Tu sei qui: PoliticaCrisi Covid, i ristoratori di Ravello scrivono a chef Gennaro Esposito: «Sì a riduzione dei posti ma garanzie per lavoratori»
Inserito da (redazionelda), lunedì 4 maggio 2020 21:31:40
Anche le attività commerciali di Ravello in seguito all'emergenza Coronavirus che dallo scorso marzo ha segnato negativamente la vita del nostro Paese, si trovano oggi a fronteggiare difficoltà economiche che, se non affrontate con decisione, possono influire negativamente sulla vita di tutta la Nazione.
I titolari delle attività di ristorazione e bar di Ravello che martedì scorso hanno aderito alla protesta silenziosa del Mio (Movimento Imprese Ospitalità) attraverso il flash mob "Risorgiamo Italia", si appellano a Gennaro Esposito.
Lo chef stellato, patron della «Torre del Saracino» di Marina di Aequa è stato chiamato dal governatore Vincenzo De Luca a collaborare con la Regione Campania per raccogliere e portare a sintesi le istanze dei ristoratori, di tutte le tipologie, in vista della stesura di protocolli che possano garantire il ripristino in sicurezza del servizio ai tavoli.
Esposito ha chiesto a tutti gli imprenditori del food della regione, per aree di riferimento, idee e progetti comuni da portare poi al tavolo di lavoro regionale.
Tredici imprenditori di Ravello hanno accolto l'invito e inviato proposte e richieste in vista della riapertura delle attività di ristorazione e bar.
«Siamo convinti che con la riapertura delle nostre attività la problematica delle distanze sociali diventa di fondamentale importanza per la sicurezza sia per i nostri collaboratori che per i nostri ospiti - si legge -. Siamo altresì convinti che il nostro territorio, nel quale il volano principale dell'economia è rappresentato dal turismo, con il 90% di presenze date da turisti stranieri, (americano, anglosassone, russo) resta penalizzato anche in questa fase, almeno fino a quando la situazione mondiale della pandemia non ritorni sotto controllo.
Siamo disposti alla riduzione dei posti a 1/2 della capacità effettiva delle nostre attività rinunciando all'altro 50% della capacità, ciò comporta una riduzione degli incassi giornalieri, pari alla capacità di accoglienza, e cioè al 50%.
In forza di questo al fine di agevolare la ripresa delle attività chiediamo una riduzione al 50% delle imposte locali quali TARSU, IMU, etc. proporzionato ai nostri mancati introiti, vista il blocco forzato delle nostre attività;
La sospensione del canone di occupazione del suolo pubblico per la collocazione dei tavolini all'aperto;
Sospensione del pagamento dell'abbonamento SIAE per la filodiffusione e del canone RAI;
Riduzioni in misura del 50% di tutte le polizze stipulate a favore delle attività;
Al fine di agevolare la ripresa auspichiamo un intervento a favore della riduzione dei fitti delle attività commerciali da parte dei locatari, a favore dei conduttori in forza del ridotto flusso turistico;
Chiediamo la non applicazione di schermi divisori tra tavoli o sui tavoli, in netto contrasto con la Legge per la sicurezza sul lavoro, e di sicuro disturbo ambientale;
Ci chiediamo, qual è la necessita di una sanificazione dei nostri locali, quando questi sono chiusi da gennaio 2020?
Chiediamo con forza, una presa di coscienza che elimini buona parte della burocrazia atta alla riapertura delle attività, in breve, ogni responsabile delle attività con un autocertificazione si assume le responsabilità del corretto funzionamento delle attività, si impegna con buon senso ad applicare le norme, secondo il tipo e le esigenze di ogni attività, ovviamente seguendo le indicazioni dettate dagli esperti.
Desideriamo un aiuto sostanziale che va verso la garanzia del lavoro ai nostri collaboratori e che ci aiuti ad assicurargli il lavoro, per esempio:
con la decontribuzione del costo del lavoro, questo per cercare di mantenere inalterata l'occupazione degli anni passati, tenendo presente che nelle nostre aree il lavoro è stagionale ed è limitato a soli i 6/7 mesi estivi;
chiediamo la reintroduzione dei Voucher per agevolarci sulla organizzazione del lavoro.
Reclamiamo l'esenzione totale di responsabilità per eventuali contagi COVID-19 di collaboratori o ospiti, queste responsabilità nelle condizioni attuali di trasmissione del virus non possono essere imputate in nessun modo ai gestori delle attività.
Nella nostra realtà di piccolo paese turistico gli elementi che portano i nostri clienti ad usufruire di un ristorante o un bar, non è dato dalla necessità di bere o di mangiare, ma di godere della convivialità, dell'atmosfera, delle sensazioni, del calore e della tranquillità che sappiamo trasmettere, cosa che rischia di essere negata con regole troppo restrittive alla probabile riapertura del 1° giugno».
Dopo aver consegnato simbolicamente le chiavi delle loro attività, gli imprenditori ravellesi saranno ricevuti mercoledì dal sindaco Salvatore Di Martino a Palazzo Tolla.
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