempre: «Il divertimento, la felicita, derivano dalla leggerezza. Non bisogna essere leggeri come una piuma ma come una rondine, per non farsi trasportare dalle correnti».
Poi presenta il suo progetto quadriennale: i quattro festival, uno per ogni stagione, con Spring Festival su arte e problemi della natura, Summer Festival, interdisciplinare, Autumn Festival arte e problemi delle avanguardie e Winter Festival arte e problemi dello spirito. Inoltre, nel suo programma di formazione, la riapertura della scuola internazionale di management culturale, il rilancio dell'Auditorium Oscar Niemeyer, definito in condizioni «vergognose», l'attivazione funzionale di Villa Episcopio i cui lavori non sono mai realmente cominciati, la crescita numerica e professionale del personale. Il pallino di De Masi, non è un segreto, è la destagionalizzazione: un progetto ambizioso, nel cassetto dal 2010, anno in cui lascio' la Fondazione.
«La Francia ha 280mila posti letto in meno dell'Italia - spiega - e conta 66 milioni di turisti; noi, con 280mila posti letto in più ne facciamo 35mila. In Italia c'è una mancata saturazione del 52%, mentre al Sud del 26%. E' come se un albergo di 100 stanze al Sud ne riempisse 26. Ci sono paesi che pur non avendo le attrezzature di Ravello vivono tutto l'anno. Ad esempio Cernobbio vive di turismo congressuale e non c'è giorno che non v'è convention».
Sono quattro i valori che dovrà avere la Fondazione di De Masi: creatività, perfezione, polifonia e universalismo. Il grosso lo dovrà fare lo staff, più volte lodato dal professore ma che, come più volte sottolineato, necessita di un'ulteriore crescita professionale, attraverso cinque condizioni necessarie. Creatività, professionalità e motivazione della direzione e del personale; organizzazione impeccabile; reperimento delle risorse; concordia tra Ravello e la sua Fondazione.
«L'organizzazione è una scienza - confida De Masi - Sono questi i principi che ho portato avanti per otto anni: l'universalismo è il principio secondo cui un'idea, un prodotto, un'opera d'arte vanno giudicati per il loro valore intrinseco non per chi la fa e quali idee politiche ha. La Fondazione non vi chiederà un'appartenenza politica - avverte rivolgendosi direttamente ai lavoratori - mi terrorizza che a maggio ci saranno le elezioni, ma a me interessa la vostra professionalità. Qui la politica non deve entrare, qui deve esistere la cultura».
De Masi loda la precedente gestione circa il reperimento di risorse private e riserva una stoccata, da ex preside della facoltà di Scienze della Comunicazione de "La Sapienza", all'ufficio stampa-comunicazione. «Dai giornali noi vogliamo la criticala internazionale non di Repubblica Napoli che con una telefonata riusciamo ad avere un pezzo». Poi affonda il colpo quando si domanda come sui siti web della Fondazione non sia passata la notizia del cambio ai vertici dell'Ente mentre tutta la stampa, locale e nazionale ha dato ampio risalto all'elezione del nuovo presidente. Il sociologo avrebbe visto di buon grado la pubblicazione dei nomi, con i curricula e le foto dei consiglieri di indirizzo e di amministrazione, con relativi compensi e rimborsi spesa.
Secondo Amalfitano, dal suo posto in prima fila cerca di controbattere, ma De Masi lo invita a prenotare il suo intervento alzando la mano. Un messaggio chiaro che il segretario recepisce. Sono lontani i tempi in cui, braccio a braccio, portavano avanti insieme la loro idea comune.
«Ogni giovedì alle 11 teniamo un incontro col personale - dice Amalfitano - in linea con le cose che ha detto (De Masi nda). Poi briefing prima di ogni spettacolo. Il festival gode di ottima salute, è il secondo Festival d'Italia e finora siamo a 240mila euro d'incasso». Il segretario ricorda che il personale è stato accuratamente selezionato, che il consigliere Mansi deve ancora formalizzare accettazione della nomina nel cda e che il sito della Fondazione «è il più aggiornato d'Italia».
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