Tu sei qui: CuriositàLimonè, la poesia di Carnevale di Enzo Mammato
Inserito da (Admin), sabato 17 febbraio 2024 18:30:01
Il Gran Carnevale di Maiori si prepara a vivere la sua ultima e più significativa sfilata, portando in scena un mix straordinario di tradizione, folklore e cultura. Al centro di questa celebrazione sta Limonè, la maschera simbolo del carnevale maiorese, a cui Enzo Mammato, Vigile urbano in quiescenza, presidente del circolo anziani, e appassionato di poesia dialettale napoletana, ha dedicato una bellissima poesia.
Limonè, più di una semplice maschera, è un emblema che attinge la sua essenza dal frutto più prolifico del nostro territorio: il limone Costa d'Amalfi. Questa figura, che oscilla tra il giallo e il verde del limone, è stata magistralmente descritta da Mammato nei suoi versi, dove emerge come un personaggio senza genere, un servente delle festività di Carnevale e Quaresima.
La peculiarità del Gran Carnevale di Maiori sta nel chiudersi proprio nel periodo quaresimale, un dettaglio che non solo definisce il calendario delle festività, ma arricchisce anche il significato simbolico di Limonè. Nella prima domenica di Quaresima, la maschera si anima e diventa protagonista di un rito di passaggio, un simbolo della transizione dal carnevale alla quaresima.
La poesia di Mammato, scritta in dialetto napoletano, cattura l'essenza di questa transizione. Limonè, nella sua unicità, prepara un mix di acqua e bicarbonato con una fetta di limone sfusato, il pregiato agrume locale, simboleggiando la rinascita e la continuità delle tradizioni.
Le parole di Mammato dipingono un quadro vivido della festa: Carnevale, che muore il Martedì delle Ceneri, risorge, mentre la Quaresima si avvia verso la preparazione pasquale, scomparendo temporaneamente. Limonè diventa così un mediatore tra i due mondi, celebrando la gioia del presente e accettando la lotta e la sobrietà del domani.
Alla vigilia dell'ultima domenica di festa, Maiori si anima di un'energia particolare. La maschera di Limonè, in bilico tra maschile e femminile, diventa un simbolo di libertà e di espressione, dove ogni cittadino, indipendentemente dal genere, può ritrovare una parte di sé.
La giornata sarà un trionfo di colori, suoni e sapori, dove la comunità si unisce nel ballo e nel canto, seguendo il ritmo incalzante della tradizione e accogliendo tanti appassionati che qui giungono da ogni parte della regione.
Vi proponiamo qui di seguito la poesia originale, pubblicata per la prima volta in una raccolta del 2020, non solo come tributo alla festa, ma anche come promemoria della ricca eredità culturale della città di Maiori.
di Enzo Mammato
Limonè maschera di Maiori
Carnevale sedunto sedunto
quanno è a Pasca facimmo 'e cunto
e facimmo 'int' 'o tiano
Carnevale è nu muorto... 'e fame?
-
Quaresema more, da congiunta,
propeto 'e fame è defunta.
Essa magnava poco e chiano
'nvece 'o marito agliotte salame!
-
Cu lasagna e purpette in aggiunta
nnaffiate cu 'o vino ô spunto...
Chiante e Lacrema Christe nostrano
pure si 'o cchiù ...allèro, bràma!
-
Nu mme pare ca uno sedunto
pozza murì pallido e smunto,
sarà muorto da napulitano
P''o troppo magnà pe' fame!
-
Corre a Majure, Limonè,
maschera 'e limone 'ngialliata,
chi sa si maschio o femmena è,
...ma 'e sarva pe' na jurnata!
-
Ogge 'o scherzo, miraculo vale:
cu na jonta 'e na fella 'e sfusato,
pe' Quaresema e Carnevale
pripara acqua e bicarbunato:
-
Isso risorge mmiez Majure:
ma a mmèzanotte more cuntènto
...doppo ll'incòntro ca nce fuje:
e essa camparrà sufferènte!
-
Pe' chesto ballàmmo e cantàmmo,
ca l'ommo, ogge, sarà pazziariello,
e dimane, levannose 'a maschera,
da Pulcinella se fa Masanièllo!
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