Tu sei qui: NecrologiAntonio Amato, figlio della bellezza e dell'arte di Ravello
Inserito da (redazionelda), venerdì 18 dicembre 2020 21:11:48
di Salvatore Ulisse Di Palma
L'anno orribile 2020 si sta chiudendo con un'altra dipartita.
Anche tu, caro Antonio Amato, senza clamore, mesto e silenzioso te ne vai, come silenziosa è stata la tua vita fatta di tanto lavoro e sacrifici, tu sei stato figlio di quella generazione che ha visto e vissuto la guerra, sentendone l'odore e vivendone le privazioni.
Vai a raggiungere l'amico di sempre: "Gino ‘o mericano".
Chissà quante cose avrete ancora da dirvi e da fare.
Ricomporrete, sicuramente, quello che è stato l'inscindibile binomio terreno.
Riprenderete i discorsi interrotti e, continuerete i ragionamenti da sempre cominciati e, forse mai completati.
Alla triste notizia mi è venuto spontaneo l'andare a ritrovare una foto ormai ingiallita dal tempo che testimonia l'avvio della vostra carriera scolastica, forse eravate in quarta elementare, compagni di banco, amici di marachelle, bambini che cominciavano a scoprire la vita.
Quante volte mio padre ti ha indicato in quella foto, in quell'immagine così lontana, ma così viva e palpitante.
Ecco, gli amici uniti dal destino s'incontrano ancora oggi, come se fosse nel dna, come se non si fossero mai staccati e, penso ad Attila, tuo figlio e Alessandro, mio figlio, con il loro rapporto forte ed indissolubile di fraterna amicizia.
La vita di paese è anche questa, il perpetuarsi di antichi rapporti, non fatti di sangue, ma di affetto e consuetudine che si lasciano ancora di più apprezzare.
Tu, Antonio, uomo onesto e generoso, il creativo che lascia nelle case della nostra amata Ravello e, non solo, i frutti del tuo onorato lavoro.
Sarebbe simpatico riprodurre per immagine le tue opere, le tue geometrie, le tue bellezze.
Sei stato imprenditore, ma anche nella nobiltà del termine, artigiano e artista.
È necessario anche ricordare la tua esperienza politico-amministrativa, alle vicende che la caratterizzarono, ma questa è, sì, importante, ma poca cosa perchè il ricordo deve essere legato all'uomo, al seminatore, a colui il quale, a larghe mani ha saputo lanciare chicchi in abbondanza per raccolti futuri, rappresentati da quello che nella vita terrena si riesce a lasciare come famiglia e come intera comunità.
Caro Antonio, lasci questa terra nel rimpianto generale, nel ricordo che affolla in chi generazionalmente ti è stato vicino e, di quanti, come me ti ha seguito nel percorso di vita e nel tuo stile, in quella che è l'"humanitas", il dono più prezioso che si possa avere, da non conservare egoisticamente, ma da condividere con tutti.
Tu sei stato, Antonio, un uomo generoso e, questa tua generosità ti sarà sicuramente ripagata in cielo, in paradiso e, nei ricordi che ci terranno compagnia.
Anche tu, Antonio, piccolo pezzo della mia esistenza, te ne vai ed io non posso, nel ricordo non fare che piangerti.
E, che la piazza Vescovado di Ravello, cuore nel quale si realizza l'intersezione di storia civile, movimenti culturali, tendenze artistiche, ritualità consolidate, tradizioni popolari sia, nel tuo e nel ricordo di tanti come te, simbolo eterno di unità di una comunità che volge il suo sguardo ed opera solo e soltanto per il bene.
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