Tu sei qui: LibriCetara, la lingua napoletana sotto la lente dell’avvocato Costantino Montesanto
Inserito da (PNo Editorial Board), venerdì 26 aprile 2024 12:21:37
Di Mafalda Bruno
Il mese di aprile 2024 ha visto l'uscita del nuovo volume a cura di Costantino Montesanto dal titolo "Ditto e Scritto - come si parla e si scrive in napoletano".
Il libro ci ha fatto pensare ad una sorta di appello/denuncia che potremmo parafrasare con "Nessuno tocchi la lingua napoletana", né si permetta di storpiarla. Sembra essere questo l'SOS che Montesanto ha voluto lanciare a difesa e soccorso della lingua partenopea. Secondo lo scrittore, l'evoluzione ormai irrefrenabile della società nel parlare e nello scrivere, l'avanzare inarrestabile della tecnologia e dei social media che stanno stravolgendo il nostro linguaggio con il loro strapotere, rischiano di mandare in discarica la lunga, millenaria tradizione lessicale partenopea.
Secondo l'autore, siamo a rischio di un imbarbarimento della nostra lingua madre nella sua accezione più completa, fatta di proverbi, canzoni, detti popolari e vecchie filastrocche dal sapore dolce e antico della tradizione napoletana che non deve in alcun modo andare disperso.
Figlio illustre della cittadina di Cetara, da sempre attento cultore/scrittore e fine dicitore di usi e costumi della Campania, Montesanto ha pensato che è giunto il momento di correre ai ripari, con ricerche accurate durate oltre 60 anni, mettendo (giustappunto) i famosi puntini sulle "i" su parole, la loro pronuncia, la sillabazione, tempi e modi dei verbi, arcaismi, diminutivi, aggettivi determinativi, sostituzione di alcune lettere con altre, e molto altro inerente all'uso (e all'abuso) della lingua partenopea.
E benché l'Autore precisi nella introduzione del volume, che "il lavoro non è una un manuale di grammatica napoletana ma una rassegna di vocaboli di uso corrente nella loro scrittura e pronuncia", citando altri scrittori che, prima di lui, hanno puntato più ad una scrittura grammaticale, a noi risulta faticoso non vedere nel volume, absit le giuste precisazioni di Montesanto, una puntigliosa, accorata e precisa ricerca anche a livello grammaticale: sarebbe riduttivo non scorgere, leggendo e leggendo, pagina dopo pagina, anche il certosino lavoro fatto a livello didattico della grammatica napoletana nella sua tradizionale e precisa completezza.
Gli esempi chiarificatori di corretta pronuncia così come di corretta scrittura dei termini napoletani, estratti da canzoni, detti popolari, proverbi e modi di dire, rappresentano per il lettore una vera e propria carrellata, dotta certamente ma anche spassosa, di come va "maneggiata con cura" la lingua partenopea.
La speranza, infine, dell'Autore è che vi sia una presa di coscienza sul fatto che scrivere in napoletano non è roba per tutti: soprattutto non lo è per "poetastri da strapazzo, trascrittori di detti e proverbi su mattonella di ceramica da vendere ai turisti". Presa di coscienza che includa anche con il rispetto e la precisione che la lingua napoletana merita e non essere trattata "alla stregua di un linguaggio barbaro e disarticolato".
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