Tu sei qui: PoliticaAccordo migranti Italia-Albania: per la Meloni è «storico», per Gratteri «il problema andrebbe lavorato a sud del deserto»
Inserito da (PNo Editorial Board), sabato 11 novembre 2023 15:07:01
Lunedì 6 novembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama hanno siglato il protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti.
Un documento di 9 pagine, 14 articoli in tutto, che resterà in vigore "per 5 anni", rinnovabili di altri 5, salvo che una delle parti avvisi entro 6 mesi dalla scadenza l'intenzione di non rinnovarlo.
«Abbiamo stretto un accordo storico con il quale collaboriamo su tre obiettivi fondamentali: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere in Europa solo chi ha davvero diritto alla protezione internazionale», ha detto la premier italiana.
«In sostanza l'accordo prevede - spiega - che l'Albania dia all'Italia la possibilità di utilizzare alcune aree in territorio albanese per realizzare sotto la giurisdizione italiana due strutture dove gestire l'ingresso, l'accoglienza temporanea, la trattazione delle domande d'asilo ed eventualmente il rimpatrio dei migranti illegali».
Si applicherebbe alle persone salvate in mare - non arrivate sulle coste italiane - ma non è dato sapere al momento se si tratta anche di acque territoriali o solo internazionali.
L'accordo ha suscitato diverse critiche. Il procuratore Nicola Gratteri, ad esempio, ha commentato: «Il problema dell'immigrazione andrebbe lavorato a sud del deserto, da dove partono i migranti. Una volta che arrivano sulle coste dell'Africa, arriveranno. La mafia albanese è la seconda in Europa dopo la 'Ndrangheta».
Per Matteo Renzi (Italia Viva) è «l'ennesimo spot del Governo», mentre per la segretaria del Pd Elly Schlein l'intesa «sembra in aperta violazione delle norme di diritto internazionale e di diritto europeo. Meloni dovrebbe piuttosto convincere i suoi alleati nazionalisti europei a condividere l'accoglienza, e non lasciare sola l'Italia».
Più duro Giuseppe Conte (M5s), secondo cui si tratterebbe di «una deportazione di massa temporanea che ci costerà tantissimo. Distrarrà le nostre risorse umane, e parlo delle nostre forze di polizia per accompagnare questi migranti su un lembo di terra albanese. Ristrutturiamo loro caserme ma noi ne abbiamo tante, anche disponibili, per tenerli lì un mese, processare lì le loro richiese d'asilo e poi riportarli in Italia dove offriremo o asilo oppure un foglio di via perché non si riesce a rimpatriarli, e quindi si potranno diffondere sul nostro territorio».
E ancora, Silvia Albano, giudice del tribunale civile di Roma nella sezione specializzata in diritti della persona e immigrazione, ha definito l'accordo «giuridicamente inattuabile», perché «viola le leggi nazionali» e «prevede investimenti onerosi per le finanze statali».
Dal canto suo, la Commissione europea non ha al momento preso posizione sull'accordo, limitandosi ad avvertire che deve essere conforme al diritto comunitario e internazionale.
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