Tu sei qui: Libri“La Mia Avvocata” del maiorese Filippo Civale: il commento di Sigismondo Nastri
Inserito da (Admin), giovedì 4 agosto 2022 11:33:36
di Sigismondo Nastri
Nell'introduzione al libro La mia Avvocata di Filippo Civale, stampato e ristampato per farne dono a quanti gli vogliono bene, Gerardo Russomando dichiara di conoscere l'autore da circa vent'anni.
Io credo di averlo incontrato, la prima volta, molto ma molto tempo prima. Forse agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso. Quando ero segretario dell'onorevole Francesco Amodio, sindaco di Amalfi e deputato al parlamento, e lui già impegnato, con la passione che lo contraddistingue, nel campo della produzione della carta.
E' trascorso abbondantemente il mezzo secolo da allora. Nel frattempo siamo diventati vecchi. Pardon, sono diventato vecchio: cammino col bastone, faccio per lo più vita sedentaria. Egli no, dato che conserva della giovinezza, se non i tratti somatici - le rughe sono il segno indelebile di una vita... lavorata -, l'energia, l'entusiasmo, la gioia del giovanotto, lo spirito pionieristico: qualità che lo spingono ancora oggi, alla bella età di ottantasei anni (uno meno di me) a compiere ardite arrampicate lungo i sentieri, le scarpate, i dirupi che sovrastano Maiori per raggiungere il santuario di Maria SS. Avvocata. Lì, in cima al monte Falesio, affacciato sul golfo. Ottocento metri sul livello del mare. Ci vogliono almeno quattro ore per arrivarci.
Ci va solitamente da solo, per sciogliere un voto, per ringraziare la Madonna della sua protezione. "Mia madre mi raccontava sempre - riferisce Filippo - che nel 1936, periodo fascista, i neonati morivano di stenti alimentari e per piccole malattie, come bronchite e altro. La Vergine santissima dell'Avvocata era la mamma a cui tutti si rivolgevano. Era la festa della Vergine, nel mese di maggio, quando mia mamma in stato interessante di cinque mesi del sottoscritto, assieme a mio padre, decisero di salire sul monte per affidarmi alla Madonna miracolosa, dicendole in dialetto: Madonna mia, nun ‘o fa murì, pienzace tu!". Andò tutto bene, grazie al Cielo.
"La mia prima visita alla Beata Vergine - aggiunge -, per ringraziarla, avvenne il 2 giugno del 1952". Aveva sedici anni. Poi c'è tornato continuamente. E continua a tornarci, anche portandosi dietro qualche amico, mosso dalla voglia di avventura o di rigenerarsi all'aria pura che si respira lassù, all'alone di misticismo che si lega al luogo. Due anni fa fece l'esperienza Carlo Verna, allora presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, che a Maiori ama trascorrere i momenti di libertà dall'impegno professionale in Rai.
Annota Filippo: "Oggi mi sento in dovere, per avermi protetto, di ringraziare la Madonna e pregarLa perché mi dona ancora, alla mia età, tanta energia per andare su da lei. E io ci vado non tanto per me, ma per chi ne ha bisogno... e tante sono le preghiere che mi affidano e che le porto con tanta fede".
Per tenersi allenato, quando non scala la montagna, va a Positano e fa ritorno a Maiori, a piedi. In un anno ha percorso ben 8700 chilometri, con una media giornaliera di oltre 23 chilometri, Scusate se è poco!Nel libro c'è il racconto della sua vita, della devozione, personale e collettiva, alla quale ho accennato. Di particolare interesse la descrizione della salita, delle caratteristiche del percorso. E poi, l'origine e la storia del santuario. Il tutto arricchito da uno straordinario corredo di fotografie a colori. Più che da leggere, da gustare, come una leccornia dolce. Anche salutare, sotto l'aspetto spirituale.
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