Il Vescovado Costiera Amalfitana

Tornerà a sfilare domani ad Amalfi, nell'ultimo giorno dell'anno, la "Banda del Din Din", la formazione di notabili amalfitani contraddistinti da una sciarpa bianca in seta su cappotto blu e accompagnati da un concerto bandistico col delicato suono del triangolo. Partenza dalle 11 da Valle dei Mulini per il tradizionale passeggio nel centro storico.

Una tradizione ripresa soltanto lo scorso anno, partorita nel 1991 quando uno dei figli migliori che la città di Amalfi, il compianto Pierino Florio, propose a un gruppo di amici storici di formare una "banda" che potesse sfilare per le vie del paese al mattino del 1° gennaio, come per risvegliare il popolo dalla lunga notte di fine anno.

Un tempo era il Sindaco che, insieme all'amministrazione comunale, girava per le vie della città augurando un lieto anno nuovo a concittadini e turisti. E la tradizione che Pierino volle voluto riportare in vita era proprio questa: far sì che alle prime luci del nuovo anno riecheggiassero, tra le vie del paese, le strofette di "Aprimme l'anno nuovo cu' tric-trac e botti" accompagnate dal delicato suono del triangolo, strumento musicale da sempre noto per la sua eleganza.

La "Banda del Din Din" era formata da molti dei notabili amalfitani, contraddistinti da una sciarpa bianca in seta su cappotto blu, e con il passare degli anni ha trovato sempre più adesioni. Interrotta per tre lustri, l'allegra usanza sembrava essere perduta per sempre Ma lo scorso anno, grazie a una proposta dell'assessore alla Cultura e alle Tradizioni, Enza Cobalto, il sodalizio si è riunito e, con l'impegno di tanti, domani tornerà ad attraversare, come un tempo, le vie cittadine allietando i tanti turisti accorsi per trascorrere qui nella Divina, la notte di San Silvestro e augurare, in stile amalfitano, un buon 2018.

Proponiamo in calce un pezzo di repertorio da non perdere, un frammento della prima sfilata della "Banda del Din Din" del 1991, video/cimelio realizzato dall'indimenticabile Nicola Gambardella, gelosamente custodito nel suo archivio dalla figlia Raffaella, in esclusiva per il Vescovado.