Il Vescovado Costiera Amalfitana

Un amore di ferro, un vincolo inossidabile, quello tra Salvatore D'Urso e Clorinda Della Pietra di Maiori che oggi hanno festeggiato il 70esimo anniversario di matrimonio. Un traguardo non comune per tutti, che i due nonnini hanno tagliato nella semplicità che li ha sempre accomunati. Classe 1927 Salvatore, 1930 Clorinda, si sono uniti in matrimonio giovanissimi, il 22 gennaio del 1949 (lei non aveva ancora raggiunto la maggiore età per l'epoca) nel Santuario della Vergine di Pompei davanti ai soli due testimoni. Perchè i genitori della sposa non erano favorevoli a questa unione che, ironia della sorte, si è mostrata longeva.

Dal loro amore sono nati ben undici figli: Annamaria (morta prematuramente a sei mesi), Lucio, Carmine (Nino), Antonietta, Pina, Claudia, Massimo, Cinzia, Alessio, Maurizio (perito nel 1979 a Salerno nell'incidente marittimo dello Stabia Primo) e Daniela che hanno dato vita a una folta schiera di nipoti: Gianluca (che ha solo un anno e mezzo di differenza con l'ultima zia, Daniela), Salvatore, Fabio, Maurizio, Paola, Ilaria, Vincenzo, Antonio, Matteo, Veronica, Luca, Clorinda e la piccola Sofia. Numerosa anche la terza generazione con i pronipoti Giulia, Tommaso, Filippo, Umberto, Fabio, Serena, Lucio, Lorenzo, Federico e... un altro in arrivo!

Tutti presenti, al gran completo, stamani nella Collegiata di Santa Maria a Mare dove nonni Salvatore e Clorinda hanno rinnovato le promesse del matrimonio davanti a Dio, nel corso di una partecipata celebrazione officiata da Don Danilo Mansi il quale ha ricordato quanto nelle tempeste della vita occorra sempre guardare avanti e tenersi per mano. Poi i festeggiamenti presso il ristorante "La Tana del Luppolo" con l'immancabile taglio della torta e il brindisi augurale per una più lunga e prospera vita insieme.

I due nonnini si sono mostrati ancora felici dopo settant'anni insieme: per loro il regalo più bello è stato vedere la loro grande famiglia sempre unita, dimenticando solo per una giornata i sacrifici di una vita, in cui si sono conosciute gioie e dolori, tempi duri, specie il periodo post bellico, in cui era difficile per chiunque sbarcare il lunario. Salvatore, grande lavoratore, orfano di padre a soli tre mesi, si è ingegnato a fare di tutto per portare avanti la famiglia: contadino, muratore, autista, pescatore e infine benzinaio sul lungomare. A badare alla casa Clorinda, cresciuta in monastero con le suore, devota alla Vergine, che amorevolmente ha messo su i suoi figli.

Salvatore e Clorinda rappresentano due monumenti alla vita, due pilastri, non soltanto per i loro familiari, che oggi ci ricordano quanto sia importante il vincolo indissolubile del matrimonio. Persone speciali, d'altri tempi, la cui eredità è pesante per chiunque.