Tu sei qui: PoliticaCaos Fondazione Ravello: tutti contro tutti
Inserito da (redazionelda), venerdì 15 giugno 2018 13:36:40
Mancano quindici giorni all'inaugurazione della 66esima edizione del Festival di Ravello e in casa Fondazione si registrano tensioni forti.
Dal consiglio di amministrazione del 2 giugno scorso, chiamato all'approvazione del bilancio consuntivo 2017, sono emersi nuovi contrasti che hanno nuovamente destabilizzato l'ambiente in vista dell'approvazione definitiva del consuntivo dal Consiglio d'Indirizzo. Il diniego del direttore di Villa Rufolo Secondo Amalfitano nel concedere la somma di 500mila euro derivanti dagli incassi del monumento da dover destinare alla copertura di costi ancora sospesi (clicca qui per approfondire) non è stato gradito da Presidente e Cda. Si profila un duro braccio di ferro tra i vertici della Fondazione e il dipendente "disubbidiente" che proprio ieri ha lanciato, attraverso le pagine di Positano News, pesanti invettive nei confronti della stampa libera e velatamente - ma non troppo - delle componenti politiche della Fondazione Ravello.
Ma le avversità giungono anche dal Comune di Ravello col sindaco Salvatore Di Martino che nel corso del Cda del 2 giugno è ritornato sulla questione relativa all'immobile comunale "Sala Frau", dal 2003 sede della Fondazione Ravello, della quale il Comune di Ravello chiede la restituzione per proprie necessità (pare per l'allocazione del Comando di Polizia Locale). Il presidente Sebastiano Maffettone più volte si è mostrato, anche attraverso uno scambio epistolare, contrario a lasciare i locali di viale Wagner.
Stando a quanto appreso, a Salerno, in un momento di forte tensione, Di Martino - consigliere d'indirizzo che come da statuto può prendere parte ai Cda - si sarebbe scagliato con una certa veemenza, rivendicando il proprio diritto con urla e imprecazioni, contro Maffettone. Soltanto l'intervento di alcuni dei presenti ha evitato un contatto ravvicinato. Scenario da tutt'altro ambiente, ci hanno riferito.
Noi abbiamo richiesto un'intervista prima al presidente Maffettone e poi al segretario generale Ermanno Guerra che, col garbo e la disponibilità di sempre, hanno chiesto, senza non poco imbarazzo, di poter non rispondere alle nostre domande, lasciando intendere, però, la gravità dell'episodio. Il sindaco Di Martino ci ha raccontato la sua versione: «Io ho precisato che il presidente della Fondazione non può certamente sindacare l'attività amministrativa. Ho richiesto la Sala Frau e ovviamente su questo c'è un atteggiamento del Presidente che non è convincente. Sindacava l'attività amministrativa. Ci troviamo davanti a un deliberato di giunta molto motivato, una lettera garbata mia nella quale dicevo che mettevo a disposizione anche spazi dell'Auditorium, quindi una sede dignitosa. Non era uno sfratto, stiamo facendo un recesso motivato da esigenze essenziali dell'ente, su questo non potevo transigere».
E sulla questione del passaggio delle somme di Villa Rufolo? «Su questo non sono entrato perché sono nel Consiglio d'Indirizzo, al Consiglio di Amministrazione posso partecipare, ovviamente ho la possibilità di dire qualcosa, ma non posso scendere nel merito di queste questioni.
Il bilancio è stato approvato dal Cda ma deve andare in Consiglio d'Indirizzo per l'approvazione definitiva. In quella sede farò delle verifiche. So che chiedono soldi ma mi pare che ci sia un atteggiamento anche di cautela da parte della direzione. Ma questo è un aspetto che approfondiremo nel CdI».
Ma questa sembra essere soltanto una battaglia. Già, perché la guerra potrebbe scoppiare dal 30 settembre quando i soci fondatori della Fondazione saranno chiamati a ufficializzare le nomine dei nuovi Consiglieri d'indirizzo (4 per la Regione, 3 per il Comune, 2 per la Provincia, 1 Soprintendenza e 1 MIBACT) che si insedieranno ai primi di gennaio. Potrebbe essere la volta buona per la tanto auspicata modifica dello statuto che porterebbe i consiglieri nominati a decadere in concomitanza con la fine dei mandati politici dei diversi enti.
«C'è il problema della modifica statutaria - spiega Di Martino - altrimenti siamo sempre punto e a capo. Fatte le nomine nessuno fa le modifiche per andare via, quindi bisognerebbe farlo prima, in virtù di quello che sta accadendo». I tempi sono maturi? «Penso di sì, ne parlerò col presidente De Luca, perché Comune e Regione sono la magna pars della Fondazione». La sera del 30 giugno l'orchestra tornerà a suonare Wagner dal Belvedere di Villa Rufolo. Più che un Parsifal sarà la Cavalcata delle Valchirie a riecheggiare nell'estate di Ravello.
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