Tu sei qui: PoliticaFondazione Ravello, sindaco difende De Luca e accusa Scurati: «E' stato improvvido»
Inserito da (redazionelda), martedì 22 giugno 2021 16:05:36
«Antonio Scurati ha fatto un grandissimo errore: quello di non seguire le regole. La libertà si ha perché c'è il rispetto delle regole. Noi siamo schiavi delle regole per avere la libertà altrimenti non l'avremmo. Questo è il principio fondamentale fondante della libertà». Lo ha dichiarato ieri il sindaco di Ravello Salvatore Di Martino nel corso di un acceso consiglio comunale chiamato ad approvare il bilancio di previsione. Dalle minoranze la richiesta di saperne di più circa le dimissioni del professor Antonio Scurati da presidente della Fondazione Ravello.
«Il sindaco di Ravello si è trovato a gestire una situazione difficilissima - ha chiarito Di Martino parlando in terza persona -. Io ho sostenuto Scurati, ho condiviso la scelta che ha fatto De Luca e l'ho sostenuta. Io sto cercando di togliere il fango che si sta buttando su Ravello. La libertà di cui lui invoca l'inesistenza a Ravello - e dice pure che siamo un popolo di incolti sulla falsariga di quello che diceva una volta il buon Mimmo De Masi di cui lui è stato allievo - è la stessa che gli ha consentito di fare quello che voleva senza dire niente a nessuno. Le ipotesi di lavoro che ha ritenuto si dovessero portare avanti non le ha sottoposte a nessuno. Noi abbiamo un Consiglio di Indirizzo e un Consiglio di amministrazione oltre a un direttore artistico per far fare le verifiche degli eventi che vanno portati avanti. Io stesso, per avere delle manifestazioni nell'interesse della collettività, ho dovuto chiedere e ho dovuto precisare quali erano le manifestazioni e mi riferisco la jazz in piazza e sono state vagliate dal direttore artistico, dal cdi e dal cda che sono state varate. Quello che non è accaduto per Antonio Scurati, il quale, improvvisamente, ha pensato di far venire a Ravello il Ministro Speranza che sarebbe venuto qua a parlarci della pandemia, dei tamponi, così come la questione del buon Saviano. Siccome Antonio Scurati è uomo di cultura e ha una buona memoria e sa che è stato nominato da De Luca, avrebbe dovuto dire a De Luca: "io sto per chiamare Saviano". Ma avrebbe dovuto sapere cosa Saviano ha detto nei confronti di De Luca. Ha scritto che è un cialtrone, un nullafacente, pensasse a lavorare, più o meno questa frase scritta sulla stampa».
In più riprese, durante l'assise fiume durata sei ore e quaranta minuti, il primo cittadino, sollecitato, è tornato sull'argomento leggendo le motivazioni delle dimissioni di Scurati.
«Vorrei che si individuassero le responsabilità» altrimenti «significherebbe incolpare tutti quanti noi» ha proseguito il sindaco ritornando sul caso Scurati. «Perché le responsabilità sono da ascriversi a chi, del tutto immotivatamente, ha assunto un atteggiamento in contrasto con le regole e a chi non ha voluto recedere a questo comportamento. Questo è il dato oggettivo. Il primo ad essere dispiaciuto sono io che ho sostenuto il presidente, sono io che ho avuto l'iniziativa del conferimento della cittadinanza onoraria. La mia è stata una grande sofferenza. Stamattina (ieri ndr) nel corso del consiglio d'indirizzo ho chiesto di verificare la possibilità che il professore Scurati possa rivisitare questa posizione. L'ho detto nel momento in cui l'amico Valerio Pescatore (componente il cdi ndr) ha detto che voleva abbandonare. Gli ho chiesto di desistere per l'affetto che ha per Ravello e per quello che la sua famiglia ha avuto per Ravello, altrimenti con queste dimissioni altro fango su Ravello. Io sto gestendo come meglio possibile questa vicenda. Entro 48 ore ho chiesto alla Bove, per il suo tramite, che De Luca mi chiami perché voglio capire cosa bisogna fare perchè sono stanco, perché vorrei capire cosa bisogna fare, non possiamo certamente stare così. Stare così significa continuare ad esporsi al pubblico ludibrio, dobbiamo avere la capacità di recuperare o di intraprendere una nuova strada se recupero non c'è». Poi, riferendosi allo scrittore senza più citarlo, ha aggiunto: «Però dobbiamo individuare con nomi e cognomi i responsabili. In questo momento c'è solamente un responsabile che in modo improvvido, a mio avviso, ha ritenuto disattendere quella che è stata la fiducia risposta dal presidente della giunta regionale, al di là di quello che ha detto, del sindaco di Ravello, perché si è dimesso con delle motivazioni che non hanno nulla a che vedere con la gestione della fondazione. Ha fatto un passo falso, un passo che non doveva fare».
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