Tu sei qui: PoliticaConcessioni balneari, per Mattarella proroga va contro il diritto europeo. Meloni: «Stiamo lavorando a norma di riordino»
Inserito da (PNo Editorial Board), venerdì 5 gennaio 2024 18:27:16
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato il 2 gennaio scorso, al governo e al Parlamento, una lettera di osservazioni nella quale sottolinea «i profili di contrasto con il diritto europeo» della legge sulla concorrenza, in particolare delle norme che prorogano le concessioni per il commercio ambulante, sulla scia di quelle che riguardano i balneari.
Il 16 novembre scorso, la Commissione europea ha inviato un parere motivato al governo italiano, che richiedeva all'Italia di adeguarsi entro due mesi: entro il 16 gennaio si attende quindi la risposta dell'esecutivo Meloni a Bruxelles, altrimenti potrebbe scattare l'intervento della Corte di giustizia, che potrebbe decidere una multa per l'Italia, insieme all'obbligo di cambiare la legge.
Nel frattempo l'attuale governo ha completato la mappatura delle spiagge, che ha messo in evidenza come in Italia solo il 33% di esse sia dato in concessione a operatori privati. Il restante 67% delle spiagge è libero, privo di concessioni. La Bolkestein dice che le procedure di selezione vanno fatte solo qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali. Ed è su questo che punta il Governo. Anche se, pare che il calcolo tenga conto anche delle scogliere, delle zone montuose, dei porti industriali, insomma di aree della costa che non sono in nessun modo paragonabili a una spiaggia, e che di ciò l'Europa si sia accorta.
Intervistata dal giornalista del TG1 Francesco Maisano (TG1) in merito alle concessioni balneari, in occasione della conferenza stampa di fine anno, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha replicato: «Questo Governo ha fatto per la prima volta un lavoro che, curiosamente, nessuno aveva inteso fare prima, che è la mappatura delle nostre coste per stabilire se esista o non esista il principio della scarsità del bene, che è fondamentale per l'applicazione della direttiva Bolkestein. Questo curiosamente, in tutti questi anni dai quali la direttiva Bolkestein è entrata in vigore, nessuno ha ritenuto di doverlo fare. Noi su questo abbiamo proceduto abbastanza velocemente, abbiamo fatto un lavoro serio, e ora l'obiettivo del Governo, chiaramente, è una norma di riordino che ci consenta, intanto di mettere ordine alla giungla di interventi e pronunciamenti che si sono susseguiti, che necessita di un confronto con la Commissione europea per arrivare al duplice obiettivo, da una parte, di scongiurare la procedura di infrazione e, dall'altra, di dare certezze agli operatori che è sempre stata una delle nostre priorità. Quindi questo adesso è il lavoro che noi stiamo facendo e che riteniamo sia a questo punto diventato molto importante perché c'è obiettivamente una difficoltà, sia per gli operatori che non hanno certezze sul loro futuro, sia anche per gli enti che devono poi applicare delle norme che non sono chiare, a partire dai Comuni che hanno oggettivamente delle difficoltà che ci segnalano continuamente. Quindi è oggetto del lavoro delle prossime settimane».
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