Tu sei qui: CronacaTruffa del vino, ai domiciliari anche un 60enne di Maiori
Inserito da (redazionelda), venerdì 23 dicembre 2016 12:40:41
C'è anche una persona originaria della Costa d'Amalfi tra i salernitani coinvolti nella truffa del vino adulterato partita dalla Procura di Firenze. Agli arresti domiciliari è finito anche un 60enne di Maiori, che con un 57enne di Nocera sono accusati di aver fornito etichette e fascette "Doc" alla ditta di Empoli che produceva vino di bassa qualità spacciandolo per Chianti, Sassicaia e Brunello di Montalcino. A darne notizia i colleghi di Punto Agro News secondo cui tra gli indagati risultano un 55enne battipagliese e un 27enne salernitano che avrebbero fornito complicità e supporti logistici.
Il vino, di bassa qualità ma non nocivo per la salute in base alle prime analisi, veniva adulterato con l'aggiunta di alcol per aumentarne la gradazione. Poi veniva imbottigliato e contraffatto, facendolo apparire un prodotto di pregio attraverso l'apposizione sulle bottiglie di false etichette di vini pregiati.
L'azienda empolese, in fase di concordato preventivo, aveva convertito tutta la sua attività nella produzione di questi vini contraffatti. Una volta confezionato, veniva stoccato in depositi di ditte del Lazio e Emilia Romagna riconducibili agli indagati, poi venduto in Italia e, soprattutto, all'estero, in particolare in Costa Rica, dove sarebbero state spedite decine di migliaia di bottiglie. Lo stato sudamericano era considerato un buon mercato anche perché i clienti, avendo scarsa conoscenza dei vini in questione, sarebbero stati più facili da truffare.
Nel giugno 2015 per esempio è stato accertato l'invio di una partita di 18mila bottiglie, e un'altra spedizione molto ingente è stata sventata dai carabinieri. A curare gli invii era un'azienda di import-export di Roma. Il destinatario in Costa Rica era una società del posto, avente però domicilio fiscale a Roma, il cui nome secondo sarebbe già emerso nelle carte dell'inchiesta "mafia capitale".
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