Tu sei qui: Eventi e SpettacoliMinori ricorda il professor Luigi Di Lieto: sabato 5 agosto si leggono brani del suo primo libro
Inserito da (ilvescovado), mercoledì 2 agosto 2017 21:58:17
Minori ricorda il professor Luigi Di Lieto, didatta, scrittore, pittore, a due anni dalla scomparsa. Sabato 5 agosto, alle 21:30, presso l'Hotel Minori Palace, la Pro Loco ha organizzato un incontro, moderato da Alfonso Bottone, incentrato sul primo libro del prof. Gigino, "C'era una volta un paese" (1979), in ristampa anastatica. Interverranno l'artista Giacomo Palladino, il docente e scrittore Antonio Trucillo e il giornalista Vito Pinto.
Di seguito la suggestiva prefazione del maestro Mario Carotenuto.
Ricordo il sole alla mia finestra, nella via che allora sembrava remota e solitaria. L'onda nel silenzio si sentiva respirare troppo vicina. Sulla spiaggia c'era una favolosa cabina a righe giallo e celeste, alta sulla linea tranquilla del mare. Per il bagno c'era una rotonda piccola e sconnessa dove il giradischi suonava le canzoni dei Beatles. I forestieri erano pochi e ben distinti. In un piccolo bar i vecchi giocavano le carte alla luce fioca della lampadina, nell'aria gialla di fumo. I limoni sembravano più vicini e ad un passo fiorivano le siepi.
Era bello il paese bianco dall'alto davanti al mare che lo apre e lo chiude a seconda dell'atmosfera e delle stagioni. Un paese subito amico, con la voce dell'antiquario, la figura della vecchia fruttivendola, i rumori del fabbro, la mitologia della giovinezza.
Sembra tutto lontano ed è soltanto ieri. Il tempo sembra tanto se tutto è diverso a ricordare, ora che la massificazione ci invade e dà a tutto un aspetto di plastica, le insegne nascondono i muri, la voce del mangianastri ci assorda ed il fragore delle macchine copre la voce della radio. Il paese è cambiato, come tutti i paesi sono cambiati. Forestieri, falsi forestieri, villeggianti e gitanti rumorosi ed eccitati distruggono la quiete di questo posto bellissimo. Ci sono tante macchine in fila.
Ma è inutile ribellarsi. È giusto anche che la vita scorra e si modifichi. La vita si rispetta sempre. Essa, com'è oggi, sarà il ricordo per gli uomini di domani, favoloso come per noi è favoloso il nostro ricordo. Non vogliamo con le recriminazioni e le nostalgie distruggere, in quelli che vedono il paese, la dolcezza che, malgrado tutto, sentono ancora. Lasciamo che essi domani, vecchi, ripensino con simpatia a questo nostro discusso presente. Noi vagliamo soltanto che al loro ricordo si associ il nostro, indispensabile a loro come a noi per comprendere le radici e le ragioni della nostra esistenza.
Questi pensieri mi vengono alla mente leggendo le pagine vivaci ed affettuose di Luigi Di Lieto dedicate a Minori, questo «nostro» singolare paese. E le leggo in inverno, d'un fiato, col desiderio di conoscere l'antefatto di ciò che Minori è oggi per me e per gli altri. Un disegno intricato e bellissimo di ponti, stradine, alberi e figure, una musica di canti, suoni e parole si sovrappone alla veduta ed al frastuono di oggi.
Mi perdo nell'immaginare e nel sostituire. Tutto è tenero e dolce, ma anche povero e triste. Gli anni sono trascorsi. In meglio o in peggio? Non si può dire. Una cosa è certa: Noi passiamo nel breve spazio della nostra esistenza, talvolta senza accorgerci di ciò che ci circonda, tesi e confusi, convulsamente veloci verso qualcosa che nemmeno sappiamo cosa sia. Intanto le cose intorno a noi nascono, crescono, muoiono e diventano ricordo. Noi non ce ne rendiamo conto, muti al linguaggio discreto del vissuto, del consueto, del familiare. Il tempo passa, il futuro incalza, il presente sembra irrimediabilmente annullarsi. È periodo di crisi, di dubbio e di eversione. Non c'è tempo. Eppure il tempo ci dovrà essere. Abbiamo bisogno di fermarci, occorre prendere coscienza dell'epoca in cui viviamo, naturale sviluppo delle storie che il tempo ci rimanda e che spiriti sensibili ci raccontano con aneddoti, paesaggi e figure. Abbiamo il dovere di osservare e capire, perché capire è veramente vivere.
Gennaio 1979
Mario Carotenuto
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