Tu sei qui: Flusso di CoscienzaUna nuova società
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 10 maggio 2023 11:14:40
Di Lorenzo Imperato
Qualche sera fa ho fatto un sogno, o meglio, ho sognato di fare un sogno. Risvegliarsi in una sorta di 1984 di Orwell, dove i costumi erano diventati una sorta di dittatura sociale. Si era obbligati a seguire precisi dettami, abitudini di massa, modi comuni di fare e pensare, anche e soprattutto se non si era d'accordo.
Cominciai quindi, come ogni protagonista spaventato, a girovagare senza una meta precisa ed ecco che mi ritrovai in un'enorme cucina, grande più o meno come una delle piazze della nostra Costiera. Lì non c'erano chef con le loro brigate, ma influencer, tiktoker e soprattutto gente comune, obbligata da gendarmi in divisa a postare una foto dei loro pranzi e delle loro cene quotidiane.
Ognuno poi doveva commentare, sui social, quelle dell'altro, per aumentargli, secondo la legge prestabilita, il numero di seguaci. In questo grande tempio culinario vi erano anche chef di fama, costretti ad "abbassarsi" ai livelli degli improvvisati per poter ricevere un minimo di visibilità.
Corsi subito via da quel posto, ma mi addentrai in un'altra stanza ancora più grande, piena di ragazze e donne di ogni età che si scattavano selfie, foto dei piedi, di baci finti tra di loro.
Ma ad essere più fotografati erano i tramonti, le opere d'arte, i paesaggi, i monumenti, che però, e qui rischiai di svegliarmi, non erano più visibili perché occultati da foto di coppia, dai volti singoli di donne, uomini, ragazze e ragazzi il cui narcisismo aveva fatto loro dimenticare il valore di ciò che avevano di fronte, o meglio dietro le spalle...
Disgustato, me ne andai, sentivo quella nuova città sempre più familiare e di ciò me ne dispiacqui da subito. Di fretta entrai quindi in una diversa agorà, più cupa, più tetra. In quel luogo notai una serie di manifesti che coprivano la visuale; erano i commenti numerosi di coloro che, ogni volta che c'è uno scoop o accade qualcosa, sentono il bisogno di esprimere sui social le loro reazioni, buttate così, senza un perché... Commenti di rabbia, odio, battute, "frecciatine", che oscuravano la luce del sole che tuttavia splendeva, sotto questi "lenzuoli virtuali".
A fatica, siccome non riuscivo a vedere, chiesi aiuto ad un amico, che mi stette accanto, aiutandomi ad uscire. Prima però, ci scattammo anche noi una foto e lui mi pregò di repostarla su Instagram per poter mostrare, a tutti i miei follower, quanto fosse un buon amico.
Nell'atrio di una sala enorme, in cui ci addentrammo dopo aver abbandonato la "Piazza dei Commenti virtuali", c'erano tutte foto di feste e compleanni. Stories Instagram postate e condivise dai festeggiati: era quello il nuovo modo di scambiarsi gli auguri e di ringraziare. Passammo alla svelta mentre questo mio amico mi spiegava che nel nuovo mondo in cui ci trovavamo non esistevano più scuole; per istruirsi si ascoltavano citazioni estrapolate da grandi autori nei reel su Facebook, Instagram e Tiktok. Non c'erano più medici; per un consulto, bastava un sito Internet. Non esistevano né avvocati né professori; la professione più ambita era il calciatore, per la quale bisognava conseguire una laurea presso accademie specializzate. Non c'erano più le elezioni, vigeva la "democrazia del like", chi ne prende di più vince e le elezioni sono pilotate ovviamente, come in tutte le dittature.
Presto capii che, però, la tirannia più spaventosa era sotto il profilo sentimentale.
Le donne non potevano scegliere più liberamente gli uomini, erano entrati nuovamente in vigore i cosiddetti matrimoni combinati. Lo stato dava loro dei prototipi di ragazzi, già in età adolescenziale: erano tutti con i capelli scuri, il ciuffo riccio e con un forte odore di alcol addosso. A loro volta anche le ragazze, come le basilisse bizantine, avevano canoni ben precisi: erano tutte "instagrammabili", per fare bella figura in coppia. Anche i ragazzi erano tutti social e dovevano esibire alcune qualità: come quella di riuscire a bere un numero di "shottini" in meno di 30 secondi, portare le bici elettriche e saper impennare con queste. I ragazzi e le ragazze che non possedevano tali qualità venivano inibiti, dallo Stato, di ogni possibilità di relazione amorosa.
A tutti andava bene.
Ma nella notte, mentre tutti "facevano after", una ragazza, tornata a casa solo per prendere una pillola, per un attimo, prima di ricongiungersi con il ragazzo che le era toccato, guardò fuori dalla finestra, lasciandosi scivolare le dita nei capelli biondi. Dai suoi occhi una lacrima, era il rimpianto per un mondo diverso. Tentai di salvarla ma non mi vide neppure, era corsa tra le braccia suo fidanzato. Eppure i suoi occhi sognavano felicità.
Stavo per urlare ma ecco che mi svegliai. Per fortuna quella "nuova società" era solo un sogno, forse...
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