Tu sei qui: Eventi e SpettacoliRavello Concert Society, settimana di musica da camera dedicata a Schumann
Inserito da (redazionelda), lunedì 30 settembre 2019 08:36:25
La settimana di musica da camera della Ravello Concert Society al Complesso Monumentale dell'Annunziata è inaugurata dalla Telesio Piano Quartet che stasera (lunedì 30 settembre alle 18,30) proporrà due fra i più grandi capolavori composti per questa formazione.
Il primo tempo è dedicato al Quartetto No.3 in do minore Op.60 che Johannes Brahms iniziò a comporre intorno al 1855, quando l'amico e mentore di Brahms, Robert Schumann manifestava i segni della malattia mentale che l'avrebbe di lì a poco portato alla morte. Insoddisfatto della sua opera e disturbato da questi eventi, Brahms decise di interrompere la stesura il Quartetto. Solo 17 anni più tardi, nel 1873, il musicista tornò occuparsi dell'opera, ne cambiò la tonalità, ne rivide il primo movimento, inserì uno Scherzo fra il movimento d'apertura e l'Andante e compose il Finale. Il lavoro venne concluso nel 1875, esattamente vent'anni dopo la sua prima concezione. Ma il carattere drammatico e appassionato di questa pagina rimase inalterato e riecheggia quegli anni tormentati della vita del musicista amburghese.
Il secondo tempo è dedicato al Quartetto per pianoforte in mi bemolle maggiore Op.47 di Robert Schumann.
Franz Liszt aveva scritto a Schumann per consigliarlo di dedicarsi alla musica d'insieme e di tralasciare il pianoforte, che appariva un mezzo espressivo «troppo limitato per lui». Schumann aveva allora 31 anni, e non aveva ancora composto musiche strumentali da camera: seguì il consiglio e uno dei risultati è proprio il quartetto che sarà eseguito dal Telesio Piano Quartet, dove il pianoforte ha un ruolo di primo piano, quasi di solista. Evidentemente Schumann non seppe però rinunciare definitivamente al pianoforte, nonostante il consiglio di Liszt!
Ritroviamo Schumann nel concerto di mercoledì 2 ottobre, sempre all'Annunziata, con il recital del pianista siciliano Andrea Emanuele. Il primo pezzo in programma è il Tema e variazioni sul nome ABEGG, piccolo gioiello di Schumann della durata di otto minuti circa. Il nome ABEGG, che secondo la notazione tedesca corrisponde ai suoni la-si bemolle-mi-sol-sol, era quello di una giovane e graziosissima pianista, Meta, conosciuta ad un ballo a Mannheim. La fanciulla venne però trasformata, nella dedica delle Variazioni, in una inesistente contessa Pauline von Abegg, il cui nome diventa il nucleo tematico di un valzer. A seguire la ballata n. 3 di Fryderyck Chopin. Lo stile romantico di Chopin trova particolare espressione nella ballate, forma musicale da lui ideata. La ballata infatti come genere vocale fiorisce tra il XIII e il XV secolo e nel periodo del Romanticismo tedesco tale termine viene utilizzato in componimenti poetici che ispirano i musicisti del tempo. Chopin, tuttavia, è il primo ad utilizzare il termine Ballata per composizioni di tipo strumentale.
Seguirà quindi la sonata in re minore op. No.17, Op.31 No.2 di Ludwig van Beethoven. Il brano è noto con il sottotitolo della "Tempesta". Infatti pare che quando gli venne chiesto quale fosse il significato di questa Sonata, Beethoven avrebbe risposto: «Leggete La tempesta di Shakespeare».
Nella seconda parte del concerto Emanuele eseguirà i Tre Intermezzi op. 117 di Johannes Brahms. La scelta è emblematica: La grandi sonate scritte da Beethoven nei primissimi anni del diciannovesimo secolo e i brevi pezzi in forma libera scritti da Brahms nel 1892-1893 - tra cui appunto i Tre Intermezzi op. 117 - aprono e chiudono l'Ottocento pianistico. Infatti tali composizioni brahmsiane sono l'estrema manifestazione della concezione romantica della musica come attività sentimentale e del pianoforte come veicolo privilegiato per confessioni intime. Dopo tutto sarà diverso. Infatti non a caso, il successivo pezzo in programma è la sonata in si minore n. 1 di Alban Berg, l'unica pagina per pianoforte del catalogo di Berg, composta tra l'estate del 1907 e il 1908, quando il compositore aveva ventitré anni e studiava ancora sotto la guida di Arnold Schönberg, uno tra i primi, nel XX secolo, a scrivere musica al di fuori dalle regole del sistema tonale e uno dei teorici del metodo dodecafonico.
La parabola musicale proposta da Emanuele si conclude con un brusco rientro nel romanticismo più puro con il Mephisto Valzer n.1 S.514 di Franz Liszt. Fra i miti letterari che affascinarono profondamente Liszt, quello di Faust è senza dubbio centrale: l'uomo che, per ottenere la conoscenza, vende al diavolo la sua anima. Nel Mephisto Walzer è rappresentata la scena in cui Faust, capitando in una osteria dove ballano dei contadini, si invaghisce di una bella ragazza e chiede a Mefisto di conquistargliela, ciò che il diavolo fa prendendo il violino di un suonatore dell'orchestrina campagnola e suonando su di esso un Valzer di seduzione.
Il calendario completo della programmazione 2019-2020 curata dal musicologo amalfitano Antonio Porpora Anastasio è disponibile su www.ravelloarts.org.
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