Tu sei qui: PoliticaCrisi idrica di Ravello: la mancata informazione e le scuse dell'Amministrazione comunale
Inserito da (redazionelda), sabato 27 agosto 2016 18:54:28
Il sindaco di Ravello, Salvatore Di Martino, ci scrive.
L'Amministrazione Comunale si scusa con la cittadinanza tutta e con i tanti ospiti che nelle ultime 48 ore hanno dovuto subire disservizi legati alla mancata erogazione d'acqua dal civico acquedotto senza alcun preavviso. Per amore di verità, per correttezza d'informazione e anche per correggere la disinformazione malevola che qualche mestatore agita, ci teniamo a rappresentare che:
- Il civico acquedotto è gestito dalla società consortile pubblica "Ausino" e non dall'Amministrazione Comunale;
- Il Comune, al pari dei cittadini, è vittima di disinformazione o, comunque, tardiva e parziale informazione da parte della società consortile di gestione;
- L'organizzazione del servizio e la "governante" del consorzio è ancora quella determinata, voluta, impostata e condivisa dall'Amministrazione passata e da "poche ore" sonoramente bocciata alle consultazioni elettorali;
- L'Amministrazione attuale, con l'intera compagine "Rinascita Ravellese", ha potuto in 48 ore "solo" compulsare la società di gestione del civico acquedotto affinché fosse tempestivamente recuperato e attivato il pozzo sito in località S. Caterina di Scala che, guarda caso, fu realizzato negli anni 90 grazie al determinante contributo e volontà dell'allora Amministrazione Di Martino e dall'allora Assessore alla Comunità Montana dr. Secondo Amalfitano;
- Un giornalista vero, per giunta già Consigliere Comunale, ben dovrebbe sapere tutto ciò e ben dovrebbe sapere, che si possono comunicare notizie vere e soprattutto accadimenti che si conoscono, senza ricorso a facile dietrologia, che rende l'informazione oltremodo infondata e sospetta di parzialità.
In sole 48 ore il problema dovrebbe già essere stato risolto nel migliore dei modi.
Monitoreremo attentamente l'andamento del servizio nelle prossime ore, anche per revocare i provvedimenti restrittivi adottati.
Nonostante ciò, ancora ci scusiamo per i disservizi, auguriamo ai graditi ospiti sereno soggiorno a Ravello e confidiamo in ravvedimenti operosi che determinino un crollo nella circolazione di maldicenze e, perché no, una risalita del livello di serenità e concordia fra la cittadinanza tutta, in uno a quello dell'acqua nei serbatoi.
Fatevene una ragione, lasciateci lavorare in pace e giudicateci pure fra cinque anni.
E noi replichiamo
L'ultimo manifesto a firma del sindaco Salvatore Di Martino si commenta da solo. E' necessario, però, riaffermare, in questa sede, alcuni dei più elementari principi di stile comunicativo.
Non può un sindaco, prima ancora avvocato, utilizzare uffici e funzioni - e la carta intestata del Comune - per fini che esulano da una corretta comunicazione istituzionale.
In questo caso, il manifesto comunale fomenta ruvide polemiche politiche che non incrociano l'esigenza della popolazione di conoscere le attività della pubblica amministrazione.
Obiettivi, questi, che non interessano e non ispirano l'attività sindacale di Ravello, ancora concentrata sulla lunghezza d'onde della campagna elettorale e su insane passioni travisate da finalità civiche.
Non può il sindaco mescolare e confondere un documento prettamente istituzionale (le spiegazioni e le scuse alla cittadinanza per i disagi provocati dalla crisi idrica della scorsa settimana) con le accuse a un giornalista (di cui non si ha il coraggio di citare il nome) che è anche cittadino di Ravello, reo - secondo lui e i suoi suggeritori - di aver sottolineato l'incapacità di Palazzo Tolla nell'informare la cittadinanza (anche attraverso i propri canali) sugli orari di sospensione dell'erogazione idrica, lasciando l'utenza nel perenne dubbio.
Una caduta di stile, se non una brutta figura dal punto di vista istituzionale, la prova evidente di una perdita di lucidità, forse anche a causa dell'ostinazione nel replicare, a distanza di circa vent'anni, metodi e stili di una politica profondamente rinnovata.
Il rinnovamento istituzionale non presuppone sempre un ricambio generazionale, ma chi si candida a ruoli pubblici non può proporre alle città che amministra la politica arcaica e fossilizzata di quella Prima Repubblica nella quale furono ricoperti ruoli di potere.
Appare, quindi, davvero incredibile, voler scaricare ogni responsabilità sull'Ausino, gestore della rete idrica comunale: questo, agli utenti finali, poco importa. Interessa invece che il loro Comune - l'ente locale più vicino ai cittadini - che è socio dell'Ausino, faccia sapere tempestivamente come affrontare l'emergenza nei giorni caldi di agosto.
Che Di Martino non fosse un campione di comunicazione era cosa nota, ma stavolta si è superato: nemmeno capace di pubblicare un messaggio su Facebook o Twitter! Quando si tratta di pubblicizzare eventi di piazza, il suo entourage, invece, è capace di inoltrare comunicati stampa e continue inserzioni social.
Con quel manifesto il sindaco non ha offeso il giornalista che attraverso il suo giornale - che ha la redazione proprio a Ravello - avrebbe voluto comunicare ai suoi concittadini notizie precise, ma ha offeso tutti quei Ravellesi che per sei giorni hanno dovuto fare i conti con l'incognita e i disagi dovuti alla mancanza dell'acqua.
E questo è il devastante risultato dell'ascolto di inadeguati e cattivi 'consulenti'.
Si ribadisce, infine che, come per il passato, Il Vescovado continuerà ad essere il watch dog della politica, attento all'azione amministrativa nel solo interesse dei lettori e dei cittadini. Non dimentichi (il primo cittadino) il ruolo della comunicazione e della corretta informazione nella gestione della cosa pubblica. E' un fatto di rispetto e trasparenza. Ma l'acqua a Ravello sembra già essersi intorbidita.
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